Si è riunito mercoledì 15 maggio il tavolo permanente sull’ambiente promosso da Timac Agro Italia con i comitati ambientalisti di Barletta.
L’incontro – svolto come già in precedenza nello stabilimento Timac di via Trani – è stato allargato a importanti attori istituzionali, in primis il comune, rappresentato dal sindaco Cannito e dall’assessore all’ambiente D’Alba, e una delegazione di Confindustria guidata dal neo presidente della sezione Bat, Michele Scarcelli. I lavori coordinati da Andrea Camaiora, responsabile relazioni esterne di Timac, hanno visto gli interventi, tra gli altri di Gianni Vetrugno, direttore dello stabilimento, e dei rappresentanti di Legambiente (Raffaele Corvasce e Ruggiero Scardigno), di Uniti per l’Ambiente (Sandra Parente, Gaia Merra e Gigi Cappabianca) e di Operazione Aria Pulita (Michele Cianci e Michele Alfredo Chiariello).
Significativi i richiami da parte dei comitati: Michele Cianci ha affrontato da subito il tema della delocalizzazione delle aziende, impegno da ‘governare’ sul piano delle scelte politiche attraverso il nuovo PUG che è in discussione a Palazzo di Città e alle opportunità e agli strumenti resi possibili da Regione e Unione Europea. Timac ha escluso preclusioni e ha confermato la sua disponibilità a un confronto serio, concreto e fattivo sull’argomento quando ce ne saranno le condizioni e il sindaco ha giudicato queste considerazioni «un punto importante da cui partire».
Sandra Parente ha parlato della necessità che tutte le aziende facciano la loro parte in un processo di trasformazione e ammodernamento il più possibile rapido. Gaia Merra ha posto l’accento sulla necessità di fare presto, pensando alle giovani generazioni, in primis ai bambini. Michele Alfredo Chiariello, salutando con favore le aperture mostrate dalla Timac in merito al PUG, ha invitato l'amministrazione comunale a operare in modo sollecito e ha auspicato che il progetto coinvolga anche le altre aziende collocate nell'area industriale. Raffaele Corvasce ha chiesto che Confindustria faccia la propria parte nella sensibilizzazione delle aziende associate sul tema della delocalizzazione e ha richiamato tutti a incontri sempre più concreti e fattivi. Gigi Cappabianca ha invece domandato se l’impianto di messa in sicurezza attivo nello stabilimento Timac possa essere replicato, se necessario, da parte di altre aziende, trovando da parte dei tecnici presenti un riscontro positivo. Cianci, Corvasce e Parente hanno poi espresso al sindaco Cannito l’auspicio che gli enti diano seguito ai risultati chiari ed evidenti emersi dalla seconda campagna di monitoraggio. Un monitoraggio CNR Arpa che esclude Timac quale responsabile dell’inquinamento della falda.
La riunione si è conclusa con l’apprezzamento del sindaco Cannito all’esito dei lavori e alla loro prosecuzione e con la promessa di Andrea Camaiora che il tema già avanzato da Timac nei precedenti incontri, relativo all’impegno delle imprese associate a Confindustria di ridurre l’impatto di mezzi pesanti su via Trani, diventi uno dei principali punti all’ordine del giorno della prossima convocazione del Tavolo per l’Ambiente.
Antenna Sud
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Amica9 Tv
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Timac Agro Italia esprime soddisfazione per il confronto schietto, positivo e propositivo che si è svolto venerdì scorso al termine della conferenza stampa nella quale sono stati presentati i dati di CNR e ARPA che escludono Timac come fonte di inquinamento della falda dell’area industriale di Barletta.
In particolare con Michele Cianci, Presidente del Comitato Operazione Aria Pulita Bat e con il Presidente di Legambiente Barletta Raffaele Corvasce, si è convenuto sull’opportunità di un più fitto dialogo all’insegna della collaborazione tra i soggetti variamente attivi nella vigilanza e nella tutela dell’ambiente in città.
La conferenza stampa è stata altresì l’occasione per una visione puntuale dei dati della seconda campagna di monitoraggio con il Comune di Barletta rappresentato dal primo cittadino Dr. Cosimo Cannito e dal dirigente del Settore Ambiente Ing. Ernesto Bernardini.
Al termine dell’illustrazione dei dati, che mostrano per tutte le sostanze inquinanti la provenienza in falda dall’entroterra di Via Trani verso la Timac e da lì in direzione della costa, i partecipanti hanno potuto effettuare una visita dello stabilimento, che ha incluso la presentazione dell’impianto di messa in sicurezza operativa ambientale (MISO) implementato da Timac nel 2021, e che rappresenta oggi nell’area industriale di Barletta l’unico, anche se limitato nello spazio, strumento di trattamento delle acque contaminate con l’obiettivo di riportarle nel rispetto dei valori previsti dalla legge.
Resta impellente oggi più che mai, a fronte dei dati che sono stati tardivamente resi pubblici, e per rispetto nei confronti dei cittadini e delle risorse pubbliche spese per le due campagne di monitoraggio, che gli enti procedano con solerzia ai passi conseguenti nel rispetto della logica e della legge.
Tgr Puglia: https://www.rainews.it/tgr/puglia/video/2023/05/i-dati-sullinquinamento…
I dati della seconda campagna di monitoraggio svolta da Cnr e Arpa hanno permesso di completare il quadro relativo allo stato della falda sottostante l’area industriale di Barletta, colmando, dopo tanti, troppi anni, le lacune della prima campagna, attraverso un’estensione dell’area oggetto di indagine.
Finalmente da questo studio emerge inequivocabilmente la presenza di sorgenti di inquinamento dell’area industriale ubicate a monte idrogeologico rispetto a via Trani.
Lo studio conferma, quindi, quanto sostenuto fin dal primo momento da Timac Agro, attraverso le ricerche svolte autonomamente dai nostri esperti. In particolare, lo studio ha dimostrato che sono presenti sorgenti della contaminazione da metalli pesanti (arsenico, cromo esavalente, nichel, selenio, tallio) e da fluoruri, nitriti, solfati e composti organoalogenati che arrivano dall’entroterra, aldilà di via Trani, al di fuori dell’area dello stabilimento Timac.
Nello specifico, in merito al Cromo VI, lo studio mostra come l’area impattata si sviluppi dai piezometri PN17b e PN15, posti a monte idrogeologico rispetto allo stabilimento Timac, fino ai piezometri PZ1 e PZ6 che rappresentano le acque in entrata allo stesso stabilimento Timac. Per quanto riguarda invece l’Arsenico, l’indagine mostra che la concentrazione massima misurata è in corrispondenza del piezometro PN17b, anch’esso ubicato a monte dello stabilimento Timac.
Il flusso di falda giunge, dunque, a via Trani inquinato fino a quando non incontra il nostro sistema di messa in sicurezza ambientale, richiesto dagli enti locali e implementato da Timac a partire dal 2021, che intercetta le acque di falda a valle dello stabilimento per poi trattarle e re-iniettarle a monte dello stesso (lungo Via Trani).
Timac Agro sottolinea: “Non possiamo dimenticare che lo stabilimento ha sfiorato la chiusura definitiva con il sequestro imposto sulla base di dati parziali e incompleti e che solo la caparbietà dei vertici aziendali e dei nostri consulenti ha consentito di evitare. Oggi esprimiamo soddisfazione constatando che anche questa volta quanto sempre dichiarato e sostenuto da Timac trova pieno riscontro negli esiti di questo secondo monitoraggio. Si tratta di dati che, come recentemente dichiarato in commissione ambiente di regione Puglia, sono esaustivi e non necessitano di ulteriori campagne di monitoraggio, ma noi e tutta la città abbiamo dovuto attendere quasi tre anni da quando è stato eseguito il campionamento perché fossero resi pubblici”.
“I dati del secondo monitoraggio ambientale - afferma l’Avv. Francesco Salvi, legale dell’azienda – dimostrano come non vi sia alcuna responsabilità di Timac nella contaminazione della falda. Per questo, ora che si conoscono i nuovi dati, continuare a riferirsi a quelli del precedente monitoraggio (2016) e alle determinazioni della Provincia di ben 8 anni fa è privo di alcun senso”.
Il professor Matteo Benozzo dichiara altresì: “Visti i dati pubblici e alla luce di tutte le verifiche e gli studi compiuti negli anni da Timac sotto il controllo e con validazione di Regione, Provincia, Comune e Arpa, è lecito aspettarsi ora la revoca delle due famose ordinanze, oramai definitivamente superate”.
