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Da redazione,

Timac Agro Italia: ecco l'operazione "trasparenza", ossia la presentazione del Bilancio di Sostenibilità, strumento con il quale l'azienda (che produce concimi e fertilizzanti per l'agricoltura) informa tutti i soggetti con cui interagisce (dipendenti, clienti, fornitori, azionisti, media, amministratori pubblici e soprattutto i cittadini e le comunità in cui l'azienda opera) sugli impatti che l'attività genera sul piano economico, ambientale e sociale. E, soprattutto, evidenzia i risultati finalizzati alla promozione di uno sviluppo sostenibile e compatibile per un contesto di lavoro confortevole e positivo, che salvaguardi l'ambiente, il territorio e l'intero ecosistema.

L'iniziativa è stata presentata ieri pomeriggio in una conferenza stampa, allargata ai dipendenti dell'azienda, ad amministratori pubblici e a cittadini, alla presenza di Pierluigi Sassi (amministratore delegato della Timac Agro Italia), Sergio Fontana (presidente Confindustria Bat), Cèdric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta), Francesco Bruno e Matteo Benozzo (legali esperti in diritto ambientale), Andrea Camaiora (responsabile relazioni esterne dell'azienda). Oltre a rappresentanti sindacali di categoria, sono intervenuti Filippo Caracciolo (consigliere regionale, presidente della Commissione ambiente), il presidente del Consiglio comunale di Barletta Carmela Peschechera e il consigliere Giuseppe Dipaola.

Assenti, benchè invitati, il presidente della provincia Beppe Corrado e il sindaco di Barletta Pasquale Cascella.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 10 settembre 2016.

Da redazione,

«Il lungo e tortuoso iter intrapreso nella seconda metà del 2015 e finalizzato ad attività di bonifica – per un inquinamento non prodotto da Timac Agro – è finalmente giunto a compimento. La Conferenza di servizi di lunedì 11 luglio, svoltasi presso la sede dell’assessorato all’ambiente della regione Puglia, ha infatti autorizzato in sede “decisoria” l’ormai famoso pump&treat proposto da Timac Agro per rimuovere un inquinamento che come accertato dal CNR attraverso lo studio idrogeologico proviene dall’esterno dello stabilimento. Si tratta di un meccanismo che consentirà di estrarre dalla falda le acque che registrano valori anomali (pur se non dovuti all’attività del nostro stabilimento) e di sottoporre queste acque a trattamento per renderle definitivamente inoffensive per l’ambiente».

Lo sottolinea Andrea Camaiora, portavoce di Timac Italia, il cui stabilimento di Barletta dallo scorso 14 giugno è sotto sequestro preventivo con facoltà d’uso disposto dal sostituto procuratore Silvia Curione e poi convalidato dal gip di Trani, Angela Schiralli. A Pierluigi Sassi, amministratore delegato dell’azienda del Gruppo Roullier, la procura contesta la violazione dolosa di disposizioni in materia ambientale e l’omessa bonifica del sito. Il ricorso contro il sequestro sarà discusso lunedì 18 luglio dal Riesame di Trani: gli avvocati Francesco Bruno e Francesco Salvi chiedono l’annullamento del decreto del gip per insussistenza  degli indizi e delle esigenze cautelari.

«Il pump&treat proposto da Timac Agro sarà svolto, come di competenza, – aggiunge Camaiora – sotto l’attento controllo di Arpa, che nella seduta della Cds di lunedì, attraverso l’ingegner Giuseppe Gravina, ha chiesto e avuto conferma di un punto definito per la verifica del corretto svolgimento delle operazioni di emungimento e trattamento delle acque».

«L’azienda – sottolinea la nota – ha quindi mantenuto la parola più volte ribadita sugli organi di informazione. L’intervento sulla falda, che per parte nostra sarebbe stato possibile autorizzare già mesi fa, si aggiunge così a quello già operativo sul suolo e allo studio idrogeologico reso possibile dalla disponibilità dell’azienda in termini operativi ed economici».

