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Da redazione,

«La Timac non inquina. E ad oggi non sono ancora note le vere fonti di inquinamento dell’aria nella zona industriale di via Trani». Ieri, lo hanno ribadito nuovamente a chiare lettere, nel corso di una conferenza stampa, i vertici del locale stabilimento della Timac Agro. Rispetto alla conferenza dello scorso 22 ottobre, la novità di questo nuovo incontro con la stampa è l’annuncio del «Pump & stock». E cioè: l’avvio da alcune settimane anche dell’intervento di messa in sicurezza della falda. Che consiste nell’emungimento dell’acqua di falda nei punti in cui si rilevano valori anomali, un successivo deposito temporaneo (stoccaggio) e una fase finale di smaltimento presso impianti di trattamento esterni.

«I diversi studi idrogeologici – hanno spiegato Cèdric Vienet e Giuseppe Lombardi, rispettivamente direttore e responsabile ambientale dello stabilimento di via Trani – hanno dimostrato, e ormai senza ombra di dubbio, che i valori anomali in falda non sono dovuti all’attività dello stabilimento Timac, la cui attività, si rammenti, è come si dice in gergo “a ciclo chiuso”, ossia priva di qualunque scarico nell’ambiente».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 23 dicembre 2016.

 

Da redazione,

«Mentre c'è chi straparla di inquinamento, aria irrespirabile e superamento dei limiti di emissione previsti dalla legge, c'è chi come noi può rispondere con la forza della verità e dei fatti». Nuovo intervento pubblico di Andrea Camaiora, capo dell'ufficio stampa della Timac Agro Italia, sulla questione delle fonti (e dei responsabili) dell'inquinamento dell'aria nella zona industriale.

A proposito di ciò, l'azienda esibisce il resoconto delle ispezioni avvenute il 19 ottobre ad opera dei carabinieri di Barletta e il 21 ottobre da agenti del comando di polizia municipale, settore ambientale. Ispezioni chieste da cittadini a fronte di situazioni di cattivi odori o emissioni odorigene provenienti dall'area della zona industriale di via Trani.

Nella loro ispezione, i carabinieri hanno attestato che «da una accurata ispezione nei pressi dello stabilimento non veniva sentito cattivo odore». Dal verbale rilasciato, invece, dagli agenti di polizia municipale, si legge «al momento dell’ispezione all’interno dello stabilimento si apprezzava un lieve odore riconducibile al normale ciclo produttivo».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 28 ottobre 2016.

Da redazione,

Mentre c'è chi straparla di inquinamento, aria irrespirabile e superamento dei limiti di emissione previsti dalla legge, c'è chi come noi può rispondere con la forza della verità e dei fatti.

La verità è che negli ultimi giorni Timac è stata oggetto di ben due accertamenti da parte di carabinieri e polizia locale per l'ispezione dello stabilimento. I fatti sono i documenti che riportiamo e che dimostrano, ancora una volta, che abbiamo le carte in regola. Altri possono vantare lo stesso?

Forse anziché concentrarsi sempre e solo su Timac, si potrebbe cercare inquinamento e violazioni di legge da qualche altra parte.