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AGRICULTURA.IT (04/02/2022)
RIPALTA ARPINA (CR) – “Siamo sempre più focalizzati sulla realizzazione di tecnologie ispirate alla natura, che permettano di aumentare l’efficienza dei prodotti e ridurre il consumo delle materie prime.
In sintonia con la strategia europea e i nuovi bisogni degli agricoltori italiani, il nostro impegno è volto all’adozione di misure per la produzione di fertilizzanti che rispettino i criteri di sostenibilità ambientale e siano in grado di garantire reddito per le aziende agricole”.
Lo ha affermato l’amministratore delegato di TIMAC AGRO Italia Pierluigi Sassi, intervenendo al Forum CDO Agroalimentare 2022, il consueto appuntamento dedicato agli addetti del settore per confrontarsi sui temi dell’innovazione e del futuro del comparto agroalimentare.
“Il nostro modello di business – ha evidenziato Sassi – si basa su tre pilastri fondamentali, strettamente interconnessi fra loro: ricerca e sviluppo, flessibilità industriale e assistenza tecnica in campo con la nostra rete capillare di oltre 160 tecnici agronomi attivi su tutto il territorio italiano. Questo sistema è in grado di identificare i bisogni degli agricoltori e consente di proporre al mercato prodotti innovativi”.
L’azione della filiale italiana di Groupe Roullier, punto di riferimento mondiale nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti, con stabilimenti produttivi a Ripalta Arpina (CR) e Barletta, è in piena sintonia con le nuove strategie “Farm to fork” e “Sustainable agriculture” che rendono necessario un percorso di grande innovazione nel mondo della ricerca e delle imprese, al fine di massimizzare l’efficienza delle produzioni agrarie e sostenere i principi della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica.
“Per accompagnare la transizione stiamo lavorando per mettere a punto tecnologie ispirate alla natura che siano sempre più capaci di aumentare l’efficienza dei prodotti e di ridurre il consumo delle materie prime –ha aggiunto l’ad di TIMAC AGRO Italia – garantendo la massima espressione del potenziale genetico delle piante da nutrire. La nostra ricerca è impegnata a trovare fonti alternative di materie prime seconde per la nutrizione all’interno delle filiere agroalimentari e dei residui che esse producono”.
Su questo fronte, TIMAC AGRO Italia ha infatti già sviluppato la gamma di fertilizzanti Energeo, nell’ambito del progetto “Restituire Energia alla Terra”, in collaborazione con COPROB-Italia zuccheri, l’unica filiera di zucchero 100% italiano. Il progetto è finalizzato a creare prodotti per la nutrizione vegetale secondo i più avanzati principi di economia circolare. Un obiettivo raggiunto valorizzando i residui della trasformazione della barbabietola da zucchero con l’omonima tecnologia sviluppata dal Centro Mondiale dell’Innovazione del Gruppo Roullier, il più grande centro di ricerca privato in Europa nel campo della nutrizione vegetale e animale. Le parole di Sassi: “Valorizzare e ottimizzare per offrire soluzioni fertilizzanti avanzate alla aziende agricole: questo è nel concreto il nostro contributo per la transizione ecologica e l’agricoltura del futuro”.
Fra gli altri stimoli dobbiamo aggiungere l’impatto della trasformazione digitale che è stata fortemente accelerata dalla pandemia – ha incalzato Sassi – e che ha modificato il modo in cui si crea valore aggiunto. Stiamo lavorando anche allo sviluppo di sistemi digitali per il supporto alle decisioni che ogni giorno dobbiamo prendere per dare il meglio agli agricoltori italiani. La pandemia ci ha anche ricordato quanto l’agricoltura sia un asset strategico per il Sistema Paese – ha proseguito – e questo ha incrementato l’interesse degli investitori istituzionali nel campo dell’agribusiness, che stanno investendo sempre più nel settore. Anche i giganti dell’energia iniziano a considerare l’agricoltura un’opportunità per realizzare progetti di decarbonizzazione e lotta al cambiamento climatico.
AFFARITALIANI.IT - Nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime e il rincaro delle bollette, che rischiano di provocare conseguenze rilevanti per l’industria e i consumatori, Timac Agro Italia continuerà la produzione e la commercializzazione di fertilizzanti. Questo a garanzia della continuità della filiera agroalimentare del Paese.
La filiale di Groupe Roullier garantirà così il costante approvvigionamento dei prodotti, grazie ai propri stabilimenti produttivi e all’impiego ottimale degli elementi nutritivi, anche attraverso logiche di economia circolare e conseguente riduzione degli sprechi. Timac Agro Italia può contare su tecnologie che consentono un impiego calibrato e responsabile delle risorse non inesauribili.
In virtù di ciò, a inizio 2021, l’azienda ha stretto con Coprob, la cooperativa capofila nel settore bieticolo saccarifero italiano, un accordo di partenariato volto a mettere a fattore comune competenze complementari per trasformare in fertilizzanti i sottoprodotti della produzione di zucchero da barbabietole, le cosiddette “calci di defecazione”.
Il gruppo, avvalendosi del supporto del Centro mondiale dell’innovazione (Cmi) Roullier, il più grande centro di ricerca privato a livello europeo, ha sviluppato così la tecnologia Energeo studiata per aumentare l’efficienza dei nutrienti, la conservazione e rigenerazione della sostanza organica, l’attivazione della fisiologia delle piante e per preservare l’equilibrio energetico del suolo.
Oltre a processi produttivi efficienti è significativa la caratteristica distintiva dell’azienda che è quella di fare sistema con e per il territorio.
“Se un anno fa avevamo l’esigenza precipua di intraprendere un’azione volta a salvaguardare la continuità della filiera agroalimentare nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria, ora il settore deve fronteggiare le criticità dettate dalla scarsità di materie prime, le relative speculazioni finanziarie e i conseguenti rincari che non risparmiano alcuna commodity. Per questo, oggi più che mai, è necessario un virtuoso gioco di squadra fra tutti gli attori in campo per vincere la sfida del futuro. Noi ci muoviamo da sempre nella direzione di un business sostenibile nel campo nella nutrizione vegetale e crediamo nel territorio, nelle nostre risorse umane e in una produttività che coniuga tradizione e innovazione” sostiene Pierluigi Sassi, amministratore delegato di Timac Agro Italia.
Negli ultimi giorni si sono registrati segnali allarmanti da parte di alcune multinazionali dei fertilizzanti in Europa e nel Regno Unito.
Basti pensare al gruppo americano CF Industries Holdings Inc, quotato a Wall Street, che ha dichiarato di sospendere le operazioni nei due siti inglesi di Billingham e Ince, a causa dell'aumento dei prezzi del gas naturale.
O all’annuncio del taglio del 40% della produzione nel Vecchio Continente da parte di Yara, uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca e primo operatore italiano del settore.
Un fatto che non scalfisce in alcun modo l’operatività delle due unità produttive di Timac Agro Italia, a Ripalta Arpina (CR) e Barletta (BT). Entrambe si rivolgono sia al mercato nazionale che all'esportazione. La rete commerciale dell’azienda altamente formata e qualificata, è distribuita in modo capillare su tutto il territorio nazionale, con oltre 150 tecnici in grado di visitare più di 6 mila aziende agricole ogni settimana.
“Questa è la nostra forza, una forza che coopera con gli agricoltori italiani per garantire l’affidabilità della filiera agroalimentare, col suo patrimonio di varietà, qualità e sicurezza-conclude Sassi –Il nostro impegno risulta essenziale ancor più in questa congiuntura storica eccezionale, per consentire la continuità della filiera e assicurare che i prodotti agricoli continuino ad arrivare dai campi alle tavole anche nel 2022”.
RIPALTA ARPINA - Timac Agro Italia, azienda leader nel settore della nutrizione vegetale con stabilimento a Ripalta Arpina, e la Fondazione Cmcc - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici hanno stipulato un accordo di collaborazione scientifica sui temi dell'agricoltura mediterranea e del cambiamento climatico. La partnership triennale punta alla costruzione di agrosistemi resilienti, nel quadro globale degli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. «Questo accordo - dichiara l'amministratore delegato di Timac Agro Italia, Pierluigi Sassi - conferma il nostro im pegno in favore di un'agricoltu ra efficiente e sostenibile. Una missione che, da anni, guida costantemente il nostro agire e che oggi, grazie alla collaborazione con il Cmcc, può esprimersi in una nuova e più ampia prospettiva, rivolgendosi non solo alla comunità scientifica e agli addetti ai lavori del settore, ma anche ai più giovani e alla società in generale». Per il presidente del Cmcc, Antonio Navarra, «l'accordo è in linea con le strategie della Fondazione nell'impegno a fornire dati e informazioni prodotti da una rigorosa ricerca scientifica, su tematiche legate all'agricoltura sostenibile del Mediterraneo». Nel concreto, l'accordo darà vita a numerose attività di ricerca scientifica, divulgazione e formazione, su colture mediterranee come olivo, frumento e vite. Tra le attività oggetto dell'accordo si citano: svolgimento di esercitazioni tesi, progetti e convegni; pubblicazioni scientifiche, ricerche e studi, anche per completare le attività didattiche; partecipazione a progetti di ricerca e richieste di finanziamento a livello regionale, nazionale ed europeo, tramite la partecipazione a bandi del Programma operativo nazionale, del Fondo sociale europeo odi altri programmi di comune interesse; forme di collaborazione con altre Università, centri di ricerca e istituti pubblici e privati; promozione di conferenze, incontri, seminari e scambi culturali nel campo della ricerca applicata e della cooperazione in campo agricolo; finanziamento diborse di studio per ogni forma di attività didattica e di borse di dottoratoe post-dottorato.