«Come abbiamo più volte ribadito, pur senza cercare a tutti i costi visibilità, avevamo e abbiamo sempre avuto a cuore la sostenibilità ambientale del nostro territorio e abbiamo sempre ricercato la leale collaborazione di tutti gli enti. Nella conferenza di servizi – prosegue Timac – è stato dato unanimemente atto all’azienda di aver operato sempre con la massima apertura e l’azienda ha apprezzato l’intervento chiarificatore reso in conferenza di servizi dal sindaco Cascella che ha messo in evidenza la necessità che venisse ben chiarito che gli interventi in approvazione si configurassero quali intervento di bonifica».

«Il recupero e il riutilizzo delle acque estratte dalla falda nel ciclo produttivo di Timac – evidenzia l’azienda del gruppo Roullier – rappresenta un esempio avanzato di sostenibilità ambientale. In accordo con Arpa e su richiesta della Provincia, Timac si è dunque impegnata a fornire un’ulteriore documentazione tecnica in cui in modo particolareggiato esponga gli aspetti ingegneristici del trattamento delle acque. L’azienda stessa, per mostrare la volontà di proseguire speditamente, ha proposto la data del 31 luglio per fornire l’ulteriore documentazione e la proposta è stata accolta favorevolmente dagli enti. Anche la Asl, in accordo con Arpa, ha espresso parere favorevole, non rilevando alcun pericolo per i lavoratori, associandosi alla richiesta di verifica delle acque espressa da Provincia e Arpa.

In conferenza di servizi è stato infine stabilito che entro il 20 settembre sarà avviato il barrieramento idraulico e dunque il pump&treat. Timac – pur presentando agli enti le difficoltà di attivarsi in tempi così rapidi, data l’imminenza del mese di agosto che rende difficile operare, soprattutto per le aziende – si è resa disponibile a procedere. Non c’è mai stata, infatti, alcuna volontà da parte dell’azienda di perdere tempo. Anzi, si è impegnata e ha operato per rendere operative le misure di tutela, ancorché non dovute, nel solo spirito di garanzia del territorio e rispetto di un ambiente oltraggiato da attività pregresse ed esterne al suo sito, giungendo addirittura – con l’approvazione di lunedì – a realizzare molto più di quanto indicato nelle illegittime ordinanze della Provincia, il cui contenuto è stato già impugnato dinanzi al Tar di Bari dall’azienda, che ha dato mandato ai propri legali di velocizzarne l’annullamento giudiziario».

Conclusione: «L’azienda sottolinea con soddisfazione come tutte le amministrazioni coinvolte abbiano riconosciuto nei propri scritti e dichiarazioni il pieno adempimento della società agli impegni assunti sull’attuazione delle MISO sul suolo. Questi attestati sono la miglior prova della serietà con cui Timac opera e intende operare e che naturalmente attende da tutti gli altri interlocutori».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 luglio 2016.

Da redazione,

«Il lungo e tortuoso iter intrapreso nella seconda metà del 2015 e finalizzato ad attività di bonifica – per un inquinamento non prodotto da Timac Agro – è finalmente giunto a compimento. La Conferenza di servizi di lunedì 11 luglio, svoltasi presso la sede dell’assessorato all’ambiente della regione Puglia, ha infatti autorizzato in sede “decisoria” l’ormai famoso pump&treat proposto da Timac Agro per rimuovere un inquinamento che come accertato dal CNR attraverso lo studio idrogeologico proviene dall’esterno dello stabilimento. Si tratta di un meccanismo che consentirà di estrarre dalla falda le acque che registrano valori anomali (pur se non dovuti all’attività del nostro stabilimento) e di sottoporre queste acque a trattamento per renderle definitivamente inoffensive per l’ambiente».

Lo sottolinea Andrea Camaiora, portavoce di Timac Italia, il cui stabilimento di Barletta dallo scorso 14 giugno è sotto sequestro preventivo con facoltà d’uso disposto dal sostituto procuratore Silvia Curione e poi convalidato dal gip di Trani, Angela Schiralli. A Pierluigi Sassi, amministratore delegato dell’azienda del Gruppo Roullier, la procura contesta la violazione dolosa di disposizioni in materia ambientale e l’omessa bonifica del sito. Il ricorso contro il sequestro sarà discusso lunedì 18 luglio dal Riesame di Trani: gli avvocati Francesco Bruno e Francesco Salvi chiedono l’annullamento del decreto del gip per insussistenza  degli indizi e delle esigenze cautelari.

