AGRICULTURA.IT (04/02/2022)
RIPALTA ARPINA (CR) – “Siamo sempre più focalizzati sulla realizzazione di tecnologie ispirate alla natura, che permettano di aumentare l’efficienza dei prodotti e ridurre il consumo delle materie prime.
In sintonia con la strategia europea e i nuovi bisogni degli agricoltori italiani, il nostro impegno è volto all’adozione di misure per la produzione di fertilizzanti che rispettino i criteri di sostenibilità ambientale e siano in grado di garantire reddito per le aziende agricole”.
Lo ha affermato l’amministratore delegato di TIMAC AGRO Italia Pierluigi Sassi, intervenendo al Forum CDO Agroalimentare 2022, il consueto appuntamento dedicato agli addetti del settore per confrontarsi sui temi dell’innovazione e del futuro del comparto agroalimentare.
“Il nostro modello di business – ha evidenziato Sassi – si basa su tre pilastri fondamentali, strettamente interconnessi fra loro: ricerca e sviluppo, flessibilità industriale e assistenza tecnica in campo con la nostra rete capillare di oltre 160 tecnici agronomi attivi su tutto il territorio italiano. Questo sistema è in grado di identificare i bisogni degli agricoltori e consente di proporre al mercato prodotti innovativi”.
L’azione della filiale italiana di Groupe Roullier, punto di riferimento mondiale nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti, con stabilimenti produttivi a Ripalta Arpina (CR) e Barletta, è in piena sintonia con le nuove strategie “Farm to fork” e “Sustainable agriculture” che rendono necessario un percorso di grande innovazione nel mondo della ricerca e delle imprese, al fine di massimizzare l’efficienza delle produzioni agrarie e sostenere i principi della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica.
“Per accompagnare la transizione stiamo lavorando per mettere a punto tecnologie ispirate alla natura che siano sempre più capaci di aumentare l’efficienza dei prodotti e di ridurre il consumo delle materie prime –ha aggiunto l’ad di TIMAC AGRO Italia – garantendo la massima espressione del potenziale genetico delle piante da nutrire. La nostra ricerca è impegnata a trovare fonti alternative di materie prime seconde per la nutrizione all’interno delle filiere agroalimentari e dei residui che esse producono”.
Su questo fronte, TIMAC AGRO Italia ha infatti già sviluppato la gamma di fertilizzanti Energeo, nell’ambito del progetto “Restituire Energia alla Terra”, in collaborazione con COPROB-Italia zuccheri, l’unica filiera di zucchero 100% italiano. Il progetto è finalizzato a creare prodotti per la nutrizione vegetale secondo i più avanzati principi di economia circolare. Un obiettivo raggiunto valorizzando i residui della trasformazione della barbabietola da zucchero con l’omonima tecnologia sviluppata dal Centro Mondiale dell’Innovazione del Gruppo Roullier, il più grande centro di ricerca privato in Europa nel campo della nutrizione vegetale e animale. Le parole di Sassi: “Valorizzare e ottimizzare per offrire soluzioni fertilizzanti avanzate alla aziende agricole: questo è nel concreto il nostro contributo per la transizione ecologica e l’agricoltura del futuro”.
Fra gli altri stimoli dobbiamo aggiungere l’impatto della trasformazione digitale che è stata fortemente accelerata dalla pandemia – ha incalzato Sassi – e che ha modificato il modo in cui si crea valore aggiunto. Stiamo lavorando anche allo sviluppo di sistemi digitali per il supporto alle decisioni che ogni giorno dobbiamo prendere per dare il meglio agli agricoltori italiani. La pandemia ci ha anche ricordato quanto l’agricoltura sia un asset strategico per il Sistema Paese – ha proseguito – e questo ha incrementato l’interesse degli investitori istituzionali nel campo dell’agribusiness, che stanno investendo sempre più nel settore. Anche i giganti dell’energia iniziano a considerare l’agricoltura un’opportunità per realizzare progetti di decarbonizzazione e lotta al cambiamento climatico.