L'AZIENDA È LA FILIALE ITALIANA DEL GRUPPO ROULLIER • RIPALTA ARPINA Timac Agro Italia, dal 1991 filiale italiana del gruppo fran cese Roullier, punto di riferimento mondiale nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti, opera anche in Italia con la sua rete di oltre 150 tecnici agronomi che, ogni giorno, visitano le aziende agricole su tutto il territorio nazionale, offrendo assistenza tecnica in materia di nutrizione vegetale. La tecnologia dei prodotti Timac Agro Italia è il risultato dell'attività del Centro Mondiale per l'Innovazione (C.M.I.) del Gruppo Roullier, il più grande centro di ricerca privato in Europa dedicato alla nutrizione vegetale e animale.
Il dott. Agostino Di Ciaula presenta lo studio pubblicato su “Exposure and Health”: un biomonitoraggio sulle unghie di alcuni bambini residenti nella città di Barletta per valutare lo stato di salute dell'ambiente.
"E' stato condotto su 366 bambini di Barletta, città sede di un cementificio alimentato con combustibili fossili e rifiuti. In sintesi, i risultati principali dimostrano che:
- nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti prodotti dal cementificio, che ospitano case e scuole, c’è una maggiore concentrazione atmosferica di PM10 rispetto alle aree controllo, con livelli di esposizione superiori ai limiti annui indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità;
- i bambini maggiormente esposti alle emissioni dell’impianto hanno un maggiore bio-accumulo di Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico rispetto a chi è invece prevalentemente esposto al solo inquinamento da traffico veicolare;
- un pattern differente di bio-accumulo è rilevabile nei bambini prevalentemente esposti a traffico veicolare (bio-accumulo di Bario).
Conclusioni principali:
- chi frequenta scuole e vive nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti emessi dai cementifici è esposto a maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici e accumula cronicamente metalli potenzialmente tossici, specie per organismi in fase di sviluppo.
- Impianti industriali inquinanti non dovrebbero essere localizzati in aree densamente urbanizzate, in prossimità di scuole e abitazioni nelle quali vivono soggetti particolarmente vulnerabili.
- sia l’inquinamento da impianti industriali che quello da traffico veicolare richiedono grande attenzione in termini di misure di prevenzione primaria, soprattutto per tutelare i soggetti più fragili".
Ho inviato copia del lavoro agli amministratori comunali di Barletta e alla dirigenza della ASL BAT, che ringrazio ancora per il concreto supporto. Per chi volesse leggerlo, il lavoro è disponibile al seguente link:
https://rdcu.be/cnehA
Sul lavoro si è espressa anche l'associazione Forum Salute e Ambiente, ecco il comunicato stampa a firma Sabrina Salerno e Sandra Parente.
"Nel 2011 il cementificio Buzzi Unicem riceveva parere positivo prima dalla provincia Barletta-Andria-Trani (amministrazione Ventola) sulla Valutazione di Impatto Ambientale poi dalla Regione Puglia (amministrazione Vendola) sull’Autorizzazione Integrata Ambientale per co-incenerire 65.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Questo accadeva nella totale indifferenza del Comune di Barletta (amministrazione Maffei), della Asl Bat (direzione Gorgoni) e delle altre istituzioni, dotate del potere di esprimere parere vincolante, rispetto alle istanze del movimento territoriale (Collettivo Exit, Associazione Beni Comuni, Circolo Arci Cafiero e singoli cittadini) che veniva formandosi e rivendicava una gestione dei rifiuti in linea con la Strategia Rifiuti Zero e priva delle pratiche di incenerimento e conferimento in discarica.
In 10 anni la parte della comunità sensibile alle tematiche relative a Salute e Ambiente si è riunita in un Forum portando avanti innumerevoli iniziative: sit-in, manifestazioni, incontri e conferenze stampa, frutti di studio e continuo confronto con altre realtà italiane e internazionali impegnate sugli stessi fronti. I momenti salienti di questo decennio di lotta che ci preme ricordare sono: la raccolta firme a sostegno della Legge nazionale di iniziativa popolare “Rifiuti Zero”, l’incontro internazionale contro l’incenerimento dei rifiuti del 2014, la raccolta firme per sottoporre al consiglio comunale due proposte di deliberazione di iniziativa popolare su “Rifiuti Zero” e “Monitoraggio ambientale legato alle aziende insalubri” del 2015 e la manifestazione per fermare il Disastro Ambientale del gennaio 2016.
Tappe fondamentali di un percorso che piano piano ha visto aumentare il sostegno da parte della popolazione locale sempre più consapevole dei rischi connessi ad attività prive di qualsivoglia giustificazione, se si parla di etica e logica, perché aventi come risultati il profitto a vantaggio di pochi e costi ambientali, sanitari e sociali ricadenti sulle comunità residenti. Oggi la scienza convalida il nostro impegno e la nostra visione grazie ai risultati dello studio a cura del dott. Agostino Di Ciaula sul Bioaccumulo di metalli pesanti nelle unghie dei bambini esposti all’inquinamento urbano e alle emissioni dei cementifici, pubblicato su “Exposure and Health”. In sintesi, è stato dimostrato che nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti prodotti dal cementificio, che ospitano case e scuole, c’è una maggiore concentrazione atmosferica di PM10 rispetto alle aree di controllo, con livelli di esposizione superiori ai limiti annui indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; i bambini maggiormente esposti alle emissioni dell’impianto hanno un maggiore bio-accumulo di Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico rispetto a chi è invece prevalentemente esposto al solo inquinamento da traffico veicolare; un pattern differente di bio-accumulo è rilevabile nei bambini prevalentemente esposti a traffico veicolare (bio-accumulo di Bario).
Pertanto chi frequenta scuole e vive nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti emessi dai cementifici è esposto a maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici e accumula cronicamente metalli potenzialmente tossici, specie per organismi in fase di sviluppo. Gli impianti industriali inquinanti, dunque, non dovrebbero essere localizzati in aree densamente urbanizzate, in prossimità di scuole e abitazioni nelle quali vivono soggetti particolarmente vulnerabili. Dato che l’inquinamento da impianti industriali e quello da traffico veicolare richiedono grande attenzione in termini di misure di prevenzione primaria, soprattutto per tutelare i soggetti più fragili, chiediamo all’amministrazione comunale Cannito di organizzare nell’anfiteatro dei giardini del Castello un incontro pubblico affinché la popolazione del territorio venga debitamente informata e resa più consapevole dei rischi ai quali è sottoposta, presentando accuratamente i risultati del Biomonitoraggio su 366 bambini residenti a Barletta.
Ci auguriamo siano coinvolti i soggetti che nel 2019 hanno sottoscritto con noi il Protocollo propedeutico allo Studio in oggetto e che si sono adoperati affinché tutte le fasi fossero portate avanti con serietà e professionalità: ASL BAT, Ordine dei Medici della provincia BAT, Istituzioni scolastiche operanti nel territorio comunale di Barletta (scuole elementari Musti-Dimiccoli, Pietro Paolo Mennea, Modugno e Girondi), Legambiente, GEPA guardie eco zoofile e ISDE Italia (International Society of Doctors for Environment) nella persona del dott. Agostino Di Ciaula, responsabile scientifico dello studio, che, siamo sicuri, supporterà ancora una volta chi crede che una forma alternativa di progresso in grado di coniugare lavoro, salute e ambiente non solo sia possibile ma anche necessaria e improcrastinabile. Questo traguardo lo dedichiamo a Tamara Sarli, attivista del Forum, scomparsa troppo presto a causa di un male incurabile".