«Il pump&treat proposto da Timac Agro sarà svolto, come di competenza, – aggiunge Camaiora – sotto l’attento controllo di Arpa, che nella seduta della Cds di lunedì, attraverso l’ingegner Giuseppe Gravina, ha chiesto e avuto conferma di un punto definito per la verifica del corretto svolgimento delle operazioni di emungimento e trattamento delle acque».

«L’azienda – sottolinea la nota – ha quindi mantenuto la parola più volte ribadita sugli organi di informazione. L’intervento sulla falda, che per parte nostra sarebbe stato possibile autorizzare già mesi fa, si aggiunge così a quello già operativo sul suolo e allo studio idrogeologico reso possibile dalla disponibilità dell’azienda in termini operativi ed economici».

«Come abbiamo più volte ribadito, pur senza cercare a tutti i costi visibilità, avevamo e abbiamo sempre avuto a cuore la sostenibilità ambientale del nostro territorio e abbiamo sempre ricercato la leale collaborazione di tutti gli enti. Nella conferenza di servizi – prosegue Timac – è stato dato unanimemente atto all’azienda di aver operato sempre con la massima apertura e l’azienda ha apprezzato l’intervento chiarificatore reso in conferenza di servizi dal sindaco Cascella che ha messo in evidenza la necessità che venisse ben chiarito che gli interventi in approvazione si configurassero quali intervento di bonifica».

«Il recupero e il riutilizzo delle acque estratte dalla falda nel ciclo produttivo di Timac – evidenzia l’azienda del gruppo Roullier – rappresenta un esempio avanzato di sostenibilità ambientale. In accordo con Arpa e su richiesta della Provincia, Timac si è dunque impegnata a fornire un’ulteriore documentazione tecnica in cui in modo particolareggiato esponga gli aspetti ingegneristici del trattamento delle acque. L’azienda stessa, per mostrare la volontà di proseguire speditamente, ha proposto la data del 31 luglio per fornire l’ulteriore documentazione e la proposta è stata accolta favorevolmente dagli enti. Anche la Asl, in accordo con Arpa, ha espresso parere favorevole, non rilevando alcun pericolo per i lavoratori, associandosi alla richiesta di verifica delle acque espressa da Provincia e Arpa.

In conferenza di servizi è stato infine stabilito che entro il 20 settembre sarà avviato il barrieramento idraulico e dunque il pump&treat. Timac – pur presentando agli enti le difficoltà di attivarsi in tempi così rapidi, data l’imminenza del mese di agosto che rende difficile operare, soprattutto per le aziende – si è resa disponibile a procedere. Non c’è mai stata, infatti, alcuna volontà da parte dell’azienda di perdere tempo. Anzi, si è impegnata e ha operato per rendere operative le misure di tutela, ancorché non dovute, nel solo spirito di garanzia del territorio e rispetto di un ambiente oltraggiato da attività pregresse ed esterne al suo sito, giungendo addirittura – con l’approvazione di lunedì – a realizzare molto più di quanto indicato nelle illegittime ordinanze della Provincia, il cui contenuto è stato già impugnato dinanzi al Tar di Bari dall’azienda, che ha dato mandato ai propri legali di velocizzarne l’annullamento giudiziario».

Conclusione: «L’azienda sottolinea con soddisfazione come tutte le amministrazioni coinvolte abbiano riconosciuto nei propri scritti e dichiarazioni il pieno adempimento della società agli impegni assunti sull’attuazione delle MISO sul suolo. Questi attestati sono la miglior prova della serietà con cui Timac opera e intende operare e che naturalmente attende da tutti gli altri interlocutori».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 luglio 2016.

Da redazione,

I sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec hanno emanato, lo scorso 8 luglio, una nota congiunta sull’incontro avvenuto una settimana prima con il sindaco di Barletta Pasquale Cascella attorno al rischio di perdita di posti di lavoro derivante dai recenti sviluppi giudiziari maturati su Timac.