AFFARITALIANI.IT - Nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime e il rincaro delle bollette, che rischiano di provocare conseguenze rilevanti per l’industria e i consumatori, Timac Agro Italia continuerà la produzione e la commercializzazione di fertilizzanti. Questo a garanzia della continuità della filiera agroalimentare del Paese.
La filiale di Groupe Roullier garantirà così il costante approvvigionamento dei prodotti, grazie ai propri stabilimenti produttivi e all’impiego ottimale degli elementi nutritivi, anche attraverso logiche di economia circolare e conseguente riduzione degli sprechi. Timac Agro Italia può contare su tecnologie che consentono un impiego calibrato e responsabile delle risorse non inesauribili.
In virtù di ciò, a inizio 2021, l’azienda ha stretto con Coprob, la cooperativa capofila nel settore bieticolo saccarifero italiano, un accordo di partenariato volto a mettere a fattore comune competenze complementari per trasformare in fertilizzanti i sottoprodotti della produzione di zucchero da barbabietole, le cosiddette “calci di defecazione”.
Il gruppo, avvalendosi del supporto del Centro mondiale dell’innovazione (Cmi) Roullier, il più grande centro di ricerca privato a livello europeo, ha sviluppato così la tecnologia Energeo studiata per aumentare l’efficienza dei nutrienti, la conservazione e rigenerazione della sostanza organica, l’attivazione della fisiologia delle piante e per preservare l’equilibrio energetico del suolo.
Oltre a processi produttivi efficienti è significativa la caratteristica distintiva dell’azienda che è quella di fare sistema con e per il territorio.
“Se un anno fa avevamo l’esigenza precipua di intraprendere un’azione volta a salvaguardare la continuità della filiera agroalimentare nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, ora il settore deve fronteggiare le criticità dettate dalla scarsità di materie prime, le relative speculazioni finanziarie e i conseguenti rincari che non risparmiano alcuna commodity. Per questo, oggi più che mai, è necessario un virtuoso gioco di squadra fra tutti gli attori in campo per vincere la sfida del futuro. Noi ci muoviamo da sempre nella direzione di un business sostenibile nel campo nella nutrizione vegetale e crediamo nel territorio, nelle nostre risorse umane e in una produttività che coniuga tradizione e innovazione” sostiene Pierluigi Sassi, amministratore delegato di Timac Agro Italia.
Negli ultimi giorni si sono registrati segnali allarmanti da parte di alcune multinazionali dei fertilizzanti in Europa e nel Regno Unito.
Basti pensare al gruppo americano CF Industries Holdings Inc, quotato a Wall Street, che ha dichiarato di sospendere le operazioni nei due siti inglesi di Billingham e Ince, a causa dell'aumento dei prezzi del gas naturale.
O all’annuncio del taglio del 40% della produzione nel Vecchio Continente da parte di Yara, uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca e primo operatore italiano del settore.
Un fatto che non scalfisce in alcun modo l’operatività delle due unità produttive di Timac Agro Italia, a Ripalta Arpina (CR) e Barletta (BT). Entrambe si rivolgono sia al mercato nazionale che all'esportazione. La rete commerciale dell’azienda altamente formata e qualificata, è distribuita in modo capillare su tutto il territorio nazionale, con oltre 150 tecnici in grado di visitare più di 6 mila aziende agricole ogni settimana.
“Questa è la nostra forza, una forza che coopera con gli agricoltori italiani per garantire l’affidabilità della filiera agroalimentare, col suo patrimonio di varietà, qualità e sicurezza-conclude Sassi –Il nostro impegno risulta essenziale ancor più in questa congiuntura storica eccezionale, per consentire la continuità della filiera e assicurare che i prodotti agricoli continuino ad arrivare dai campi alle tavole anche nel 2022”.