Passo importante nella tutela dell'ambiente dell’area industriale di Barletta: Timac Agro è stata autorizzata a potenziare ulteriormente una nuova misura di messa in sicurezza operativa (MISO) della falda. Il nuovo impianto, che sarà completato in pochi mesi, intercetterá le acque inquinate della falda che caratterizzano l'area industriale e che, giungendo a valle nello stabilimento di fertilizzanti di via Trani, saranno prelevate dalla falda, trattate per rimuovere le sostanze inquinanti e reimmesse nel flusso di falda.
La determinazione, giunta con atto dirigenziale n.193/2020 del Servizio Bonifiche e pianificazione della Regione, è stata approvata all'unanimità dagli enti (Arpa, Asl, Provincia, Comune). Con la soluzione adottata, Timac Agro è una tra le prime aziende in Puglia che adotta una soluzione così innovativa.
La multinazionale, guidata in Italia dall’ing. Pierluigi Sassi, sottolinea: «È una certezza in più, un punto fermo, un potenziamento del servizio ambientale di cui Timac Agro si è fatta carico a beneficio della comunità locale. Il nuovo impianto ha un funzionamento simile a una lavatrice rispetto alle sostanze inquinanti che caratterizzano l'intera area industriale di Barletta: le preleva a valle dello stabilimento, le tratta, le bonifica e le reimmette in falda a monte rispettando le scrupolose indicazioni ricevute da Arpa Puglia, anche per mantenere sotto controllo il cuneo salino proveniente dal mare».
L'impianto rappresenta un importante costo per l'azienda: 350 mila euro, senza contare gli oltre 60 mila euro all'anno dei costi di gestione. Somme che, aggiunte ai tre milioni e mezzo di euro già spesi in questi anni da Timac, fanno sfiorare l'enorme cifra di 4 milioni di euro. «Sono risorse ingenti dedicate alla gestione ambientale – sottolineano dall'azienda di via Trani – che dimostrano ora più che mai che Timac sente forte l'attaccamento a Barletta e che intende continuare ad investire su questo sito. D'altro canto, sebbene questa nuova misura di contenimento dell’inquinamento vada nella direzione di migliorare la tutela ambientale della zona industriale di Barletta, non si può dimenticare che rimane ancora aperta la questione sollevata da ben 1459 giorni dal primo studio CNR/IRSA su chi sia il vero inquinatore della falda».
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Giovedì 26 settembre, presso la “Sala Rossa” del Castello di Barletta, si è tenuto il convegno “Autunno, la stagione della nutrizione”, promosso da Timac Agro Italia. All’incontro sono intervenuti Pierluigi Sassi (amministratore delegato Timac), Michele Piazzolla (presidente sezione Confindustria BAT), Laura De Gara (Università Campus Bio-Medico di Roma) e José Garcia Mina (Universidad De Navarra e vice presidente della Società mondiale delle “Sostanze umiche”). Il confronto è stato condotto dal giornalista Antonio Pascale. All’iniziativa hanno partecipato oltre duecento distributori provenienti da tutte le regioni del Sud.
Pierluigi Sassi dichiara: “L’iniziativa promossa da Timac Agro – qualificata da importanti docenti universitari – ha un grande valore scientifico e abbiamo fortissimamente voluto organizzarlo in questa città, nel meraviglioso castello svevo, a poche centinaia di metri dal nostro stabilimento e dal porto, per confermare che siamo la presenza più rilevante nel settore dei fertilizzanti a Mezzogiorno e per porre al centro la città di Barletta che con la sua indiscutibile vocazione marinara e industriale, da un secolo e mezzo gioca un ruolo fondamentale nell’agricoltura di tutto il Sud e del bacino del Mediterraneo. Ruolo a volte trascurato inconsapevolmente ma che abbiamo invece il dovere di ricordare”.
All'evento hanno preso parte, tra gli altri, il consigliere regionale Ruggiero Mennea - in rappresentanza del governatore Michele Emiliano -, il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, l’assessore Michele Ciniero, il presidente della Commissione Affari Sociali Riccardo Memeo e il consigliere Giuseppe Basile.
Timac Agro Italia, filiale di Groupe Roullier, multinazionale leader nel settore della nutrizione vegetale (presente in Italia con stabilimenti a Ripalta Arpina (CR) e a Barletta (BAT)), ha pubblicato per il terzo anno consecutivo il proprio Bilancio di Sostenibilità. L’obiettivo è quello di illustrare i risultati ottenuti dall’azienda nella promozione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un’attività imprenditoriale capace di creare valore nella piena salvaguardia dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema circostante, all’interno di un contesto di lavoro confortevole e positivo, condiviso con tutti gli stakeholder.
Nel corso degli ultimi tre anni, Timac Agro Italia ha consolidato gli impegni precedentemente assunti verso il raggiungimento di unasostenibilità sociale e ambientale, che è passata attraverso l’innovazione in macchinari e in strumentazioni per oltre due milioni di euro.
Il percorso di sostenibilità è stato rafforzato da un’intensa attività di ricerca a innovazione. Timac Agro Italia – guidata dall’AD Pierluigi Sassi – può contare sul costante impegno dei propri team di ricerca, che lavorano in stretta collaborazione con il Centro Mondiale dell’Innovazione, sito in Saint-Malo (Francia), il più grande centro privato dedicato alla nutrizione, nonché conuniversità ed enti di ricerca di vari Paesi nel mondo. Punto di riferimento imprescindibile dell’attività di Timac Agro Italia è il concetto di fertilizzazione sostenibile: i fertilizzanti sono realizzati in modo che i loro elementi minerali siano interamente assorbiti dalle radici riducendo l’accumulo nel suolo, determinando al contempo un incremento significativo della quantità e qualità delle produzioni. Fra le maggiori innovazioni la molecola Top-Phos, che rende il fosforo presente nei fertilizzanti completamente assimilabile dalla pianta.
Nell’ultimo triennio Timac ha anche stabilito collaborazioni e partenariati con alcuni tra i principali player del settore agroalimentare italiano, con l’obiettivo di rafforzare la sostenibilità nei processi aziendali e lungo la filiera: Cooperativa Produttori Bieticoli (Coprob), Bonifiche Ferraresi, Consorzio Casalasco del Pomodoro, Fondazione per L’Agricoltura Fratelli Navarra, Unione Nazionale Contoterzisti Agro-meccanici e industriali (U.N.C.A.I.), Federbio e Agrisfera.
Timac Agro Italia e il Gruppo Roullier dedicano particolare attenzione alla valorizzazione e alla qualità della vita e del lavoro delle proprie risorse umane. Ciò è stato confermato dall’assegnazione, per due anni consecutivi, del prestigioso premio “Best Workplace” 2016 e 2017, conferito a Timac Agro Italia insieme ad altre aziende come American Express e Jaguar Land Rover.
A ciò si aggiunge il rinnovo degli uffici della sede di Ripalta Arpina, un progetto guidato dalla volontà di ridisegnare architettonicamente l’edificio e gli spazi comuni, allo scopo di integrarlo nella natura circostante del parco Adda Sud, avvicinando le persone e l’ambiente all’interno di un luogo accogliente e naturale, ricco di piante e di colori tenui, che favoriscono il pensiero e la collaborazione tra le persone.
Lo stabilimento produttivo di Barletta è stato al centro di particolare attenzione. Le azioni portate avanti sul territorio pugliese hanno previsto, tra le altre cose: valutazioni di ogni possibile impatto dell’attività dell’azienda sul tessuto urbano circostante, apertura e dialogo nei confronti delle autorità, rilievi periodici di tutti i parametri condivisi con Arpa, completamento delle opere di messa in sicurezza dello stabilimento, investimenti importanti sulla sostenibilità. Gli investimenti e gli adempimenti posti in essere da Timac Agro hanno trovato riconoscimento nella decisione, lo scorso marzo, della procura di Trani di disporre il dissequestro dello stabilimento di Barletta (che aveva cessato la propria attività nel maggio 2018). Il provvedimento ha riconosciuto, da un lato, l’assenza di responsabilità da parte della società nell’inquinamento atmosferico dell’area e, dall’altro, la realizzazione di efficaci attività di messa in sicurezza operativa di suolo e falda da parte dell’azienda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi. La revoca ha perciò comportato la piena riabilitazione dello stabilimento produttivo, ora in grado di rispondere pienamente alle esigenze del mercato. Tale risultato è stato possibile grazie alla condivisione di uno straordinario senso di responsabilità collettivo.