Timac, hanno scritto i sindacati, è «un’azienda economicamente solida, con un livello di occupazione tra diretti e indiretti di oltre duecento unità lavorative, che si trova ad affrontare una possibile chiusura del sito, dovuta forse a responsabilità altrui». «Sia chiaro – prosegue la nota – noi non siamo per l’industria che inquina e uccide i cittadini e ancor prima i lavoratori. La nostra stella polare è che le produzioni devono essere compatibili con la salute la sicurezza e l’ambiente. Dove le aziende superano con le emissioni o gli scarichi le soglie della legge, sulla tutela della salute della collettività, devono provvedere a riportare i parametri sotto le soglie previste, se non lo fanno a quel punto possono anche essere chiuse, con buona pace di tutti. La Timac Agro ha sempre avuto corrette relazioni industriali e buoni rapporti con i dipendenti, ha sempre applicato il CCNL, una tra le poche aziende a Barletta a praticare la contrattazione di secondo livello, questo non ha nulla a che vedere con le questioni ambientali, ma ci dà il senso delle politiche aziendali».

Poi la critica al sindaco Cascella: «Il sindaco nell’incontro non ha fatto un solo accenno sul futuro di oltre 200 famiglie adesso coinvolte. In futuro potrebbero essere parecchie migliaia i posti di lavoro che saltano, qualora si dovesse attuare la delocalizzazione delle unità produttive presenti nell’area industriale per trasferirli in altre aree fuori dalla città. Il sindaco e la sua giunta forse sottovalutano che cacciando importanti realtà produttive locali si sta rischiando di procurare un danno alla società barlettana condannandola a perdere migliaia di posti di lavoro e redditi, creando di fatto le condizioni di disoccupazione diffusa e povertà del territorio».

I sindacati ricordano che l’incontro con il sindaco era stato chiesto da loro «per capire se l’amministrazione avesse a cuore la sorte di centinaia di lavoratori oppure no», ma sottolineano come nei giorni successivi sugli organi di informazione sia stata riportata solo la posizione del sindaco, «ovvero sviluppo sostenibile, partecipazione alla preparazione del PUG, bonifica, chiusura e delocalizzazione delle fabbriche, niente delle sorti dei lavoratori e delle loro famiglie».

“E’ questa indifferenza che ci preoccupa molto e la osteggeremo con tutti i mezzi disponibili, non escluso la mobilitazione dei lavoratori di tutta l’area industriale, affinché Timac e tutte le aziende presenti nell’area, con migliaia di posti di lavoro occupati, non siano sacrificate sull’altare di interessi speculativi ancora poco chiari» conclude la nota.

Da redazione,

"La consigliera Campese sulla Gazzetta ha centrato uno dei tanti punti di questa incredibile vicenda ambiental-occupazional-urbanistica che da mesi (forse anni) è in corso a Barletta". Così Andrea Camaiora, portavoce di Timac Agro Italia. "Da parte nostra - prosegue - non ci permetteremo di cavalcare la questione occupazionale e tantomeno di mettere sullo stesso piano ambiente e posti di lavoro, anche se appare lunare che un dibattito pubblico che affronti il rapporto tra imprese e città ignori la questione lavoro e altrettanto lunare che a sottovalutare l'impatto di una crisi economica sia un sindaco che per formazione culturale di sinistra dovrebbe essere attento al tema del lavoro. Ma andiamo oltre. Timac ha inteso costruire un rapporto aperto, veritiero e leale nei confronti degli enti locali, in primis del primo cittadino di Barletta, evitando sempre le polemiche".

E poi: "Ma - come sottolinea la consigliera Campese - se c'è trasparenza nel percorso intrapreso dal comune di Barletta nessuno se ne è accorto e Cascella non può pretendere dai suoi interlocutori la pazienza di Giobbe. È noto che il processo di bonifica, è stato proposto da Timac agli enti locali da molto tempo. Sul suolo, attraverso 600 mila euro spesi dall'azienda per le Miso, è già avviato. Sulla falda, attende solo un via libera definitivo. Per non parlare dello studio idrogeologico, che è stato realizzato volontariamente da Timac a proprie spese e presentato alla cittadinanza alcune settimane fa come un successo del sindaco. Un bel tacer non fu mai scritto, ma questa volta scriviamolo".