RIPALTA ARPINA - Timac Agro Italia, azienda leader nel settore della nutrizione vegetale con stabilimento a Ripalta Arpina, e la Fondazione Cmcc - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici hanno stipulato un accordo di collaborazione scientifica sui temi dell'agricoltura mediterranea e del cambiamento climatico. La partnership triennale punta alla costruzione di agrosistemi resilienti, nel quadro globale degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. «Questo accordo - dichiara l'amministratore delegato di Timac Agro Italia, Pierluigi Sassi - conferma il nostro im pegno in favore di un'agricoltu ra efficiente e sostenibile. Una missione che, da anni, guida costantemente il nostro agire e che oggi, grazie alla collaborazione con il Cmcc, può esprimersi in una nuova e più ampia prospettiva, rivolgendosi non solo alla comunità scientifica e agli addetti ai lavori del settore, ma anche ai più giovani e alla società in generale». Per il presidente del Cmcc, Antonio Navarra, «l'accordo è in linea con le strategie della Fondazione nell'impegno a fornire dati e informazioni prodotti da una rigorosa ricerca scientifica, su tematiche legate all'agricoltura sostenibile del Mediterraneo». Nel concreto, l'accordo darà vita a numerose attività di ricerca scientifica, divulgazione e formazione, su colture mediterranee come olivo, frumento e vite. Tra le attività oggetto dell'accordo si citano: svolgimento di esercitazioni tesi, progetti e convegni; pubblicazioni scientifiche, ricerche e studi, anche per completare le attività didattiche; partecipazione a progetti di ricerca e richieste di finanziamento a livello regionale, nazionale ed europeo, tramite la partecipazione a bandi del Programma operativo nazionale, del Fondo sociale europeo odi altri programmi di comune interesse; forme di collaborazione con altre Università, centri di ricerca e istituti pubblici e privati; promozione di conferenze, incontri, seminari e scambi culturali nel campo della ricerca applicata e della cooperazione in campo agricolo; finanziamento diborse di studio per ogni forma di attività didattica e di borse di dottoratoe post-dottorato.
L'AZIENDA È LA FILIALE ITALIANA DEL GRUPPO ROULLIER • RIPALTA ARPINA Timac Agro Italia, dal 1991 filiale italiana del gruppo fran cese Roullier, punto di riferimento mondiale nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti, opera anche in Italia con la sua rete di oltre 150 tecnici agronomi che, ogni giorno, visitano le aziende agricole su tutto il territorio nazionale, offrendo assistenza tecnica in materia di nutrizione vegetale. La tecnologia dei prodotti Timac Agro Italia è il risultato dell'attività del Centro Mondiale per l'Innovazione (C.M.I.) del Gruppo Roullier, il più grande centro di ricerca privato in Europa dedicato alla nutrizione vegetale e animale.
Il dott. Agostino Di Ciaula presenta lo studio pubblicato su “Exposure and Health”: un biomonitoraggio sulle unghie di alcuni bambini residenti nella città di Barletta per valutare lo stato di salute dell'ambiente.
"E' stato condotto su 366 bambini di Barletta, città sede di un cementificio alimentato con combustibili fossili e rifiuti. In sintesi, i risultati principali dimostrano che:
- nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti prodotti dal cementificio, che ospitano case e scuole, c’è una maggiore concentrazione atmosferica di PM10 rispetto alle aree controllo, con livelli di esposizione superiori ai limiti annui indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità;
- i bambini maggiormente esposti alle emissioni dell’impianto hanno un maggiore bio-accumulo di Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico rispetto a chi è invece prevalentemente esposto al solo inquinamento da traffico veicolare;
- un pattern differente di bio-accumulo è rilevabile nei bambini prevalentemente esposti a traffico veicolare (bio-accumulo di Bario).
Conclusioni principali:
- chi frequenta scuole e vive nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti emessi dai cementifici è esposto a maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici e accumula cronicamente metalli potenzialmente tossici, specie per organismi in fase di sviluppo.