Ma quello dello sviluppo sostenibile è un valore che Timac Agro Italia vuole trasmettere anche ai giovani. Per questo, da anni l’azienda è impegnata nella realizzazione di progetti formativi e di inserimento professionale che coinvolgono sia agli istituti scolastici, con l’attivazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro che coinvolgono numerose classi di istituti prossimi agli stabilimenti produttivi, sia le università, con l’attivazione di tirocini curriculari. Inoltre, il gruppo apre periodicamente le sue porte agli studenti di scuole medie e superiori e di università, attraverso visite guidate ai propri stabilimenti (nell’ultimo triennio sono stati coinvolti oltre 1.000 studenti provenienti da 18 scuole di tutto il territorio nazionale). Timac, infine, investe sui giovani per crescere una generazione di cittadini del mondo, attraverso una collaborazione con la Fondazione Intercultura Onlus e il conferimento di borse di studio per la promozione di scambi interculturali.
Il Bilancio di Sostenibilità, elaborato sulla base degli standard internazionali del Global Reporting Initiative (GRI), esamina l’allineamento ai quattro obiettivi selezionati dall'azienda tra quelli individuati dall’Onu nell’agenda 2030: fame zero; lavoro dignitoso e crescita economica; industria, innovazione e infrastruttura; consumo e produzione responsabile. Per ciascun obiettivo sono analizzati in maniera precisa e dettagliata i loro contenuti, le attività realizzate da Timac per il loro raggiungimento e gli impegni per il futuro.
“Lo stabilimento Timac di via Trani ha riaperto a seguito di un provvedimento dell’autorità giudiziaria che ha accertato, oltre ogni ragionevole dubbio, dopo approfondite analisi dei periti della Procura della Repubblica di Trani e ARPA, che Timac non produce alcuna forma di inquinamento atmosferico”. È quanto hanno dichiarato in una conferenza stampa Francesco Salvi (legale dell’azienda, studio Pavia e Ansaldo), Andrea Camaiora (portavoce) e Gianni Vetrugno (direttore di stabilimento).
L’avvocato Salvi ha sottolineato: “Inoltre, la procura ha riconosciuto e apprezzato l’avanzamento dei lavori di esecuzione della messa in sicurezza del suolo e della falda da parte di Timac, confermando che detti interventi, efficaci nel contenere e ridurre la contaminazione storica, in presenza di un’attività produttiva sono perfettamente equivalenti a un’attività di bonifica e pertanto in linea con le ordinanze emesse dalla Provincia”.
“Ogni monitoraggio, indagine e analisi dell’area dello stabilimento si è sempre svolta in confronto e in accordo con tutti gli enti e i soggetti che di volta in volta hanno partecipato negli ultimi anni alle innumerevoli conferenze di servizi, e dunque Regione, Provincia, Comune, Arpa e Asl. Ogni passo compiuto - hanno dichiarato l’avvocato Salvi e l’ingegner Vetrugno - è stato controllato, ponderato, verificato e ricontrollato insieme dagli enti e dall’azienda. Anche con il supporto dei geologi, chiesti dal Comune e messi a disposizione da Procura e ARPA”.
“Dopo anni - dichiara Andrea Camaiora - c’è ormai un’evidenza: Timac ha sempre detto la verità. Il nostro operato era corretto e alla fine è stato un modello rispettoso della legge, del confronto, delle istituzioni e dei cittadini. È una vittoria di tutti, dell’ambiente, dell’occupazione, dello sviluppo, della città, capace di coniugare tutto questo, e non può passare in secondo piano solo perché essa rappresenta contemporaneamente la sconfitta di pochi. Timac ora più che mai desidera confermarsi realtà attiva e responsabile di Barletta e per questo abbiamo investito negli ultimi anni oltre 2 milioni di euro per coniugare ambiente e sviluppo. Il nostro sito produttivo è la realtà più monitorata di tutta la provincia Bat ma anche quella su cui tutti si sono permessi in questi anni di esprimere con leggerezza i più vari giudizi. Per tutelare l’onore dell’azienda e dei suoi rappresentanti, è stato dato mandato per nuove querele nei confronti di chi, sui social network e sulla stampa, ha continuato anche negli ultimi giorni a diffamare Timac. I risarcimenti che otterremo in sede giudiziaria saranno devoluti in iniziative a favore di Barletta”.
“Timac - afferma ancora Camaiora - inoltre intende proseguire nella strada del confronto sulle tematiche ambientali, aprendosi sempre più al dialogo con opinione pubblica e comitati, offrendo il proprio contributo per individuare insieme le soluzioni migliori per superare le criticità che caratterizzano il territorio comunale”.
“Timac revoca la procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività che era stata avviata a maggio 2018. La decisione è stata adottata, così come da impegno assunto dall’amministratore delegato Pierluigi Sassi col sindaco di Barletta, Mino Cannito, nel momento in cui è stata superata definitivamente l’incertezza sul futuro dello stabilimento di Via Trani. E’ infatti notizia degli scorsi giorni la revoca del sequestro dello stabilimento Timac da parte della Procura”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.
“Il provvedimento di revoca del sequestro – prosegue la nota – ha infatti escluso responsabilità dell’azienda sull’inquinamento atmosferico e riconosciuto l’efficacia delle opere di messa in sicurezza del suolo e della falda poste in essere da Timac, sottolineando come esse costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica, facendo così venire meno le ragioni poste alla base della necessità di cessare l’attività licenziando il personale”.
“Il provvedimento della Procura, sottraendo finalmente l’azienda dall’incertezza imprenditoriale, ha messo in condizione anche il management di confermare i livelli occupazionali”, conclude la nota.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 2 aprile 2019
“Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dottoressa Silvia Curione, ha disposto il dissequestro dello stabilimento Timac di Barletta, in Via Trani, accogliendo le considerazioni dei legali dell’impresa, i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno e l’avvocato Francesco Salvi (studio Pavia e Ansaldo)”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.
“Nel provvedimento di dissequestro – spiega l’azienda – dopo aver ricordato che ‘già i consulenti tecnici del pm avevano escluso la responsabilità della società in questione con riferimento al denunciato inquinamento atmosferico dell’area di riferimento’, per quanto riguarda l’inquinamento del suolo e del sottosuolo il pm sottolinea che ‘la società sta ponendo in essere le attività di integrazione e implementazione della MISO suolo e falda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi’”.
“Nel provvedimento infatti – prosegue Timac Agro Italia – la dottoressa Curione ricorda come, ai sensi del Codice dell’ambiente, gli interventi di Messa in Sicurezza Operativa (MISO) costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica per gli stabilimenti attivi”.
L’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi, ha dichiarato: “Esprimiamo la nostra profonda soddisfazione per il provvedimento assunto dalla dottoressa Curione. A Barletta è prevalsa la linea della responsabilità di cui Timac ha cercato di rendersi interprete da subito. Ma se la procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali. Di più: il provvedimento offre all’impresa la certezza per operare e fornisce a noi e agli enti locali una bussola per i prossimi, pochi, passi che restano da compiere. Questo intervento per noi però non dice la parola fine su temi che ci vedono da sempre in prima linea. Resta fermo l’impegno di Timac – ha concluso l’ingegner Pierluigi Sassi - nei confronti dei barlettani, del sindaco Cannito, del presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 29 marzo 2019
La Timac di Barletta non inquina. Ad accertarlo è stata la Procura di Trani che per questo ha disposto il dissequestro dello stabilimento che produce fertilizzanti.
Grande la soddisfazione dell’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi. “Se la Procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali”, ha dichiarato Sassi che poi ha aggiunto: “Resta fermo l’impegno di Timac nei confronti dei barlettani, del Sindaco Cannito, del Presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.
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Timac Agro Italia ha sporto querela nei confronti di Sabrina Salerno e Sandra Parente, rappresentanti del Forum Salute e Ambiente, per le affermazioni false, calunniose e fortemente lesive della reputazione di Timac riportate in un articolo pubblicato lo scorso 7 novembre sulla Gazzetta del Mezzogiorno (anch’essa querelata), dal titolo “Paga chi inquina, la battaglia continua”. È quanto annuncia in una nota la stessa azienda di via Trani che spiega: “Questa querela è la risposta a chi ritiene di poter continuare a parlare a sproposito, causando una lesione all’immagine della nostra azienda, diffamando e arrecando danno alla reputazione di una multinazionale nota nel mondo per i propri elevati standard ambientali. In questi anni ci siamo aperti al confronto, abbiamo fornito spiegazioni e investito ingenti risorse per coniugare ambiente, sviluppo e sostenere l’integrazione tra area industriale e residenziale, ma non potremo più accettare, da parte di nessuno, che si leda la nostra immagine con argomenti pretestuosi e infondati o, ancora, come avvenuto di recente, chiamandoci in causa in vicende che non ci riguardano affatto, come la sospensione dei permessi di costruzione di edifici residenziali nell’area industriale di Barletta”.
