Il Gruppo Roullier ospite dell’Alta Scuola in Economia Agro-alimentare dell’Università Cattolica (SMEA).
L’università, nell’ambito dell’attività formativa del corso master, organizza seminari di approfondimento aperti al pubblico esterno.
Mercoledì 14 marzo, il Gruppo Roullier è stato chiamato a raccontare la propria esperienza agli studenti universitari, in un seminario dal titolo “Il gruppo Roullier e la nutrizione: approccio di filiera e progetti di sviluppo in Italia - Presentazione progetto di sviluppo del web marketing aziendale”, con relatore Elia Fontana, direttore commerciale di Timazootec, business unit del Gruppo Roullier dedicata agli integratori per la zootecnia.
Sono passati solo alcuni giorni da quando, poco più di una settimana fa, sfatavamo una volta per tutte il mito dei “fumi” provenienti dai camini della nostra azienda, richiamando al medesimo senso di responsabilità e trasparenza i comitati e la stampa, tanto attenti alla situazione del nostro stabilimento quanto distratti sull’identificazione del vero inquinatore dell’area. Lo studio Cnr-Apra, infatti, ha dimostrato mesi orsono che l’inquinamento che caratterizza l’area proviene a monte dello stabilimento Timac. Dunque perché comitati, giornali e istituzioni non determinano di chi si tratta?
Suscita molta perplessità il fatto che, nonostante Timac abbia confermato in quest’ultima occasione di aver accolto la sfida della trasparenza, rendendo l’azienda una vera e propria casa di vetro per tutti i cittadini in cerca di risposte, alcuni comitati continuino a dimostrare di non voler in alcun modo aderire a quel genere di comportamento chiaro, trasparente e responsabile che con tanta veemenza professano per gli altri.
Capita così che uno di questi comitati non si ponga alcun limite nell’alimentare con informazioni spesso frammentate, incomplete e parziali (e di certo in contrasto con tutti gli studi realizzati dagli enti pubblici preposti) l’idea che dal nostro stabilimento provengano forme di inquinamento, ironizzando sulla fuoriuscita di vapore acqueo dai nostri camini (tesi però, dispiace per loro, corroborata da Arpa e magistratura) e pubblicando video di impianti produttivi dai quali vengono emessi vapori nell’aria senza precisare l’identità dell’azienda in questione, facendo alludere che si tratti proprio dello stabilimento di Timac, salvo poi, a domanda diretta posta da un utente su Facebook, dichiarare che si tratta della cementeria. E allora perché non scriverlo nel titolo? Di chi e che cosa hanno paura coloro che hanno realizzato e postato il video? La verità è sempre la migliore arma.
Non è, questo, certamente il tipo di comportamento che i cittadini di Barletta si aspetterebbero da chi ha preteso di elevarsi ad alfiere della trasparenza. Nella vicenda che ci riguarda, c’è chi, come Timac, ha deciso di agire con trasparenza, dialogo e confronto, e c’è chi, invece, preferisce rinchiudersi nei propri pregiudizi, foraggiando disinformazione e confusione. Ma le bugie hanno le gambe corte.
Prima una “chiamata a raccolta”, con tanto di appello «accorrete numerosi», poi… niente. O meglio, nessuno. Timac aveva organizzato l’incontro di presentazione del Bilancio di Sostenibilità per offrirsi alle domande e al confronto con i cittadini e con la stampa. Sulla pagina Facebook del comitato Operazione Aria Pulita BAT era stato segnalato l'appuntamento di venerdì scorso con l'appello «Presentatevi qui ed esprimete il vostro dissenso».
Prendiamo atto che molti – in primis i giornalisti – hanno deciso di intervenire, partecipare, avanzare idee e proposte, fornendo anche spunti critici (come ha fatto il presidente della commissione ambiente della Regione, Filippo Caracciolo) e auspicando un dialogo costante (come ha chiesto la presidente del consiglio comunale, Carmela Peschechera), mentre altri preferiscono sollevare polemiche sterili, polveroni inutili e allarmi infondati. Insomma, comitati non pervenuti!
Investimenti, carte, documenti, progetti, sollecitazioni per procedere agli ultimi interventi o per completare le opere di messa in sicurezza sono la miglior prova del nostro impegno per Barletta e per uno sviluppo sostenibile nel nome dell’ambiente.
Se vi siete mai chiesti da dove provengono le palme che si possono ammirare per le strade di Barletta, nella litoranea di Ponente e nella zona Patalini, è arrivato il momento di ottenere la risposta: dallo stabilimento Timac Agro. E' stata infatti la nostra azienda, dopo una serie di colloqui con l’assessore alle attività produttive e turismo Giuseppe Gammarota, ad espiantare i 45 alberi dal proprio stabilimento e a reimpiantarli, su indicazioni del comune, nelle zone dove si trovano ora. Tutte le spese dell'operazione sono state coperte dalla stessa Timac.
Il giorno martedì 5 luglio alle ore 12:00 Timac effettua, come da previsione Aia, il campionamento del terzo piezometro degli 8 otto previsti dal programma. Al momento del campionamento, né Arpa né alcun altro ente è presente. L’azienda aveva comunicato con congruo anticipo agli enti il calendario di rilevamento previsto per le giornate di martedì 5 e mercoledì 6, invitando vivamente a partecipare. Da parte degli enti nessuna richiesta di posticipazione dell’operazione.
Timac Agro Italia ha ottenuto il riconoscimento "Best Workplaces Italia 2016". Con questo attestato, l'azienda viene riconosciuta come uno dei migliori ambienti di lavoro in Italia.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 30 marzo 2016.
Lo stabilimento Timac Agro di Barletta è stato visitato dall'ambasciatore da Fessahazion Pietros, ambasciatore di Eritrea in Italia. L'ambasciatore ha potuto constatare di persona processi produttivi "green", ossia verdi, eco-compatibili, e l'avanzamento tecnologico dei macchinari.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo.