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Da redazione,

Rilievi periodici da parte di Arpa e da parte di Timac, completamento delle opere di messa in sicurezza dello stabilimento, valutazione di ogni possibile impatto dell’attività dell’azienda su via Trani, apertura e dialogo nei confronti delle autorità, rispetto per l’attività responsabile svolta dalla magistratura, investimenti importanti sulla sostenibilità, disponibilità a rispondere a ogni giusta sollecitazione da parte degli amministratori locali”. Timac Agro diffonde un nota per aggiornare tutti sul lavoro svolto dalla società nel rispetto dell’ambiente.

“In questi mesi abbiamo registrato una serie di riscontri positivi del nostro lavoro, soprattutto relativamente all’impatto dell’impianto di Barletta. I rilievi svolti da Arpa Umbria per Arpa Puglia sono molto positivi perché riscontrano emissioni dell’impianto in atmosfera 200 volte sotto il limite di legge. Apprezzamento per l'apertura mostrata dalla magistratura con l'apertura di un tavolo tecnico per approfondire concretamente lo stato delle cose. Tutto ciò è molto incoraggiante. Per parte nostra abbiamo completato definitivamente la messa in sicurezza del suolo attraverso un’opera di microasfaltatura e di estensione della impermeabilizzazione dei terreni dello stabilimento. Un’opera costosa, del valore di circa 300 mila euro, che però rappresenta un risultato importante e che si aggiunge al complesso dei costi sostenuti da Timac per l’ambiente, che superano un milione di euro”.

Sulla falda – prosegue l’azienda – siamo da tempo operativi con l’azione di pompaggio e stoccaggio delle acque che giungono dall’esterno dello stabilimento con valori critici. Abbiamo da tempo presentato un richiesta per trasformare questa attività in un’opera ancora meno impattante sul piano ambientale, operando con un impianto di pompaggio e trattamento delle acque in loco, all’interno dello stabilimento. Siamo fiduciosi nel dialogo con gli enti e soddisfatti per il lavoro da noi svolto”.

“Ulteriore chiarimento merita di essere offerto in ordine a odori ed emissioni: negli ultimi tre mesi l’impianto è rimasto fermo e quindi nessun valore anomalo e tantomeno odore può essere attribuito a Timac. Interessante è invece il dibattito sul traffico di via Trani e sul relativo inquinamento. Su questo siamo lieti di offrire dati importanti. Dai risultati del monitoraggio sulla mobilità urbana di Barletta, resi noti alcuni giorni fa, emerge che nel tratto di via Trani si registra, tra entrata e uscita, un totale di 17.625 passaggi giornalieri, di cui 1.447 di mezzi pesanti. Da questi dati sono state tratte conclusioni totalmente infondate. A pieno regime produttivo, infatti, tra ingresso e uscita, Timac induce un traffico complessivo di mezzi pesanti pari mediamente a 25 automezzi al giorno. Pertanto, conti alla mano, l’impatto del traffico di mezzi pesanti indotti dalla Timac rispetto al totale riportato nello studio è circa dell’1,83% dei mezzi pesanti complessivi (e pari allo 0,15% rispetto al totale dei transiti). Stranamente, però, la presenza di mezzi pesanti è stata associata solo a due aziende (tra cui Timac), mentre non si è parlato affatto delle consistenti movimentazioni logistiche prodotte da centri commerciali o da altre numerose aziende presenti nell’area industriale di via Trani”.

“Nei limiti della ragionevolezza, Timac è disponibile non soltanto – come sta facendo da quasi tre anni – a tenere informata periodicamente l’opinione pubblica, ma anche a fare quanto è possibile per migliorare sempre sul fronte della sostenibilità ambientale. Il nostro auspicio a questo punto è: confronto con gli enti che porti al più presto, ormai in breve tempo,  alla certificazione e approvazione dei lavori svolti dall’azienda sulle opere di messa in sicurezza e cosa non meno importante impegno nella ricerca del reale inquinatore di Barletta. Sono infatti trascorsi 402 giorni dalla presentazione dello studio CNR e ancora non conosciamo la fonte dell’inquinamento dell’area industriale”, conclude la nota di Timac.