“Nell’articolo - prosegue Timac - si dà notizia di un incontro avvenuto lo scorso 30 ottobre tra Salerno, Parente e il sindaco Mino Cannito, e si riportano le affermazioni dei due rappresentanti del Forum Salute e Ambiente”.
“Si tratta - prosegue ancora l’azienda - di affermazioni prive di qualsiasi riscontro oggettivo, volte esclusivamente a instillare nei lettori l’idea che Timac sia sorgente di emissioni di sostanze pericolose per l’ambiente e la salute umana, pur essendo perfettamente a conoscenza, trattandosi di dati pubblici, della totale assenza di queste sostanze sia nel ciclo produttivo della Timac, sia nelle materie prime trattate dall’azienda”.
“Come è infatti rilevabile dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata alla Timac, l’attività produttiva dello stabilimento è a ciclo chiuso, cioè priva di emissioni solido-liquide e con solo emissioni gassose ampiamente sotto i limiti. Non solo: in attuazione dell’AIA, Timac ha avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dello stabilimento in conferenza di servizi, presentando il relativo studio, discusso ed approvato dagli enti, dal quale si evince chiaramente la totale assenza di metalli pesanti. Si tratta di dati pubblici, ampiamente pubblicati sui siti istituzionali e messi a disposizione della comunità”.
“Le affermazioni di Salerno e Parente - afferma ancora la nota di Timac - risultano essere particolarmente gravi poiché infondono nella opinione pubblica una correlazione tra l’attività industriale di Timac e lo stato ambientale dell’area industriale di Barletta. È il caso di chiarire per l’ennesima ma anche ultima volta che Timac non inquina. Dichiarazioni e articoli pubblicati comportano quindi un grave e irreparabile danno d’immagine nei confronti di una società che vive da sempre con grande attenzione e partecipazione le problematiche connesse al territorio. Basti ricordare, infatti, che solo negli anni 2016 e 2017 la Timac ha speso oltre un milione di euro per attività di messa in sicurezza ambientale, sebbene, come già ribadito, lo stabilimento non apporti alcun contributo alla contaminazione ambientale”.
“La domanda di prodotti biologici in Italia è in forte crescita e può rappresentare una grande opportunità per l’intero comparto agroalimentare italiano. Sono tre gli ingredienti fondamentali per rispondere al meglio a questa sfida: la formazione, e quindi un adeguamento sul piano della conoscenza da parte delle aziende, la filiera, cioè attuare strategie condivise e in un’ottica di economia di scala, e il binomio ricerca-innovazione”.
E’ quanto ha dichiarato Pierluigi Sassi, vice presidente del Gruppo Roullier, aprendo i lavori del seminario “La coltivazione biologica della barbabietola da zucchero”, organizzato dalla Cooperativa Produttori Bieticoli (CoproB), Federbio e Timac Agro Italia al Fico di Bologna. Hanno partecipato Claudio Gallerani (presidente CoproB), Paolo Carnemolla (presidente Federbio), Giovanni Campagna (responsabile CoproB) e Luca Marcheselli (responsabile CoproB progetto Bio), che ha illustrato i risultati della campagna 2018 per la coltivazione biologica delle barbabietole. CoproB è il più importante produttore del settore bieticolo saccarifero italiano attraverso il marchio Italia Zuccheri.
“Quest’anno, in occasione della firma del memorandum d’intenti con Federbio, avevamo preso l’impegno come Gruppo Roullier e Timac Agro Italia di presentare al mercato una linea di fertilizzanti dedicati interamente a incrementare la produttività delle coltivazioni nel settore biologico: oggi possiamo dire di aver mantenuto la promessa”. Così Pierluigi Sassi, vice presidente del Gruppo Roullier, presentando la linea ‘Innovabio’ di Timac Agro al seminario in corso a Bologna, presso Fico, in compagnia di Paolo Carnemolla (presidente Federbio), Claudio Gallerani (presidente CoproB), Raffaele Maiorano (presidente Confagricoltura Giovani), Gianluca Ferrari (vice presidente Granlatte) e Giovanni Panzeri (direttore MDD Carrefour Italia).
La multinazionale francese, leader nel campo della nutrizione vegetale e animale con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti, ha scelto l’Italia per la presentazione mondiale di Innovabio. L’occasione è stata offerta dal seminario in corso a Fico, dedicato alla “nuova sfida per un bio produttivo”, in cui i rappresentanti dei principali player del settore biologico hanno sottolineato come il rafforzamento della filiera, l’innovazione e le competenze siano fondamentali per aumentare la produttività nel campo dell’agricoltura biologica. Innovabio è la risposta di Roullier e di Timac Agro alle nuove sfide del bio, su tutte le colture. La filosofia di fondo di Innovabio è proprio quella di puntare alla produttività attraverso l’innovazione, tanto da coniare il neologismo “bioproduttività”.
“Assistiamo al grande sviluppo del biologico come fenomeno di massa – ha spiegato Pierluigi Sassi – e questo ha determinato importanti investimenti del nostro Gruppo in questo campo. Nel mercato bio la strategia di filiera assume una rilevanza fondamentale e i partenariati che abbiamo siglato negli ultimi mesi con i principali player del settore agroalimentare del nostro Paese assumeranno per noi ancora maggiore importanza. La nostra convinzione è che le chiavi per rispondere alla sfida dello sviluppo del bio vadano individuati nella tutela dei valori e nell’innovazione, con la definizione di prodotti tecnologicamente avanzati”.
“Verrà il momento di presentare le caratteristiche tecniche agronomiche dei nostri prodotti – ha aggiunto Sassi – ma oggi con il Gruppo Roullier teniamo a presentare in anteprima mondiale in Italia una soluzione che è stata resa possibile grazie al supporto offerto al nostro gruppo dal Centro Mondiale dell’Innovazione di Saint Malo (Francia) e dal network di istituti universitari di fama internazionale ad esso collegati”.
“A ciò si aggiunge – ha concluso Pierluigi Sassi – il modello di business unico di Roullier che grazie alla rete commerciale con i migliori tecnici specializzati, formati in maniera permanente e ora anche in modo specifico sul bio con la collaborazione con Federbio e Accademiabio, con i prodotti Innovabio aiuta gli agricoltori a ottenere suoli più pronti e reattivi, che sono la base fondamentale per una elevata produttività in agricoltura biologica”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato da Agrisole il 18 ottobre 2018
Una partnership all’insegna dell’innovazione e della promozione del biologico tra due player del settore agroalimentare: FederBio, Federazione nazionale di organizzazioni fondata nel 1992 con l’obiettivo di tutelare e favorire lo sviluppo di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Groupe Roullier Zone Italie, holding Italiana del Gruppo Roullier, leader mondiale nel campo della nutrizione vegetale e animale con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti.
Sulla base dell’accordo strategico, Groupe Roullier (con i suoi marchi Timac Agro Italia e Timazootec) e FederBio collaboreranno per promuovere la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni, con l’obiettivo di migliorare la produttività e la competitività delle aziende agricole e zootecniche attive nel settore. In questa sfida, il Gruppo Roullier si avvarrà delle innovazioni derivanti dall’attività del Centro Mondiale dell’Innovazione, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione, inaugurato dal gruppo francese a Saint-Malo nel 2016.
L’accordo prevede, inoltre, la messa a punto di un’attività formativa specifica e certificata, curata da FederBio attraverso la sua Accademia Bio, dedicata agli esperti di Timac Agro Italia e Timazootec. Grazie a quest’iniziativa particolarmente innovativa per il settore, i tecnici del Gruppo Roullier potranno assicurare l’assistenza nutrizionale più qualificata anche alle aziende agricole che operano in regime di biologico.
“Siamo lieti – dichiara Pierluigi Sassi, vicepresidente di Groupe Roullier Zone Italie – di poter contribuire con il supporto di FederBio allo sviluppo dell’agricoltura biologica, un settore sempre più strategico per l’agroalimentare italiano e sempre più apprezzato dai consumatori. Il protocollo che abbiamo siglato impegna il Gruppo Roullier a presentare nel più breve tempo possibile al mercato italiano le soluzioni più innovative, capaci di coniugare i valori del biologico con le aspettative produttive degli operatori, fornendo così nuovi strumenti per affrontare questa nuova sfida per le filiere agroalimentari: il Bio come fenomeno di massa”.
“Siamo soddisfatti di aver avviato questa importante collaborazione con un’azienda di rilievo internazionale come Groupe Roullier Zone Italie che ha deciso di investire in maniera significativa nel biologico. Metteremo a disposizione tutto il nostro know how per supportare efficacemente i suoi tecnici nello sviluppo di soluzioni innovative tese a ottimizzare la produttività e competitività delle aziende agricole e zootecniche attive nel settore, con assoluto rispetto anzitutto dei principi fissati nella normativa europea dell’agricoltura biologica e dell’approccio agroecologico che ne è alla base”, ha commentato Paolo Carnemolla, Presidente FederBio.
Riapre lo stabilimento Timac di via Trani, per adempiere agli impegni assunti nel tavolo di lavoro con la procura coordinato dalla pm Curione e promosso dal sindaco Cannito il 20 luglio.
“Abbiamo dato l’avvio alle ispezioni per la verifica della continuità dello strato argilloso tra ceneri di pirite e falda - si legge in un comunicato dell’azienda - e stiamo effettuando una triplice verifica: elettrica, sismico/fisica e infine 9 carotaggi. La fase dei sondaggi durerà circa quindici giorni e altrettanto sarà necessario per operare le elaborazioni scientifiche che ci consegneranno gli esiti, dunque, entro fine settembre”.
“In parallelo - spiega ancora Timac - stiamo procedendo allo studio di fattibilità per operare il barrieramento idraulico del flusso di falda che proviene dall’esterno dello stabilimento. Tutto sarà pronto entro il 30 novembre, come da impegni assunti in procura, di fronte alla dottoressa Curione, anche se l’azienda sta operando con sollecitudine per anticipare se possibile la scadenza fissata".
“Frattanto - prosegue la nota Timac - hanno trovato reimpiego i primissimi lavoratori che sono impegnati nel supportare le verifiche geofisiche e nel controllare il perfetto funzionamento dei macchinari dello stabilimento dopo il blocco di tre mesi delle attività. Iniziamo con la manutenzione degli impianti e speriamo di poter ripartire il prima possibile, progressivamente, tra settembre e ottobre. Non sarà facile. Lo stabilimento è rimasto chiuso tre mesi e molto dipenderà dal mercato e dunque dagli ordini che giungeranno. Per questo, in accordo con sindacati e parti sociali, sta per essere avviato l’iter finalizzato alla procedura di cassa integrazione ordinaria e in parallelo c’è lo sforzo di tutta la società, se ci saranno le condizioni, a riportare nel più breve tempo possibile lo stabilimento di via Trani a piena occupazione”.
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“Il gip del Tribunale di Trani, la dottoressa Lucia Anna Altamura, ha nuovamente concesso la facoltà d’uso dello stabilimento Timac di Via Trani. Nelle prossime settimane, l’azienda sarà impegnata a effettuare tutte le verifiche e manutenzioni per ripartire al meglio dopo il fermo temporaneo dello stabilimento. L’impianto di Barletta sarà nuovamente nelle condizioni di accogliere ordini e, se vi saranno le condizioni di mercato, come auspichiamo, di ripartire con la produzione”. È quanto dichiara in una nota il responsabile delle relazioni esterne dello stabilimento di via Trani, Andrea Camaiora.
“Sul fronte ambientale – prosegue la nota – Timac è determinata a rispettare gli impegni assunti in occasione del tavolo promosso dal sindaco Mino Cannito e concesso dalla pm Silvia Curione, per addivenire a una soluzione verificata sul piano tecnico-scientifico che potrà poi essere validata dagli enti nelle opportune sedi”.
“L’azienda – conclude Camaiora – esprime un ringraziamento nei confronti di tutti coloro che hanno agito con senso di responsabilità, impegnandosi anche oltre gli stretti formalismi. In questo senso, un particolare apprezzamento va al sindaco Cannito, alla pm Curione e alla gip Altamura”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 26 luglio 2018
Un finanziamento di 50 milioni di euro della Banca europea degli investimenti (BEI) sosterrà le attività di ricerca e sviluppo del Gruppo Roullier, multinazionale francese che con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti è leader nel campo della nutrizione vegetale e animale. Roullier è il primo beneficiario del nuovo programma di finanziamenti per l’agricoltura e la bioeconomia, da 1 miliardo di euro, lanciato dalla BEI lo scorso aprile e sostenuto dal piano Juncker, un programma rivolto alle cooperative e alle imprese di tutta Europa. Il gruppo bretone è presente nel nostro Paese con la holding “Groupe Roullier Zone Italie”, guidata dal manager italiano Pierluigi Sassi, che comprende, tra le altre, le business unit Timac Agro Italia e Timazootec.
Il contributo è stato ufficializzato nei giorni scorsi a Saint-Malo, dove ha sede il Centro Mondiale dell’Innovazione, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione, inaugurato dal gruppo francese nel 2016. Il prestito della BEI servirà a finanziare le attività di ricerca e sviluppo del Gruppo Roullier, con l’obiettivo di migliorare il portafoglio prodotti, la ricerca di nuove aree di applicazione adattate alle esigenze nutritive di piante e animali, nonché l’adattamento dello strumento di produzione. Le attività di ricerca saranno condotte principalmente nel Centro Mondiale dell’Innovazione a Saint-Malo e nel Centro di studi e ricerca applicata (CERA) con sede a Dinard.
“La BEI, e attraverso di essa, l’Europa, è lieta di poter accompagnare il Gruppo Roullier nell’implementazione della sua strategia di innovazione per lo sviluppo di una nutrizione animale e vegetale rispettosa dell’ambiente”, ha affermato Ambroise Fayolle, vicepresidente della BEI.
“Siamo orgogliosi di essere la prima azienda a beneficiare di questo finanziamento da parte della BEI, un vero riconoscimento del nostro investimento per quasi 60 anni nell’innovazione”, ha dichiarato Sébastien Chauffaut, presidente del comitato esecutivo del gruppo Roullier. “Il finanziamento ci consentirà di continuare e accelerare i nostri progetti di ricerca di nuovi prodotti e processi innovativi, il tutto con l’obiettivo di promuovere un’agricoltura sostenibile”.
Anche Phil Hogan, commissario Ue per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, si è felicitato della firma dell’accordo: “L’accesso ai finanziamenti per le attività di ricerca e sviluppo di gruppi come Roullier è un esempio di come l’Ue possa svolgere un ruolo importante nel sostenere l’economia rurale europea”.
Qui per leggere l'articolo pubblicato di Italia Oggi, il 4 luglio 2018
Il meglio dell’innovazione e della ricerca scientifica mondiale nella nutrizione vegetale al servizio delle filiere agricole e alimentari. Sono stati assegnati oggi, giovedì 28 giugno, gli “Innovation Awards Groupe Roullier 2018”, i premi del concorso internazionale lanciato dal Gruppo Roullier, multinazionale francese che con oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato e 8.000 dipendenti è leader nel campo della nutrizione vegetale e animale, riservato ai migliori progetti di ricerca e sviluppo nel campo della nutrizione delle piante e del suolo elaborati dai ricercatori delle università ed enti di ricerca di tutto il mondo.
Ben 63 i progetti pervenuti all’attenzione del comitato scientifico da 26 Paesi (dall’Europa all’Africa, dall’America all’Asia), incentrati sui cinque temi oggetto della competizione: nutrizione vegetale; sostanze naturali, vegetali e marine; vita e scienza del suolo; biostimolazione e biocontrollo; biotecnologie e ingegneria delle colture.
I vincitori dell’edizione 2018 sono l’italiana Laura Zanin (Università degli Studi di Udine) e l’austriaco Walter Wenzel (Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna). I due migliori progetti sono stati premiati con una borsa di ricerca di durata annuale di 60.000 euro ciascuna. La premiazione è avvenuta al Centro Mondiale dell’Innovazione di Saint-Malo, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione inaugurato dal gruppo francese nel 2016.
La premiazione è stata preceduta da una conferenza che ha visto la partecipazione di alcuni tra i principali esperti in materia di agricoltura, nutrizione vegetale e ambiente: Heitor Cantarella (direttore dell’Agronomic Institute di Campinas), Nicolaus Von Wiren (direttore Department Molecular Plant Nutrition presso il Leibniz Institute of Plant Genetics and Crop Plant Research), Christophe Salon (research director di INRA) e Michele Morgante (direttore scientifico Istituto di Genomica Applicata).
Alla premiazione hanno partecipato Sébastien Chauffaut (presidente dell’executive board del Gruppo Roullier), Ambroise Fayolle (vicepresidente della Banca europea degli investimenti) e il sindaco di Saint-Malo, Claude Renoult.