- Impianti industriali inquinanti non dovrebbero essere localizzati in aree densamente urbanizzate, in prossimità di scuole e abitazioni nelle quali vivono soggetti particolarmente vulnerabili.
- sia l’inquinamento da impianti industriali che quello da traffico veicolare richiedono grande attenzione in termini di misure di prevenzione primaria, soprattutto per tutelare i soggetti più fragili".
Ho inviato copia del lavoro agli amministratori comunali di Barletta e alla dirigenza della ASL BAT, che ringrazio ancora per il concreto supporto. Per chi volesse leggerlo, il lavoro è disponibile al seguente link:
https://rdcu.be/cnehA
Sul lavoro si è espressa anche l'associazione Forum Salute e Ambiente, ecco il comunicato stampa a firma Sabrina Salerno e Sandra Parente.
"Nel 2011 il cementificio Buzzi Unicem riceveva parere positivo prima dalla provincia Barletta-Andria-Trani (amministrazione Ventola) sulla Valutazione di Impatto Ambientale poi dalla Regione Puglia (amministrazione Vendola) sull’Autorizzazione Integrata Ambientale per co-incenerire 65.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Questo accadeva nella totale indifferenza del Comune di Barletta (amministrazione Maffei), della Asl Bat (direzione Gorgoni) e delle altre istituzioni, dotate del potere di esprimere parere vincolante, rispetto alle istanze del movimento territoriale (Collettivo Exit, Associazione Beni Comuni, Circolo Arci Cafiero e singoli cittadini) che veniva formandosi e rivendicava una gestione dei rifiuti in linea con la Strategia Rifiuti Zero e priva delle pratiche di incenerimento e conferimento in discarica.
In 10 anni la parte della comunità sensibile alle tematiche relative a Salute e Ambiente si è riunita in un Forum portando avanti innumerevoli iniziative: sit-in, manifestazioni, incontri e conferenze stampa, frutti di studio e continuo confronto con altre realtà italiane e internazionali impegnate sugli stessi fronti. I momenti salienti di questo decennio di lotta che ci preme ricordare sono: la raccolta firme a sostegno della Legge nazionale di iniziativa popolare “Rifiuti Zero”, l’incontro internazionale contro l’incenerimento dei rifiuti del 2014, la raccolta firme per sottoporre al consiglio comunale due proposte di deliberazione di iniziativa popolare su “Rifiuti Zero” e “Monitoraggio ambientale legato alle aziende insalubri” del 2015 e la manifestazione per fermare il Disastro Ambientale del gennaio 2016.
Tappe fondamentali di un percorso che piano piano ha visto aumentare il sostegno da parte della popolazione locale sempre più consapevole dei rischi connessi ad attività prive di qualsivoglia giustificazione, se si parla di etica e logica, perché aventi come risultati il profitto a vantaggio di pochi e costi ambientali, sanitari e sociali ricadenti sulle comunità residenti. Oggi la scienza convalida il nostro impegno e la nostra visione grazie ai risultati dello studio a cura del dott. Agostino Di Ciaula sul Bioaccumulo di metalli pesanti nelle unghie dei bambini esposti all’inquinamento urbano e alle emissioni dei cementifici, pubblicato su “Exposure and Health”. In sintesi, è stato dimostrato che nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti prodotti dal cementificio, che ospitano case e scuole, c’è una maggiore concentrazione atmosferica di PM10 rispetto alle aree di controllo, con livelli di esposizione superiori ai limiti annui indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; i bambini maggiormente esposti alle emissioni dell’impianto hanno un maggiore bio-accumulo di Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico rispetto a chi è invece prevalentemente esposto al solo inquinamento da traffico veicolare; un pattern differente di bio-accumulo è rilevabile nei bambini prevalentemente esposti a traffico veicolare (bio-accumulo di Bario).
Pertanto chi frequenta scuole e vive nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti emessi dai cementifici è esposto a maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici e accumula cronicamente metalli potenzialmente tossici, specie per organismi in fase di sviluppo. Gli impianti industriali inquinanti, dunque, non dovrebbero essere localizzati in aree densamente urbanizzate, in prossimità di scuole e abitazioni nelle quali vivono soggetti particolarmente vulnerabili. Dato che l’inquinamento da impianti industriali e quello da traffico veicolare richiedono grande attenzione in termini di misure di prevenzione primaria, soprattutto per tutelare i soggetti più fragili, chiediamo all’amministrazione comunale Cannito di organizzare nell’anfiteatro dei giardini del Castello un incontro pubblico affinché la popolazione del territorio venga debitamente informata e resa più consapevole dei rischi ai quali è sottoposta, presentando accuratamente i risultati del Biomonitoraggio su 366 bambini residenti a Barletta.
Ci auguriamo siano coinvolti i soggetti che nel 2019 hanno sottoscritto con noi il Protocollo propedeutico allo Studio in oggetto e che si sono adoperati affinché tutte le fasi fossero portate avanti con serietà e professionalità: ASL BAT, Ordine dei Medici della provincia BAT, Istituzioni scolastiche operanti nel territorio comunale di Barletta (scuole elementari Musti-Dimiccoli, Pietro Paolo Mennea, Modugno e Girondi), Legambiente, GEPA guardie eco zoofile e ISDE Italia (International Society of Doctors for Environment) nella persona del dott. Agostino Di Ciaula, responsabile scientifico dello studio, che, siamo sicuri, supporterà ancora una volta chi crede che una forma alternativa di progresso in grado di coniugare lavoro, salute e ambiente non solo sia possibile ma anche necessaria e improcrastinabile. Questo traguardo lo dedichiamo a Tamara Sarli, attivista del Forum, scomparsa troppo presto a causa di un male incurabile".
“La domanda di prodotti biologici in Italia è in forte crescita e può rappresentare una grande opportunità per l’intero comparto agroalimentare italiano. Sono tre gli ingredienti fondamentali per rispondere al meglio a questa sfida: la formazione, e quindi un adeguamento sul piano della conoscenza da parte delle aziende, la filiera, cioè attuare strategie condivise e in un’ottica di economia di scala, e il binomio ricerca-innovazione”.
E’ quanto ha dichiarato Pierluigi Sassi, vice presidente del Gruppo Roullier, aprendo i lavori del seminario “La coltivazione biologica della barbabietola da zucchero”, organizzato dalla Cooperativa Produttori Bieticoli (CoproB), Federbio e Timac Agro Italia al Fico di Bologna. Hanno partecipato Claudio Gallerani (presidente CoproB), Paolo Carnemolla (presidente Federbio), Giovanni Campagna (responsabile CoproB) e Luca Marcheselli (responsabile CoproB progetto Bio), che ha illustrato i risultati della campagna 2018 per la coltivazione biologica delle barbabietole. CoproB è il più importante produttore del settore bieticolo saccarifero italiano attraverso il marchio Italia Zuccheri.
“Quest’anno, in occasione della firma del memorandum d’intenti con Federbio, avevamo preso l’impegno come Gruppo Roullier e Timac Agro Italia di presentare al mercato una linea di fertilizzanti dedicati interamente a incrementare la produttività delle coltivazioni nel settore biologico: oggi possiamo dire di aver mantenuto la promessa”. Così Pierluigi Sassi, vice presidente del Gruppo Roullier, presentando la linea ‘Innovabio’ di Timac Agro al seminario in corso a Bologna, presso Fico, in compagnia di Paolo Carnemolla (presidente Federbio), Claudio Gallerani (presidente CoproB), Raffaele Maiorano (presidente Confagricoltura Giovani), Gianluca Ferrari (vice presidente Granlatte) e Giovanni Panzeri (direttore MDD Carrefour Italia).