 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 27 luglio 2017

Da redazione,

Ieri, giovedì 22 dicembre, Timac Agro Italia ha tenuto una conferenza stampa presso la sede della Confindustria BAT a Barletta. Durante l’incontro sono intervenuti Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), Simona Togni (responsabile del settore Operazioni), il direttore dello stabilimento di Barletta, Cèdric Vienet, e l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento di Barletta). Erano presenti, inoltre, il direttore di Confindustria Puglia, Vittorio Colangiuli, il presidente della sezione chimica della Confindustria Bari-BAT, Sigfrido Cappa, e il presidente della Confindustria BAT, Sergio Fontana.

Durante la conferenza stampa sono state ulteriormente chiarite le modalità con cui l’azienda sta portando avanti l’operazione di pump and stock per la messa in sicurezza della falda. L'operazione consiste nell’emungimento dell’acqua di falda nei punti in cui si rilevano valori anomali, un successivo deposito temporaneo (stoccaggio) e una fase finale di smaltimento presso impianti di trattamento esterni.

Nell’incontro è stata annunciata anche un’altra importante novità relativa all’elaborazione del Bilancio di Sostenibilità 2016: se, infatti, per l’elaborazione del Bilancio di Sostenibilità dello scorso anno, Timac aveva consultato i dipendenti dell’azienda, quest’anno l’indagine delle istanze degli interlocutori sociali e istituzionali sarà ampliata fino a includere anche i clienti e i rappresentanti degli enti locali, che saranno chiamati nelle prossime settimane a esprimere le proprie opinioni sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’azienda. Si tratta, dunque, di un’ulteriore apertura di Timac ai soggetti protagonisti della vita della comunità barlettana. Un’apertura che verrà consolidata nella redazione del Bilancio di Sostenibilità 2017, in occasione della quale Timac punta a coinvolgere anche gli operatori del mondo dell’informazione.

Il servizio video realizzato sulla conferenza stampa da TeleSveva:

Il servizio video di TeleNorba: http://www.norbaonline.it/od.asp?i=15697&puntata=Barletta:-terminate-operazioni-bonifica-Timac&pr=SERVIZI%20TG

Da redazione,

«La Timac non inquina. E ad oggi non sono ancora note le vere fonti di inquinamento dell’aria nella zona industriale di via Trani». Ieri, lo hanno ribadito nuovamente a chiare lettere, nel corso di una conferenza stampa, i vertici del locale stabilimento della Timac Agro. Rispetto alla conferenza dello scorso 22 ottobre, la novità di questo nuovo incontro con la stampa è l’annuncio del «Pump & stock». E cioè: l’avvio da alcune settimane anche dell’intervento di messa in sicurezza della falda. Che consiste nell’emungimento dell’acqua di falda nei punti in cui si rilevano valori anomali, un successivo deposito temporaneo (stoccaggio) e una fase finale di smaltimento presso impianti di trattamento esterni.

«I diversi studi idrogeologici – hanno spiegato Cèdric Vienet e Giuseppe Lombardi, rispettivamente direttore e responsabile ambientale dello stabilimento di via Trani – hanno dimostrato, e ormai senza ombra di dubbio, che i valori anomali in falda non sono dovuti all’attività dello stabilimento Timac, la cui attività, si rammenti, è come si dice in gergo “a ciclo chiuso”, ossia priva di qualunque scarico nell’ambiente».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 23 dicembre 2016.

 

Da redazione,

Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa giovedì 22 dicembre 2016 (ore 11) presso la sede Confindustria BAT a Barletta (Via della Misericordia 34).

All’incontro interverranno Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno (legali dell’azienda), Simona Togni (responsabile del settore Operazioni dell’azienda), il direttore dello stabilimento di Barletta, Cèdric Vienet, e l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento di Barletta).

Parteciperanno inoltre il presidente della sezione chimica della Confindustria Bari-BAT, Sigfrido Cappa, e il presidente della Confindustria BAT, Sergio Fontana.

Argomenti oggetto della conferenza stampa saranno:

  1. Bilancio di sostenibilità 2016: la novità del coinvolgimento degli enti locali 
  2. Pump and stock
  3. Studio idrogeologico e prossime iniziative dell’azienda

L’incontro avrà una durata di 35-40 minuti.

Da redazione,

Inquinamento del sottosuolo nella zona industriale di via Trani. Timac Agro Italia, attraverso Andrea Camaiora, responsabile delle relazioni esterne segnala:  “Al termine di un lungo e complesso iter amministrativo e nonostante l’inspiegabile ostruzionismo della Provincia, Timac Agro Italia ha dato avvio all’operazione di “pump and stock” proposta dall’azienda e validata in Conferenza di Servizi per rimuovere l’inquinamento che attraversa la falda su cui sorge lo stabilimento. L’operazione, che è già stata avviata da alcuni giorni, consiste nell’estrazione dalla falda delle acque che registrano valori anomali (non dovuti all’attività dello stabilimento Timac che, come noto, è a “ciclo chiuso”, cioè priva di qualsiasi scarto sull’ambiente, ma ad agenti esterni, provenienti da un inquinatore tutt’ora sconosciuto alle autorità), nello stoccaggio delle acque presso un deposito temporaneo e nel successivo smaltimento delle stesse come rifiuto, tutto a spese dell’azienda”.

“L’attività di pump and stock – prosegue Camaiora – si aggiunge così a quella già operativa sul suolo e allo studio idrogeologico realizzato dall’azienda. In questo modo Timac, nonostante non abbia alcuna responsabilità sullo stato di contaminazione della falda (che, come confermato dall’ormai famoso studio idrogeologico Cnr-Arpa, proviene a monte dello stabilimento), è in grado di ottemperare pienamente alle due ordinanze emanate dalla Provincia nei mesi di agosto e settembre del 2015 (nonostante le ritenga del tutto illegittime), su cui è bene fare ancora una volta chiarezza. A dicembre 2015, la società aveva già presentato agli enti locali tutti gli interventi necessari alla bonifica del sito, le ormai famose MISO sul suolo e sulla falda (il barrieramento idraulico), ma il tergiversare della Provincia, mese dopo mese, ha prodotto il grave ritardo, inducendo anche la magistratura a intervenire. Come sappiamo, a distanza di mesi la magistratura ha dato atto a Timac di aver correttamente intrapreso il percorso di bonifica e i successivi appuntamenti in sede giudiziaria chiariranno una volta per tutte ai barlettani in capo a chi stanno le responsabilità.

Pur avendo impugnato le ordinanze della Provincia dinnanzi al Tar, Timac ha sempre agito con pieno senso di responsabilità per venire incontro alle richieste degli enti locali e alle domande dei barlettani. Oggi, con l’operazione di pump and stock, siamo in grado di mettere la parola fine a qualsiasi speculazione e preoccupazione circa l’impatto che l’attività produttiva dello stabilimento ha sull’ambiente e sull’impegno profuso dall’azienda per porre rimedio a un inquinamento dovuto all’operato altrui, ma di cui si è assunta l’impegno di far fronte per il bene comune. Ricordo però ai barlettani che, mentre l’attenzione sulla nostra azienda è sempre molto alta, nessuno sembra preoccuparsi dell’emergenza ambientale numero 1 della città: come ricorda il nostro conteggiatore automatico, ben visibile sul blog ‘Le ragioni di Timac’, sono trascorsi 174 giorni dalla pubblicazione dello studio Cnr e ancora non si conosce l’identità del vero inquinatore di Barletta”. 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 12 dicembre 2016.