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E ANCORA NON SI CONOSCE L'IDENTITA' DEL VERO INQUINATORE DELL'AREA INDUSTRIALE DI BARLETTA

(TEMPO TRASCORSO DALLA PUBBLICAZIONE DELLO STUDIO IDROGEOLOGICO CNR/ARPA E DALLA MANCATA INDIVIDUAZIONE DEL RESPONSABILE DELL'INQUINAMENTO)

Passo importante nella tutela dell'ambiente dell’area industriale di Barletta: Timac Agro è stata autorizzata a potenziare ulteriormente una nuova misura di messa in sicurezza operativa (MISO) della falda. Il nuovo impianto, che sarà completato in pochi mesi, intercetterá le acque inquinate della falda che caratterizzano l'area industriale e che, giungendo a valle nello stabilimento di fertilizzanti di via Trani, saranno prelevate dalla falda, trattate per rimuovere le sostanze inquinanti e reimmesse nel flusso di falda.

La determinazione, giunta con atto dirigenziale n.193/2020 del Servizio Bonifiche e pianificazione della Regione, è stata approvata all'unanimità dagli enti (Arpa, Asl, Provincia, Comune). Con la soluzione adottata, Timac Agro è una tra le prime aziende in Puglia che adotta una soluzione così innovativa.

La multinazionale, guidata in Italia dall’ing. Pierluigi Sassi, sottolinea: «È una certezza in più, un punto fermo, un potenziamento del servizio ambientale di cui Timac Agro si è fatta carico a beneficio della comunità locale. Il nuovo impianto ha un funzionamento simile a una lavatrice rispetto alle sostanze inquinanti che caratterizzano l'intera area industriale di Barletta: le preleva a valle dello stabilimento, le tratta, le bonifica e le reimmette in falda a monte rispettando le scrupolose indicazioni ricevute da Arpa Puglia, anche per mantenere sotto controllo il cuneo salino proveniente dal mare».

L'impianto rappresenta un importante costo per l'azienda: 350 mila euro, senza contare gli oltre 60 mila euro all'anno dei costi di gestione. Somme che, aggiunte ai tre milioni e mezzo di euro già spesi in questi anni da Timac, fanno sfiorare l'enorme cifra di 4 milioni di euro. «Sono risorse ingenti dedicate alla gestione ambientale – sottolineano dall'azienda di via Trani – che dimostrano ora più che mai che Timac sente forte l'attaccamento a Barletta e che intende continuare ad investire su questo sito. D'altro canto, sebbene questa nuova misura di contenimento dell’inquinamento vada nella direzione di migliorare la tutela ambientale della zona industriale di Barletta, non si può dimenticare che rimane ancora aperta la questione sollevata da ben 1459 giorni dal primo studio CNR/IRSA su chi sia il vero inquinatore della falda».

Tele Sveva:

Teleregione Color:

 

Amica 9 Tv:

Giovedì 26 settembre, presso la “Sala Rossa” del Castello di Barletta, si è tenuto il convegno “Autunno, la stagione della nutrizione”, promosso da Timac Agro Italia. All’incontro sono intervenuti Pierluigi Sassi (amministratore delegato Timac), Michele Piazzolla (presidente sezione Confindustria BAT), Laura De Gara (Università Campus Bio-Medico di Roma) e José Garcia Mina (Universidad De Navarra e vice presidente della Società mondiale delle “Sostanze umiche”). Il confronto è stato condotto dal giornalista Antonio Pascale. All’iniziativa hanno partecipato oltre duecento distributori provenienti da tutte le regioni del Sud.

Pierluigi Sassi dichiara: “L’iniziativa promossa da Timac Agro – qualificata da importanti docenti universitari – ha un grande valore scientifico e abbiamo fortissimamente voluto organizzarlo in questa città, nel meraviglioso castello svevo, a poche centinaia di metri dal nostro stabilimento e dal porto, per confermare che siamo la presenza più rilevante nel settore dei fertilizzanti a Mezzogiorno e per porre al centro la città di Barletta che con la sua indiscutibile vocazione marinara e industriale, da un secolo e mezzo gioca un ruolo fondamentale nell’agricoltura di tutto il Sud e del bacino del Mediterraneo. Ruolo a volte trascurato inconsapevolmente ma che abbiamo invece il dovere di ricordare”.

All'evento hanno preso parte, tra gli altri, il consigliere regionale Ruggiero Mennea - in rappresentanza del governatore Michele Emiliano -, il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, l’assessore Michele Ciniero, il presidente della Commissione Affari Sociali Riccardo Memeo e il consigliere Giuseppe Basile.
 

Lo stabilimento Timac di via Trani ha riaperto a seguito di un provvedimento dell’autorità giudiziaria che ha accertato, oltre ogni ragionevole dubbio, dopo approfondite analisi dei periti della Procura della Repubblica di Trani e ARPA, che Timac non produce alcuna forma di inquinamento atmosferico”. È quanto hanno dichiarato in una conferenza stampa Francesco Salvi (legale dell’azienda, studio Pavia e Ansaldo), Andrea Camaiora (portavoce) e Gianni Vetrugno (direttore di stabilimento).