La multinazionale francese, leader nel campo della nutrizione vegetale e animale con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti, ha scelto l’Italia per la presentazione mondiale di Innovabio. L’occasione è stata offerta dal seminario in corso a Fico, dedicato alla “nuova sfida per un bio produttivo”, in cui i rappresentanti dei principali player del settore biologico hanno sottolineato come il rafforzamento della filiera, l’innovazione e le competenze siano fondamentali per aumentare la produttività nel campo dell’agricoltura biologica. Innovabio è la risposta di Roullier e di Timac Agro alle nuove sfide del bio, su tutte le colture. La filosofia di fondo di Innovabio è proprio quella di puntare alla produttività attraverso l’innovazione, tanto da coniare il neologismo “bioproduttività”.
“Assistiamo al grande sviluppo del biologico come fenomeno di massa – ha spiegato Pierluigi Sassi – e questo ha determinato importanti investimenti del nostro Gruppo in questo campo. Nel mercato bio la strategia di filiera assume una rilevanza fondamentale e i partenariati che abbiamo siglato negli ultimi mesi con i principali player del settore agroalimentare del nostro Paese assumeranno per noi ancora maggiore importanza. La nostra convinzione è che le chiavi per rispondere alla sfida dello sviluppo del bio vadano individuati nella tutela dei valori e nell’innovazione, con la definizione di prodotti tecnologicamente avanzati”.
“Verrà il momento di presentare le caratteristiche tecniche agronomiche dei nostri prodotti – ha aggiunto Sassi – ma oggi con il Gruppo Roullier teniamo a presentare in anteprima mondiale in Italia una soluzione che è stata resa possibile grazie al supporto offerto al nostro gruppo dal Centro Mondiale dell’Innovazione di Saint Malo (Francia) e dal network di istituti universitari di fama internazionale ad esso collegati”.
“A ciò si aggiunge – ha concluso Pierluigi Sassi – il modello di business unico di Roullier che grazie alla rete commerciale con i migliori tecnici specializzati, formati in maniera permanente e ora anche in modo specifico sul bio con la collaborazione con Federbio e Accademiabio, con i prodotti Innovabio aiuta gli agricoltori a ottenere suoli più pronti e reattivi, che sono la base fondamentale per una elevata produttività in agricoltura biologica”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato da Agrisole il 18 ottobre 2018
Una partnership all’insegna dell’innovazione e della promozione del biologico tra due player del settore agroalimentare: FederBio, Federazione nazionale di organizzazioni fondata nel 1992 con l’obiettivo di tutelare e favorire lo sviluppo di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Groupe Roullier Zone Italie, holding Italiana del Gruppo Roullier, leader mondiale nel campo della nutrizione vegetale e animale con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti.
Sulla base dell’accordo strategico, Groupe Roullier (con i suoi marchi Timac Agro Italia e Timazootec) e FederBio collaboreranno per promuovere la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni, con l’obiettivo di migliorare la produttività e la competitività delle aziende agricole e zootecniche attive nel settore. In questa sfida, il Gruppo Roullier si avvarrà delle innovazioni derivanti dall’attività del Centro Mondiale dell’Innovazione, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione, inaugurato dal gruppo francese a Saint-Malo nel 2016.
L’accordo prevede, inoltre, la messa a punto di un’attività formativa specifica e certificata, curata da FederBio attraverso la sua Accademia Bio, dedicata agli esperti di Timac Agro Italia e Timazootec. Grazie a quest’iniziativa particolarmente innovativa per il settore, i tecnici del Gruppo Roullier potranno assicurare l’assistenza nutrizionale più qualificata anche alle aziende agricole che operano in regime di biologico.
“Siamo lieti – dichiara Pierluigi Sassi, vicepresidente di Groupe Roullier Zone Italie – di poter contribuire con il supporto di FederBio allo sviluppo dell’agricoltura biologica, un settore sempre più strategico per l’agroalimentare italiano e sempre più apprezzato dai consumatori. Il protocollo che abbiamo siglato impegna il Gruppo Roullier a presentare nel più breve tempo possibile al mercato italiano le soluzioni più innovative, capaci di coniugare i valori del biologico con le aspettative produttive degli operatori, fornendo così nuovi strumenti per affrontare questa nuova sfida per le filiere agroalimentari: il Bio come fenomeno di massa”.