Conclusione: "Sia fatta chiarezza una volta per tutti: se inerzia c'è stata non è stata di Timac. È sempre per fare chiarezza: non saranno più ammesse senza reazioni perdite di tempo o speculazioni, di qualunque genere. Si può avere un problema politico a tenere in piedi la propria maggioranza ma occorre badare prima di tutto a tenere insieme il tessuto sociale di una comunità. Come? Non mandando a spigolare i lavoratori (che sono padri di famiglia), le aziende e i comitati, ma cercando di comporre la società con l'obiettivo di assicurare diritto alla salute, diritto al lavoro e tutela dell'ambiente. Noi, come scrivemmo a novembre sulla Gazzetta a Cascella, siamo disponibili a un confronto trasparente, leale ma soprattutto concreto".

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 4 luglio 2016.

Da redazione,

I sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec hanno emanato, lo scorso 8 luglio, una nota congiunta sull’incontro avvenuto una settimana prima con il sindaco di Barletta Pasquale Cascella attorno al rischio di perdita di posti di lavoro derivante dai recenti sviluppi giudiziari maturati su Timac.

Timac, hanno scritto i sindacati, è «un’azienda economicamente solida, con un livello di occupazione tra diretti e indiretti di oltre duecento unità lavorative, che si trova ad affrontare una possibile chiusura del sito, dovuta forse a responsabilità altrui». «Sia chiaro – prosegue la nota – noi non siamo per l’industria che inquina e uccide i cittadini e ancor prima i lavoratori. La nostra stella polare è che le produzioni devono essere compatibili con la salute la sicurezza e l’ambiente. Dove le aziende superano con le emissioni o gli scarichi le soglie della legge, sulla tutela della salute della collettività, devono provvedere a riportare i parametri sotto le soglie previste, se non lo fanno a quel punto possono anche essere chiuse, con buona pace di tutti. La Timac Agro ha sempre avuto corrette relazioni industriali e buoni rapporti con i dipendenti, ha sempre applicato il CCNL, una tra le poche aziende a Barletta a praticare la contrattazione di secondo livello, questo non ha nulla a che vedere con le questioni ambientali, ma ci dà il senso delle politiche aziendali».

Poi la critica al sindaco Cascella: «Il sindaco nell’incontro non ha fatto un solo accenno sul futuro di oltre 200 famiglie adesso coinvolte. In futuro potrebbero essere parecchie migliaia i posti di lavoro che saltano, qualora si dovesse attuare la delocalizzazione delle unità produttive presenti nell’area industriale per trasferirli in altre aree fuori dalla città. Il sindaco e la sua giunta forse sottovalutano che cacciando importanti realtà produttive locali si sta rischiando di procurare un danno alla società barlettana condannandola a perdere migliaia di posti di lavoro e redditi, creando di fatto le condizioni di disoccupazione diffusa e povertà del territorio».

I sindacati ricordano che l’incontro con il sindaco era stato chiesto da loro «per capire se l’amministrazione avesse a cuore la sorte di centinaia di lavoratori oppure no», ma sottolineano come nei giorni successivi sugli organi di informazione sia stata riportata solo la posizione del sindaco, «ovvero sviluppo sostenibile, partecipazione alla preparazione del PUG, bonifica, chiusura e delocalizzazione delle fabbriche, niente delle sorti dei lavoratori e delle loro famiglie».

“E’ questa indifferenza che ci preoccupa molto e la osteggeremo con tutti i mezzi disponibili, non escluso la mobilitazione dei lavoratori di tutta l’area industriale, affinché Timac e tutte le aziende presenti nell’area, con migliaia di posti di lavoro occupati, non siano sacrificate sull’altare di interessi speculativi ancora poco chiari» conclude la nota.

Da redazione,

"Timac condivide l'intervento del sindaco Pasquale Cascella e conferma la piena disponibilità a un confronto costruttivo per gestire nel modo più efficace possibile la problematica ambientale dell'area industriale". Replica così Andrea Camaiora, portavoce di Timac Agro, all'appello espresso dal sindaco di Barletta per uno sforzo collettivo.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 31 ottobre 2015.