L’avvocato Salvi ha sottolineato: “Inoltre, la procura ha riconosciuto e apprezzato l’avanzamento dei lavori di esecuzione della messa in sicurezza del suolo e della falda da parte di Timac, confermando che detti interventi, efficaci nel contenere e ridurre la contaminazione storica, in presenza di un’attività produttiva sono perfettamente equivalenti a un’attività di bonifica e pertanto in linea con le ordinanze emesse dalla Provincia”.

Ogni monitoraggio, indagine e analisi dell’area dello stabilimento si è sempre svolta in confronto e in accordo con tutti gli enti e i soggetti che di volta in volta hanno partecipato negli ultimi anni alle innumerevoli conferenze di servizi, e dunque Regione, Provincia, Comune, Arpa e Asl. Ogni passo compiuto - hanno dichiarato l’avvocato Salvi e l’ingegner Vetrugno - è stato controllato, ponderato, verificato e ricontrollato insieme dagli enti e dall’azienda. Anche con il supporto dei geologi, chiesti dal Comune e messi a disposizione da Procura e ARPA”.  

“Dopo anni - dichiara Andrea Camaiora - c’è ormai un’evidenza: Timac ha sempre detto la verità. Il nostro operato era corretto e alla fine è stato un modello rispettoso della legge, del confronto, delle istituzioni e dei cittadini. È una vittoria di tutti, dell’ambiente, dell’occupazione, dello sviluppo, della città, capace di coniugare tutto questo, e non può passare in secondo piano solo perché essa rappresenta contemporaneamente la sconfitta di pochi. Timac ora più che mai desidera confermarsi realtà attiva e responsabile di Barletta e per questo abbiamo investito negli ultimi anni oltre 2 milioni di euro per coniugare ambiente e sviluppo. Il nostro sito produttivo è la realtà più monitorata di tutta la provincia Bat ma anche quella su cui tutti si sono permessi in questi anni di esprimere con leggerezza i più vari giudizi. Per tutelare l’onore dell’azienda e dei suoi rappresentanti, è stato dato mandato per nuove querele nei confronti di chi, sui social network e sulla stampa, ha continuato anche negli ultimi giorni a diffamare Timac. I risarcimenti che otterremo in sede giudiziaria saranno devoluti in iniziative a favore di Barletta”.

Timac - afferma ancora Camaiora - inoltre intende proseguire nella strada del confronto sulle tematiche ambientali, aprendosi sempre più al dialogo con opinione pubblica e comitati, offrendo il proprio contributo per individuare insieme le soluzioni migliori per superare le criticità che caratterizzano il territorio comunale”.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dottoressa Silvia Curione, ha disposto il dissequestro dello stabilimento Timac di Barletta, in Via Trani, accogliendo le considerazioni dei legali dell’impresa, i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno e l’avvocato Francesco Salvi (studio Pavia e Ansaldo)”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Nel provvedimento di dissequestro – spiega l’azienda – dopo aver ricordato che ‘già i consulenti tecnici del pm avevano escluso la responsabilità della società in questione con riferimento al denunciato inquinamento atmosferico dell’area di riferimento’, per quanto riguarda l’inquinamento del suolo e del sottosuolo il pm sottolinea che ‘la società sta ponendo in essere le attività di integrazione e implementazione della MISO suolo e falda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi’”.

“Nel provvedimento infatti – prosegue Timac Agro Italia – la dottoressa Curione ricorda come, ai sensi del Codice dell’ambiente, gli interventi di Messa in Sicurezza Operativa (MISO) costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica per gli stabilimenti attivi”.

L’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi, ha dichiarato: “Esprimiamo la nostra profonda soddisfazione per il provvedimento assunto dalla dottoressa Curione. A Barletta è prevalsa la linea della responsabilità di cui Timac ha cercato di rendersi interprete da subito. Ma se la procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali. Di più: il provvedimento offre all’impresa la certezza per operare e fornisce a noi e agli enti locali una bussola per i prossimi, pochi, passi che restano da compiere. Questo intervento per noi però non dice la parola fine su temi che ci vedono da sempre in prima linea. Resta fermo l’impegno di Timac – ha concluso l’ingegner Pierluigi Sassi - nei confronti dei barlettani, del sindaco Cannito, del presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 29 marzo 2019.

 

Tele Sveva:

Teleregione Color:

Timac revoca la procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività che era stata avviata a maggio 2018. La decisione è stata adottata, così come da impegno assunto dall’amministratore delegato Pierluigi Sassi col sindaco di Barletta, Mino Cannito, nel momento in cui è stata superata definitivamente l’incertezza sul futuro dello stabilimento di Via Trani. E’ infatti notizia degli scorsi giorni la revoca del sequestro dello stabilimento Timac da parte della Procura”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Il provvedimento di revoca del sequestro – prosegue la nota – ha infatti escluso responsabilità dell’azienda sull’inquinamento atmosferico e riconosciuto l’efficacia delle opere di messa in sicurezza del suolo e della falda poste in essere da Timac, sottolineando come esse costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica, facendo così venire meno le ragioni poste alla base della necessità di cessare l’attività licenziando il personale”.

Il provvedimento della Procura, sottraendo finalmente l’azienda dall’incertezza imprenditoriale, ha messo in condizione anche il management di confermare i livelli occupazionali”, conclude la nota.

 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 2 aprile 2019

Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dottoressa Silvia Curione, ha disposto il dissequestro dello stabilimento Timac di Barletta, in Via Trani, accogliendo le considerazioni dei legali dell’impresa, i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno e l’avvocato Francesco Salvi (studio Pavia e Ansaldo)”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Nel provvedimento di dissequestro – spiega l’azienda – dopo aver ricordato che ‘già i consulenti tecnici del pm avevano escluso la responsabilità della società in questione con riferimento al denunciato inquinamento atmosferico dell’area di riferimento’, per quanto riguarda l’inquinamento del suolo e del sottosuolo il pm sottolinea che ‘la società sta ponendo in essere le attività di integrazione e implementazione della MISO suolo e falda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi’”.

“Nel provvedimento infatti – prosegue Timac Agro Italia – la dottoressa Curione ricorda come, ai sensi del Codice dell’ambiente, gli interventi di Messa in Sicurezza Operativa (MISO) costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica per gli stabilimenti attivi”.

L’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi, ha dichiarato: “Esprimiamo la nostra profonda soddisfazione per il provvedimento assunto dalla dottoressa Curione. A Barletta è prevalsa la linea della responsabilità di cui Timac ha cercato di rendersi interprete da subito. Ma se la procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali. Di più: il provvedimento offre all’impresa la certezza per operare e fornisce a noi e agli enti locali una bussola per i prossimi, pochi, passi che restano da compiere. Questo intervento per noi però non dice la parola fine su temi che ci vedono da sempre in prima linea. Resta fermo l’impegno di Timac – ha concluso l’ingegner Pierluigi Sassi - nei confronti dei barlettani, del sindaco Cannito, del presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 29 marzo 2019

La Timac di Barletta non inquina. Ad accertarlo è stata la Procura di Trani che per questo ha disposto il dissequestro dello stabilimento che produce fertilizzanti.

Grande la soddisfazione dell’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi. “Se la Procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali”, ha dichiarato Sassi che poi ha aggiunto: “Resta fermo l’impegno di Timac nei confronti dei barlettani, del Sindaco Cannito, del Presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.

 

Tele Sveva:

Teleregione Color:

Timac Agro Italia ha sporto querela nei confronti di Sabrina Salerno e Sandra Parente, rappresentanti del Forum Salute e Ambiente, per le affermazioni false, calunniose e fortemente lesive della reputazione di Timac riportate in un articolo pubblicato lo scorso 7 novembre sulla Gazzetta del Mezzogiorno (anch’essa querelata), dal titolo “Paga chi inquina, la battaglia continua”. È quanto annuncia in una nota la stessa azienda di via Trani che spiega: “Questa querela è la risposta a chi ritiene di poter continuare a parlare a sproposito, causando una lesione all’immagine della nostra azienda, diffamando e arrecando danno alla reputazione di una multinazionale nota nel mondo per i propri elevati standard ambientali. In questi anni ci siamo aperti al confronto, abbiamo fornito spiegazioni e investito ingenti risorse per coniugare ambiente, sviluppo e sostenere l’integrazione tra area industriale e residenziale, ma non potremo più accettare, da parte di nessuno, che si leda la nostra immagine con argomenti pretestuosi e infondati o, ancora, come avvenuto di recente, chiamandoci in causa in vicende che non ci riguardano affatto, come la sospensione dei permessi di costruzione di edifici residenziali nell’area industriale di Barletta”.

“Nell’articolo - prosegue Timac - si dà notizia di un incontro avvenuto lo scorso 30 ottobre tra Salerno, Parente e il sindaco Mino Cannito, e si riportano le affermazioni dei due rappresentanti del Forum Salute e Ambiente”.

“Si tratta - prosegue ancora l’azienda - di affermazioni prive di qualsiasi riscontro oggettivo, volte esclusivamente a instillare nei lettori l’idea che Timac sia sorgente di emissioni di sostanze pericolose per l’ambiente e la salute umana, pur essendo perfettamente a conoscenza, trattandosi di dati pubblici, della totale assenza di queste sostanze sia nel ciclo produttivo della Timac, sia nelle materie prime trattate dall’azienda”.

“Come è infatti rilevabile dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata alla Timac, l’attività produttiva dello stabilimento è a ciclo chiuso, cioè priva di emissioni solido-liquide e con solo emissioni gassose ampiamente sotto i limiti. Non solo: in attuazione dell’AIA, Timac ha avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dello stabilimento in conferenza di servizi, presentando il relativo studio, discusso ed approvato dagli enti, dal quale si evince chiaramente la totale assenza di metalli pesanti. Si tratta di dati pubblici, ampiamente pubblicati sui siti istituzionali e messi a disposizione della comunità”.

Le affermazioni di Salerno e Parente - afferma ancora la nota di Timac - risultano essere particolarmente gravi poiché infondono nella opinione pubblica una correlazione tra l’attività industriale di Timac e lo stato ambientale dell’area industriale di Barletta. È il caso di chiarire per l’ennesima ma anche ultima volta che Timac non inquina. Dichiarazioni e articoli pubblicati comportano quindi un grave e irreparabile danno d’immagine nei confronti di una società che vive da sempre con grande attenzione e partecipazione le problematiche connesse al territorio. Basti ricordare, infatti, che solo negli anni 2016 e 2017 la Timac ha speso oltre un milione di euro per attività di messa in sicurezza ambientale, sebbene, come già ribadito, lo stabilimento non apporti alcun contributo alla contaminazione ambientale”.

Il gip del Tribunale di Trani, la dottoressa Lucia Anna Altamura, ha nuovamente concesso la facoltà d’uso dello stabilimento Timac di Via Trani. Nelle prossime settimane, l’azienda sarà impegnata a effettuare tutte le verifiche e manutenzioni per ripartire al meglio dopo il fermo temporaneo dello stabilimento. L’impianto di Barletta sarà nuovamente nelle condizioni di accogliere ordini e, se vi saranno le condizioni di mercato, come auspichiamo, di ripartire con la produzione”. È quanto dichiara in una nota il responsabile delle relazioni esterne dello stabilimento di via Trani, Andrea Camaiora.

“Sul fronte ambientale – prosegue la nota – Timac è determinata a rispettare gli impegni assunti in occasione del tavolo promosso dal sindaco Mino Cannito e concesso dalla pm Silvia Curione, per addivenire a una soluzione verificata sul piano tecnico-scientifico che potrà poi essere validata dagli enti nelle opportune sedi”.

“L’azienda – conclude Camaiora – esprime un ringraziamento nei confronti di tutti coloro che hanno agito con senso di responsabilità, impegnandosi anche oltre gli stretti formalismi. In questo senso, un particolare apprezzamento va al sindaco Cannito, alla pm Curione e alla gip Altamura”.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 26 luglio 2018

“A totale dimostrazione dell'impegno e del comportamento responsabile della Timac nei confronti dei lavoratori, della comunità locale e delle amministrazioni pubbliche, è importante ricordare che negli ultimi tre anni sono stati spesi a Barletta 4 milioni di euro per coniugare l’attività imprenditoriale, i posti di lavoro e la tutela dell’ambiente, implementando procedure di messa in sicurezza operative definite e concordate con gli enti in numerose conferenze di servizi e, ancora, puntando sullo sviluppo futuro innovando le infrastrutture industriali dello stabilimento di via Trani”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Nonostante tutto ciò – prosegue la nota – la procura ha inteso rafforzare il suo già pesantissimo provvedimento cautelare revocando la facoltà d’uso dello stabilimento, sulla base di una perizia tecnica che ancora una volta sembrerebbe non tenere conto dei dati più aggiornati, sembrerebbe disconoscere tutte le attività messe in atto dall’azienda e approvate dagli enti preposti in materia di messa in sicurezza operativa oltre a non considerare la ferma volontà, espressa dall’azienda in tutti i modi, di volersi adoperare concretamente per risolvere il problema dell’inquinamento storico”.

“Come sempre detto – continua la nota – anche in questa nuova situazione, l’azienda mantiene fermo l’impegno preso da tempo con opinione pubblica ed enti locali e non si sottrarrà alla promessa di bonificare un sito che presenta un inquinamento in parte storico (dovuto a precedenti gestioni societarie) e in parte esterno allo stabilimento. Per tale ragione in queste ore abbiamo già interpellato l’Arpa per definire procedure concordate per la bonifica del sito”.

“Purtroppo – conclude Timac – siamo consapevoli che tutto questo non risolverà i problemi ambientali di Barletta e tantomeno dell’area industriale, come dimostrato dallo studio CNR trascurato da 684 giorni”.

Il Tribunale di Trani sospende la facoltà d’uso dello stabilimento Timac. Si tratta di un provvedimento immediatamente esecutivo, che ha effetto dal primo maggio e che i legali dell’azienda giudicano totalmente incoerente con le numerose decisioni che lo stesso Tribunale, nella persona della giudice Angela Schiralli, aveva ripetutamente assunto”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Se per due anni non c’è stato rischio per l’ambiente e per la salute, e tale condizione non è in alcun modo cambiata, come dimostrano tutti i rilievi effettuati per parte pubblica da Arpa e per parte privata dalla società Amec, questa decisione appare come un fulmine a ciel sereno. Infatti – prosegue la nota – Timac ha sempre ottemperato a tutto quanto è stato deciso nelle conferenze di servizi partecipate dagli enti locali e alla luce di un tavolo di confronto tra i tecnici della procura e quelli dell’azienda, per porre rimedio all’inquinamento storico causato dalle precedenti amministrazioni societarie dello stabilimento, così come sottolineato dalla stessa magistratura nel suo provvedimento”.

Timac – continua la nota – farà il possibile per garantire la continuità delle operazioni di messa in sicurezza dell’area (ad esempio, il pump and treat) già attivate in accordo con gli enti preposti. A far data dal primo maggio l’attività dello stabilimento sarà sospesa e i dipendenti non saranno chiamati a svolgere la propria attività lavorativa, salvo nuova comunicazione da parte dell’azienda, ma continueranno a essere regolarmente retribuiti”. 

Nel merito del provvedimento assunto dalla magistratura locale – conclude Timac – l’azienda è non solo più determinata che mai a far valere le proprie ragioni, ma è certa di dimostrare un operato corretto e specchiato”.

Timac Agro Italia ha presentato per il secondo anno di seguito il proprio Bilancio di Sostenibilità. Obiettivo dell’iniziativa: «Illustrare i risultati ottenuti dall’azienda nella promozione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un’atti - vità imprenditoriale compatibile con un contesto di lavoro confortevole e positivo, con la salvaguardia dell’ambiente, del territorio e dell’intero ecosistema che ci circonda». Alla conferenza stampa nella fabbrica, in via Trani, hanno partecipato Cédric Vienet (direttore dello stabilimento Timac di Barletta), l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento Timac di Barletta) e Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda).

«Nel corso del 2016 - è stato sottolineato - Timac Agro Italia ha consolidato gli impegni già assunti in passato verso il raggiungimento di una sostenibilità sociale e ambientale. Gli interlocutori sociali e istituzionali di Timac hanno contribuito a definire gli obiettivi da raggiungere. A Barletta, per esempio, il Bilancio di Sostenibilità ha tenuto conto delle indicazioni offerte dall’allora presidente della Commissione Ambiente del Consiglio comunale, Filippo Caracciolo, che è stato il solo rappresentante istituzionale barlettano, tra tutti quelli coinvolti, a indicare le priorità di carattere ambientale e sociale che l’azienda avrebbe dovuto cercare di perseguire nel tempo». E poi: «In un’ottica di consolidamento del principio di sostenibilità ambientale - ha detto Camaiora - l’azienda ha confermato l’impegno a realizzare prodotti che salvaguardino la natura migliorando la nutrizione vegetale e permettendo così di soddisfare le esigenze alimentari della popolazione mondiale. E’ stato colto a pieno, inoltre, l’obiettivo promesso da Timac con il Bilancio di sostenibilità 2015-2016: creare un’organizzazione trasparente capace di interloquire con gli enti locali, le autorità e l’opinione pubblica e sono state confermate le ottime performance delle condizioni di lavoro dei dipendenti dell’azienda, con l’ottenimento per il secondo anno consecutivo del prestigioso premio “Best Workplace”». Inoltre, «per realizzare il Bilancio di Sostenibilità 2017, relativo alle attività del 2016 sono state recepite le indicazioni fornite da 236 interlocutori dell’azienda (191 dipendenti, 34 clienti e 11 autorità, tra cui comuni, Arpa e associazioni locali), con l’obiettivo di un’impresa non chiusa in se stessa ma aperta al dialogo con la società e trasparente di fronte all’opinione pubblica».

Timac Italia, che da giugno 2016 ha lo stabilimento di Barletta sotto sequestro con facoltà d’uso, nell’ambito di una inchiesta condotta dalla magistratura di Trani sulla zona industriale di Barletta, ha eseguito in questi anni vari interventi in Puglia e fuori dalla Puglia. Investimenti così illustrati nel dettaglio: «Ambientalizzazione e miglioramento delle condizioni di lavoro nel sito di Barletta: oltre 1 milione di euro negli ultimi tre anni (188.000 nel 2015, 450.000 nel 2016, 720.000 nel 2017); ammodernamento della sede di Ripalta Arpina, in Lombardia; investimento in comunicazione trasparente 48.000 euro; investimento in formazione 50.000 euro». Al termine dell’incontro, è stato sottolineato: «Timac Agro Italia promuove la diminuzione degli sprechi alimentari grazie a modelli di business e di vendita che favoriscono la corretta nutrizione della pianta con una maggiore produttività agricola e una riduzione degli sprechi alimentari lungo le filiere di produzione (comprese le perdite post-raccolto). La tecnologia insita nei fertilizzanti Timac, inoltre, favorisce la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche riducendo il rilascio in aria, acqua e suolo, minimizzando gli effetti negativi sulla salute umana e sull’am - biente. Un impegno di alto valore etico per tutto il gruppo Roullier».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 26 ottobre 2017

Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa venerdì 8 settembre (ore 11) presso il proprio stabilimento di Barletta (Via Trani 21).

Durante l’incontro saranno forniti tutti gli ultimi aggiornamenti riguardanti il percorso di messa in sicurezza del sito.

All’incontro interverranno Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), gli avvocati Matteo BenozzoFrancesco Bruno e Francesco Salvi (Studio legale Pavia e Ansaldo), Cédric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta) e l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento).

L’azienda prende atto della decisione del Tar, la rispetta ma non la condivide. Comunque, possiamo rivendicare di aver sempre detto la verità.

Nel 2001 fu Timac a informare gli enti in ordine all’inquinamento già presente allora nello stabilimento e di nuovo nel 2009 fu l’azienda a iniziare le attività di caratterizzazione del sito, in vista delle opere di bonifica, pur senza obblighi immediati  di legge. È inoltre fatto inoppugnabile che gli enti da 297 giorni (presto sarà un anno!) sanno che l’inquinamento della falda proviene da monte idrogeologico ed esterno all’area dello stabilimento Timac.

Rispetto alla decisione del Tar, Timac ricorrerà al Consiglio di Stato, ma è chiaro che l’azienda continuerà a mantenere la linea del “doppio binario” che fin da principio aveva proposto e da ultimo hanno ribadito, ancora pochi giorni fa i suoi legali e i vertici aziendali in una conferenza stampa: da un lato la non condivisione del contenuto delle ordinanze, dall’altro la loro ottemperanza. In altre parole, la strada dei ricorsi alle ordinanze non è mai stata intrapresa per evitare di adempiere alle richieste degli enti locali, ma per il rispetto di una verità che riteniamo non sia stata sancita nemmeno dalla sentenza del Tar.

La sentenza infatti ha ritenuto legittime le due ordinanze senza considerare i dati disponibili agli enti dal 2001 e senza considerare affatto i dati dello studio Cnr-Arpa di luglio 2016 che mostrano inequivocabilmente come la questione dell’inquinamento ambientale a Barletta, quello della falda in particolare, sia ben più vasta rispetto all’area del nostro stabilimento e decisamente non a noi riconducibile. Il Tar, prescindendo da ogni fondata e pacificamente riconosciuta prassi giuridica, sostiene che nell'agosto 2015 l’ente abbia agito nella giusta direzione e dà anche atto che l’azienda, volontariamente, ha dato inizio alle attività di messa in sicurezza che attendono proprio la certificazione da parte degli enti, ma ci si continua a chiedere: arrivato lo studio Cnr-Arpa come si è posta la provincia e cosa sta facendo?

Non un provvedimento diverso e successivo, non un altro soggetto individuato e coinvolto, e, soprattutto, nessuna vera e primaria fonte dell’inquinamento della falda è stata individuata. Per adesso, infatti, sappiamo soltanto quello che ci viene confermato anche da Arpa: il flusso inquinante proviene da monte idrogeologico, esterno al nostro stabilimento, ma sembra non interessare a nessuno.

Timac proseguirà dunque in modo trasparente e coerente nella linea di condotta: barra dritta sulle opere di messa in sicurezza di suolo e falda ma in ambito giudiziale contestazione dei presupposti sulla base dei quali le ordinanze sono state emesse. 

Il Tar ha confermato che la Provincia ha agito a tutela dell’ambiente ma a questo punto è di tutta evidenza che lo ha fatto in base a congetture, ritenendole sufficienti ai fini dell’emissione delle ordinanzesenza accertare mai chi fosse e chi sia il reale inquinatore e senza sapere dove sia l'effettiva origine, neanche dopo le conclusioni dello studio idrogeologico. L'inquinatore è ancora il convitato di pietra di ogni discussione a Barletta, un convitato ancora totalmente ignoto.

 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 aprile 2017

Tre controlli nell’arco di quindici giorni e già due esiti positivi. Si apre così il nuovo “bollettino” periodico della Timac, inaugurato ormai da tempo dal responsabile delle relazioni esterne dell’azienda, Andrea Camaiora.  

«Nelle ultime due settimane è stato effettuato un primo controllo da parte di Arpa, sui cui esiti siamo fiduciosi, e altri due controlli, uno della Asl e uno della polizia locale, i cui risultati sono già stati comunicati e sono positivi. In particolare, la polizia locale è stata presso lo stabilimento per verificare le emissioni odorigene e non ha riscontrato alcuna anomalia», hanno spiegato in conferenza stampa gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi (legali dell’azienda), Andrea Camaiora e gli ingegneri Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento) e Cédric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta).

L’azienda del gruppo Roullier informa anche che, coerentemente con gli impegni assunti nei confronti degli enti locali, in particolare la Regione, è stato fatto un potenziamento del barrieramento idraulico, il sistema di messa in sicurezza della falda. «L’auspicio – hanno aggiunto gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi – è che a questo punto gli enti, rispettando la tempistica concessa anche dalla magistratura, provvedano alla certificazione del lavoro svolto da parte di Timac in campo ambientale. Questo è quanto sta realizzando la nostra azienda facendosi parte diligente per la tutela dell’ambiente, ma ricordo a tutti che sono trascorsi 287 giorni da quando lo studio Cnr ha accertato che non è Timac la fonte dell’inquinamento che tocca questa parte di Barletta. Siamo persone di parola e ci auguriamo molto presto di poter informare nuovamente i cittadini sui passi compiuti. Speriamo siano gli ultimi».

L’azienda fa sapere di volersi fare parte integrante della comunità barlettana anche attraverso un percorso di collaborazione con gli istituti scolastici locali, costituito da visite guidate allo stabilimento da parte degli studenti e dalla realizzazione di progetti di alternanza scuola-lavoro. «L’azienda apre le porte del proprio stabilimento, con incontri differenziati per studenti di terza media, di istituti superiori agrari e università di indirizzo agronomico – ha spiegato Camaiora –. I numeri registrati dal progetto “Timac nelle scuole” nell’ultimo biennio sono molto positivi, con oltre 200 studenti coinvolti provenienti da quattro istituti scolastici, e ci spingono a proseguire con fiducia in questa direzione. Per il 2017 sono già state stipulate nuove convenzioni con due istituti scolastici di Barletta per lo svolgimento di progetti formativi e tirocini».

Di seguito i servizi video realizzati sulla conferenza stampa dalle principali emittenti televisive e online.

 

Teleregione Color

 

Tele Sveva

 

 

Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa lunedì 3 aprile 2017 (ore 11) presso il proprio stabilimento di Barletta (Via Trani 21).

All’incontro interverranno gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi (legali dell’azienda), Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), l’ingegner Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento) e Cèdric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta).

Argomenti oggetto della conferenza stampa saranno:

1) implementazione dell’attività di bonifica della falda

2) stato del rapporto con gli enti locali e le autorità

3) recenti accertamenti Arpa, Asl e polizia locale

4) bonifica dell’area industriale di Barletta

5) progetto “Timac nelle scuole”

“A distanza di alcune settimane dal nostro ultimo ‘bollettino’, Timac ritiene utile aggiornare la cittadinanza relativamente allo stato delle attività svolte dall’azienda nell’ultimo periodo”. E’ quanto afferma in una nota Andrea Camaiora, responsabile delle relazioni esterne di Timac Agro Italia.

Ancora una volta, di recente lo stabilimento è stato oggetto di un approfondito controllo da parte di Arpa sulle emissioni nell’aria dello stabilimento. Anche in questa ​occasione l’azienda si è messa a piena disposizione di Arpa per lo svolgimento delle attività di controllo, che sono continue e a beneficio dell’operato della stessa azienda e della comunità. Nella giornata di sabato, inoltre, lo stabilimento è stato oggetto anche di un accertamento da parte della polizia locale in seguito ad alcune segnalazioni su presunte emissioni odorigene. I vigili urbani hanno concluso l’ispezione appurando che nello stabilimento non veniva sentito alcun cattivo odore.

Nelle prossime settimane Timac Agro Italia procederà anche con l'ulteriore implementazione dell’attività di barrieramento idraulico della falda che è in corso da novembre. L’operazione, che come è ormai noto consiste nell’estrazione dalla falda delle acque che registrano valori anomali (non dovute all’attività di Timac, ma provenienti da fuori lo stabilimento, da monte) sarà in questo modo estesa ad altri due piezometri, così da realizzare un ulteriore e sempre più forte barrieramento complessivo della falda.

A maggior ragione con questa nuova implementazione Timac ha ottemperato pienamente alle richieste degli enti locali, in particolare la Provincia, sul percorso di bonifica dell’area, pur non avendo responsabilità sulla situazione di inquinamento complessivo della zona industriale, accertata dal Cnr con il suo studio idrogeologico 274 giorni fa. Attraverso questi importanti passi in avanti, Timac intende rinnovare il proprio spirito di collaborazione con gli enti locali, ora chiamati a certificare il tanto lavoro svolto dall’azienda sul fronte ambientale.

Si avvicina la nuova scadenza relativa alla proroga concessa responsabilmente dalla magistratura per consentire agli enti locali e a Timac di portare a completamento gli aspetti formali e burocratici di una procedura amministrativa in corso da tempo su attività di messa in sicurezza dell’area già realizzate.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 2 febbraio 2017

«Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trani, Angela Schiralli ha accolto l’istanza presentata dai legali di Timac – i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno (studio legale Pavia e Ansaldo) – per la proroga del provvedimento di sequestro con obbligo di bonifica emanato dalla procura lo scorso giugno. Il nuovo termine è fissato al 31 marzo 2017». Lo sottolinea Andrea Camaiora, protavoce di Timac, in una nota.

«Il provvedimento di proroga - aggiunge Andrea Camaiora - che ha trovato il parere favorevole del pubblico ministero Silvia Curione, è stato concesso dal giudice “per dar modo all’impresa di ottenere dagli enti pubblici” il via libera definitivo sulle attività già compiute da Timac relativamente a suolo e falda “in ottemperanza a quanto richiesto dagli stessi enti e dalla procura”.

La nuova proroga, in altre parole, è stata concessa per consentire agli enti locali e a Timac di portare a completamento la procedura amministrativa, in corso da tempo, sulle attività di messa in sicurezza dell’area su cui sorge lo stabilimento».

Conclusione: «È necessaria a questo punto una presa di coscienza e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti nel procedimento. Il fatto che, con grande senso di responsabilità e rispetto per la posizione di una realtà produttiva e per centinaia di lavoratori, la magistratura abbia concesso un’ulteriore proroga non significa che ci si debba adagiare per due mesi sugli allori e questa come altre vicende italiane dimostra che di rinvio in rinvio si rischia di perdere anni di tempo».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 2 febbraio 2017.

Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trani, Angela Schiralli ha accolto l’istanza presentata dai legali di Timac – i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno (studio legale Pavia e Ansaldo) – per la proroga del provvedimento di sequestro con obbligo di bonifica emanato dalla procura lo scorso giugno. Il nuovo termine è fissato al 31 marzo 2017.

Il provvedimento di proroga, che ha trovato il parere favorevole del pubblico ministero Silvia Curione, è stato concesso dal giudice “per dar modo all’impresa di ottenere dagli enti pubblici” il via libera definitivo sulle attività già compiute da Timac relativamente a suolo e falda “in ottemperanza a quanto richiesto dagli stessi enti e dalla procura”.

La nuova proroga, in altre parole, è stata concessa per consentire agli enti locali e a Timac di portare a completamento la procedura amministrativa, in corso da tempo, sulle attività di messa in sicurezza dell’area su cui sorge lo stabilimento.

È necessaria a questo punto una presa di coscienza e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti nel procedimento. Il fatto che, con grande senso di responsabilità e rispetto per la posizione di una realtà produttiva e per centinaia di lavoratori, la magistratura abbia concesso un’ulteriore proroga non significa che ci si debba adagiare per due mesi sugli allori e questa come altre vicende italiane dimostra che di rinvio in rinvio si rischia di perdere anni di tempo.

Sono trascorsi 205 giorni da quando lo studio CNR ha determinato che Timac non è responsabile dell’inquinamento della falda e che questo inquinamento proviene da monte idrogeologico rispetto al nostro stabilimento, dunque oltre via Trani in direzione approssimativamente di via Andria. Quanti giorni ancora dovranno passare prima di accertare l'identità del vero inquinatore di Barletta?”. E’ quanto dichiara in una nota il portavoce di Timac Agro Italia, Andrea Camaiora, che aggiunge: “Prima delle festività natalizie, abbiamo inviato ai protagonisti delle istituzioni locali – consiglieri regionali, sindaco, presidente della provincia, consiglieri comunali, ecc... – un questionario per chiedere la loro partecipazione nella stesura del prossimo bilancio di sostenibilità della nostra azienda”.

“Attraverso il questionario – prosegue Camaiora – i protagonisti delle istituzioni potranno aiutarci a decidere priorità e interventi che Timac dovrà porre in essere per il prossimo anno. C’è ancora tempo per rispondere ma mancano pochi giorni. Entro il 12 gennaio i questionari dovranno essere compilati e riconsegnati all’azienda (via mail o in forma cartacea presso lo stabilimento di Barletta). Successivamente Timac comunicherà agli organi di informazione il risultato di questa campagna di ascolto e coinvolgimento”.

Speriamo – conclude Camaiora – che tutti trovino il tempo di aderirvi, prendendo carta e penna e avanzando proposte”.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno l'11 gennaio 2016.

Venerdì mattina Timac Agro Italia ha tenuto una conferenza stampa presso lo stabilimento di Barletta con la presenza del direttore dello stabilimento, Cèdric Vienet, del responsabile ambientale, Giuseppe Lombardi, del legale dell’azienda, professor Francesco Bruno (esperto in diritto ambientale), e del responsabile delle relazioni esterne, Andrea Camaiora.

Durante l’incontro sono state illustrate tutte le ultime novità sulla concessione della proroga al sequestro dello stabilimento da parte della magistratura, sul ruolo rivestito dagli enti locali nella vicenda Timac e nella bonifica dell’area industriale di Barletta, e sulla questione delle emissioni di vapore acqueo.

Nella conferenza stampa è anche stata annunciata una grande novità riguardante questo blog, cioè l’inserimento di un contatore in evidenza che segna il tempo trascorso dalla pubblicazione dello studio idrogeologico Cnr-Arpa, che ha escluso ogni responsabilità di Timac nell’inquinamento dell’area (ma al quale non ha fatto seguito l’individuazione dei veri responsabili dell’inquinamento da parte degli enti locali). Al termine della conferenza stampa, i giornalisti sono stati accompagnati in una visita dello stabilimento.

Di seguito i servizi video realizzati sulla conferenza stampa dalle principali emittenti televisive e online.

 

TeleSveva:

 

Teleregione Color:

 

Amica9Tv:

 

News24City:

 

TeleNorba: http://www.norbaonline.it/od.asp?i=11324&puntata=Barletta,-la-Timac-non-inquina

“E ancora non si conosce l’identità del vero inquinatore dell’area industriale di Barletta”. Questa la frase posta in bella evidenza sul sito www.leragioniditimac.it dove spicca il contatore innescato per segnare il tempo trascorso dalla pubblicazione di uno studio idrogeologico Cnr-Arpa e da cui emerge la mancata individuazione dei veri responsabili dell’inquinamento nella zona industriale di via Trani, di fatto, scagionando la Timac (azienda che produce concimi e fertilizzanti per l’agricoltura).

Questo il tema dominante della conferenza stampa tenuta venerdì mattina dai vertici locali della Timac Agro Italia e presieduta dal direttore dello stabilimento di Barletta, Cèdric Vienet, dal responsabile ambientale dello stabilimento, Giuseppe Lombardi, dal legale dell’azienda, professor Francesco Bruno (esperto in diritto ambientale), e dal responsabile delle relazioni esterne, Andrea Camaiora.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 22 ottobre 2016.

Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa venerdì 21 ottobre (ore 11) presso il proprio stabilimento di Barletta (Via Trani 21). All’incontro interverranno i legali di Timac – professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno –, il responsabile ambientale dello stabilimento di Barletta, ing. Giuseppe Lombardi, e il responsabile delle relazioni esterne dell’azienda, Andrea Camaiora. Argomenti oggetto della conferenza stampa saranno:

1) concessione della proroga al sequestro dello stabilimento da parte della magistratura;

2) bonifica dell’area industriale di Barletta e ruolo degli enti locali;

3) emissioni di vapore acqueo;

4) novità riguardanti il blog "Le ragioni di Timac".

Al termine della conferenza stampa, i giornalisti invitati avranno la possibilità di effettuare una visita dello stabilimento.