“Siamo soddisfatti di aver avviato questa importante collaborazione con un’azienda di rilievo internazionale come Groupe Roullier Zone Italie che ha deciso di investire in maniera significativa nel biologico. Metteremo a disposizione tutto il nostro know how per supportare efficacemente i suoi tecnici nello sviluppo di soluzioni innovative tese a ottimizzare la produttività e competitività delle aziende agricole e zootecniche attive nel settore, con assoluto rispetto anzitutto dei principi fissati nella normativa europea dell’agricoltura biologica e dell’approccio agroecologico che ne è alla base”, ha commentato Paolo Carnemolla, Presidente FederBio.
“Il gip del Tribunale di Trani, la dottoressa Lucia Anna Altamura, ha nuovamente concesso la facoltà d’uso dello stabilimento Timac di Via Trani. Nelle prossime settimane, l’azienda sarà impegnata a effettuare tutte le verifiche e manutenzioni per ripartire al meglio dopo il fermo temporaneo dello stabilimento. L’impianto di Barletta sarà nuovamente nelle condizioni di accogliere ordini e, se vi saranno le condizioni di mercato, come auspichiamo, di ripartire con la produzione”. È quanto dichiara in una nota il responsabile delle relazioni esterne dello stabilimento di via Trani, Andrea Camaiora.
“Sul fronte ambientale – prosegue la nota – Timac è determinata a rispettare gli impegni assunti in occasione del tavolo promosso dal sindaco Mino Cannito e concesso dalla pm Silvia Curione, per addivenire a una soluzione verificata sul piano tecnico-scientifico che potrà poi essere validata dagli enti nelle opportune sedi”.
“L’azienda – conclude Camaiora – esprime un ringraziamento nei confronti di tutti coloro che hanno agito con senso di responsabilità, impegnandosi anche oltre gli stretti formalismi. In questo senso, un particolare apprezzamento va al sindaco Cannito, alla pm Curione e alla gip Altamura”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 26 luglio 2018
Un finanziamento di 50 milioni di euro della Banca europea degli investimenti (BEI) sosterrà le attività di ricerca e sviluppo del Gruppo Roullier, multinazionale francese che con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti è leader nel campo della nutrizione vegetale e animale. Roullier è il primo beneficiario del nuovo programma di finanziamenti per l’agricoltura e la bioeconomia, da 1 miliardo di euro, lanciato dalla BEI lo scorso aprile e sostenuto dal piano Juncker, un programma rivolto alle cooperative e alle imprese di tutta Europa. Il gruppo bretone è presente nel nostro Paese con la holding “Groupe Roullier Zone Italie”, guidata dal manager italiano Pierluigi Sassi, che comprende, tra le altre, le business unit Timac Agro Italia e Timazootec.
Il contributo è stato ufficializzato nei giorni scorsi a Saint-Malo, dove ha sede il Centro Mondiale dell’Innovazione, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione, inaugurato dal gruppo francese nel 2016. Il prestito della BEI servirà a finanziare le attività di ricerca e sviluppo del Gruppo Roullier, con l’obiettivo di migliorare il portafoglio prodotti, la ricerca di nuove aree di applicazione adattate alle esigenze nutritive di piante e animali, nonché l’adattamento dello strumento di produzione. Le attività di ricerca saranno condotte principalmente nel Centro Mondiale dell’Innovazione a Saint-Malo e nel Centro di studi e ricerca applicata (CERA) con sede a Dinard.
“La BEI, e attraverso di essa, l’Europa, è lieta di poter accompagnare il Gruppo Roullier nell’implementazione della sua strategia di innovazione per lo sviluppo di una nutrizione animale e vegetale rispettosa dell’ambiente”, ha affermato Ambroise Fayolle, vicepresidente della BEI.
“Siamo orgogliosi di essere la prima azienda a beneficiare di questo finanziamento da parte della BEI, un vero riconoscimento del nostro investimento per quasi 60 anni nell’innovazione”, ha dichiarato Sébastien Chauffaut, presidente del comitato esecutivo del gruppo Roullier. “Il finanziamento ci consentirà di continuare e accelerare i nostri progetti di ricerca di nuovi prodotti e processi innovativi, il tutto con l’obiettivo di promuovere un’agricoltura sostenibile”.
Anche Phil Hogan, commissario Ue per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, si è felicitato della firma dell’accordo: “L’accesso ai finanziamenti per le attività di ricerca e sviluppo di gruppi come Roullier è un esempio di come l’Ue possa svolgere un ruolo importante nel sostenere l’economia rurale europea”.
Qui per leggere l'articolo pubblicato di Italia Oggi, il 4 luglio 2018
Il meglio dell’innovazione e della ricerca scientifica mondiale nella nutrizione vegetale al servizio delle filiere agricole e alimentari. Sono stati assegnati oggi, giovedì 28 giugno, gli “Innovation Awards Groupe Roullier 2018”, i premi del concorso internazionale lanciato dal Gruppo Roullier, multinazionale francese che con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti è leader nel campo della nutrizione vegetale e animale, riservato ai migliori progetti di ricerca e sviluppo nel campo della nutrizione delle piante e del suolo elaborati dai ricercatori delle università ed enti di ricerca di tutto il mondo.
Ben 63 i progetti pervenuti all’attenzione del comitato scientifico da 26 Paesi (dall’Europa all’Africa, dall’America all’Asia), incentrati sui cinque temi oggetto della competizione: nutrizione vegetale; sostanze naturali, vegetali e marine; vita e scienza del suolo; biostimolazione e biocontrollo; biotecnologie e ingegneria delle colture.
I vincitori dell’edizione 2018 sono l’italiana Laura Zanin (Università degli Studi di Udine) e l’austriaco Walter Wenzel (Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna). I due migliori progetti sono stati premiati con una borsa di ricerca di durata annuale di 60.000 euro ciascuna. La premiazione è avvenuta al Centro Mondiale dell’Innovazione di Saint-Malo, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione inaugurato dal gruppo francese nel 2016.
La premiazione è stata preceduta da una conferenza che ha visto la partecipazione di alcuni tra i principali esperti in materia di agricoltura, nutrizione vegetale e ambiente: Heitor Cantarella (direttore dell’Agronomic Institute di Campinas), Nicolaus Von Wiren (direttore Department Molecular Plant Nutrition presso il Leibniz Institute of Plant Genetics and Crop Plant Research), Christophe Salon (research director di INRA) e Michele Morgante (direttore scientifico Istituto di Genomica Applicata).
Alla premiazione hanno partecipato Sébastien Chauffaut (presidente dell’executive board del Gruppo Roullier), Ambroise Fayolle (vicepresidente della Banca europea degli investimenti) e il sindaco di Saint-Malo, Claude Renoult.
“Il nostro gruppo si conferma leader a livello europeo nell’innovazione – dichiara Pierluigi Sassi, vicepresidente di Groupe Roullier Zone Italie – Crediamo nel fatto che il progresso scientifico e tecnologico non debba avere frontiere per sviluppare, anche in agricoltura, soluzioni sempre più avanzate ed efficienti. Siamo orgogliosi che alcune delle più eminenti figure dell'università italiana - penso tra gli altri al prof. Michele Morgante, presidente della società di genetica agraria italiana - abbiano accolto l'invito a partecipare alla premiazione di questo concorso internazionale promosso dal gruppo Roullier e che proprio una ricercatrice italiana, Laura Zanin dell'università di Udine, sia una dei due vincitori del premio”.