“Il nostro gruppo si conferma leader a livello europeo nell’innovazione – dichiara Pierluigi Sassi, vicepresidente di Groupe Roullier Zone Italie – Crediamo nel fatto che il progresso scientifico e tecnologico non debba avere frontiere per sviluppare, anche in agricoltura, soluzioni sempre più avanzate ed efficienti. Siamo orgogliosi che alcune delle più eminenti figure dell'università italiana - penso tra gli altri al prof. Michele Morgante, presidente della società di genetica agraria italiana - abbiano accolto l'invito a partecipare alla premiazione di questo concorso internazionale promosso dal gruppo Roullier e che proprio una ricercatrice italiana, Laura Zanin dell'università di Udine, sia una dei due vincitori del premio”.
Questa mattina un dipendente di Timac Agro è stato assalito da altri dipendenti. La persona, aggredita verbalmente e fisicamente per ben due volte, in presenza delle forze dell’ordine e di operatori dell’informazione, era stata incaricata dall’azienda di entrare in stabilimento – su autorizzazione dell’autorità giudiziaria – solo e soltanto per verificare il corretto funzionamento dell’impianto di messa in sicurezza ambientale della falda. Questo anche perché, nell’ultima conferenza di servizi del 5 giugno, la Regione ha espressamente chiesto all’azienda di monitorare l’effettivo funzionamento del cosiddetto “pump & stock”.
Non è in alcun modo ammissibile l’uso della forza, della violenza, delle offese e delle minacce, come è accaduto purtroppo in via Trani.
“A totale dimostrazione dell'impegno e del comportamento responsabile della Timac nei confronti dei lavoratori, della comunità locale e delle amministrazioni pubbliche, è importante ricordare che negli ultimi tre anni sono stati spesi a Barletta 4 milioni di euro per coniugare l’attività imprenditoriale, i posti di lavoro e la tutela dell’ambiente, implementando procedure di messa in sicurezza operative definite e concordate con gli enti in numerose conferenze di servizi e, ancora, puntando sullo sviluppo futuro innovando le infrastrutture industriali dello stabilimento di via Trani”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.
“Nonostante tutto ciò – prosegue la nota – la procura ha inteso rafforzare il suo già pesantissimo provvedimento cautelare revocando la facoltà d’uso dello stabilimento, sulla base di una perizia tecnica che ancora una volta sembrerebbe non tenere conto dei dati più aggiornati, sembrerebbe disconoscere tutte le attività messe in atto dall’azienda e approvate dagli enti preposti in materia di messa in sicurezza operativa oltre a non considerare la ferma volontà, espressa dall’azienda in tutti i modi, di volersi adoperare concretamente per risolvere il problema dell’inquinamento storico”.
“Come sempre detto – continua la nota – anche in questa nuova situazione, l’azienda mantiene fermo l’impegno preso da tempo con opinione pubblica ed enti locali e non si sottrarrà alla promessa di bonificare un sito che presenta un inquinamento in parte storico (dovuto a precedenti gestioni societarie) e in parte esterno allo stabilimento. Per tale ragione in queste ore abbiamo già interpellato l’Arpa per definire procedure concordate per la bonifica del sito”.
“Purtroppo – conclude Timac – siamo consapevoli che tutto questo non risolverà i problemi ambientali di Barletta e tantomeno dell’area industriale, come dimostrato dallo studio CNR trascurato da 684 giorni”.
“Il Tribunale di Trani sospende la facoltà d’uso dello stabilimento Timac. Si tratta di un provvedimento immediatamente esecutivo, che ha effetto dal primo maggio e che i legali dell’azienda giudicano totalmente incoerente con le numerose decisioni che lo stesso Tribunale, nella persona della giudice Angela Schiralli, aveva ripetutamente assunto”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.
“Se per due anni non c’è stato rischio per l’ambiente e per la salute, e tale condizione non è in alcun modo cambiata, come dimostrano tutti i rilievi effettuati per parte pubblica da Arpa e per parte privata dalla società Amec, questa decisione appare come un fulmine a ciel sereno. Infatti – prosegue la nota – Timac ha sempre ottemperato a tutto quanto è stato deciso nelle conferenze di servizi partecipate dagli enti locali e alla luce di un tavolo di confronto tra i tecnici della procura e quelli dell’azienda, per porre rimedio all’inquinamento storico causato dalle precedenti amministrazioni societarie dello stabilimento, così come sottolineato dalla stessa magistratura nel suo provvedimento”.
“Timac – continua la nota – farà il possibile per garantire la continuità delle operazioni di messa in sicurezza dell’area (ad esempio, il pump and treat) già attivate in accordo con gli enti preposti. A far data dal primo maggio l’attività dello stabilimento sarà sospesa e i dipendenti non saranno chiamati a svolgere la propria attività lavorativa, salvo nuova comunicazione da parte dell’azienda, ma continueranno a essere regolarmente retribuiti”.
“Nel merito del provvedimento assunto dalla magistratura locale – conclude Timac – l’azienda è non solo più determinata che mai a far valere le proprie ragioni, ma è certa di dimostrare un operato corretto e specchiato”.
Timac Agro Italia è tra le imprese motrici in grado di trainare la ripresa della Regione Puglia. A sostenerlo, in un approfondito intervento pubblicato oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, il professor Federico Pirro, docente di Storia dell'Industria e di Storia dell'Industria editoriale contemporanea nell'Università Aldo Moro di Bari.
Secondo il professore, è necessario smentire il pregiudizio secondo cui la Puglia sia “irrimediabilmente segnata dal sottosviluppo e da una desertificazione industriale, con il relativo collasso dell’apparato di produzione manufatturiera”. La Puglia infatti, come ricorda Pirro, è divenuta ormai una delle maggiori aree economiche del Paese. Nel 2016 è risultata la terza regione del Sud, dopo Campania e Sicilia, per il Pil, pari a 70,8 miliardi e valore aggiunto del totale delle attività economiche (65 miliardi), risultando la nona in Italia per gli stessi indicatori. Nel 2015 – considerando gli ultimi dati consultabili - la Puglia è stata la 4° nel Paese per il valore aggiunto dell’agricoltura e l’8° per quello del settore industriale.
Nell’articolo sono passati in rassegna tutti i principali siti produttivi del territorio: dall’acciaio all’agroalimentare, dall’aerospazio all’automotive, dalla chimica di base all’Ict. Tra questi emerge - al fianco di Ilva, FPT, Princess Mitsubishi e Leonardo - Timac Agro Italia.
L’azienda, che dal 1991 produce e commercializza fertilizzanti, fa capo alla multinazionale francese Roullier. Nel suo stabilimento produttivo a Barletta dà lavoro a 268 persone. Fiore all’occhiello dell’attività di Timac Agro Italia è il concetto di fertilizzazione sostenibile, realizzato in modo che gli elementi minerali siano interamente assorbiti dalle radici senza rimanere nel suolo e quindi senza produrre inquinamento.
Insomma in Puglia la ripresa c’è, anche grazie agli investimenti internazionali che hanno creato decine di migliaia di posti di lavoro. E Timac ne è protagonista attiva.
Il Gruppo Roullier ospite dell’Alta Scuola in Economia Agro-alimentare dell’Università Cattolica (SMEA).
L’università, nell’ambito dell’attività formativa del corso master, organizza seminari di approfondimento aperti al pubblico esterno.
Mercoledì 14 marzo, il Gruppo Roullier è stato chiamato a raccontare la propria esperienza agli studenti universitari, in un seminario dal titolo “Il gruppo Roullier e la nutrizione: approccio di filiera e progetti di sviluppo in Italia - Presentazione progetto di sviluppo del web marketing aziendale”, con relatore Elia Fontana, direttore commerciale di Timazootec, business unit del Gruppo Roullier dedicata agli integratori per la zootecnia.
Accordo italo-francese tra big per migliorare la produzione del pomodoro da industria italiano e per ampliare i margini di guadagno delle aziende agricole. Con la partnership tra Timac Agro Italia - che fa capo alla multinazionale francese Roullier -, il Consorzio agrario di Cremona e il Consorzio Casalasco del pomodoro, quartiere generale a Rivarolo del Re, sempre in provincia di Cremona, si aprono nuove frontiere per l’innovazione del settore, con una partnership tecnologica per una produzione di avanguardia capace di aumentare la resa delle coltivazioni. L’intesa prevede lo sviluppo di nuovi fertilizzanti per aumentare nei campi la produttività e la qualità e per garantire contemporaneamente agli imprenditori agricoli una maggiore redditività.
Il Consorzio Casalasco è il più grande produttore di pomodoro da industria in Italia, presente sul mercato con grandi brand come Pomì e De Rica. Nato nel 1977, oggi associa 370 aziende agricole, tra Mantova, Cremona, Parma e Piacenza per un totale di 7mila ettari coltivati. Con tre impianti di trasformazione e con oltre 550mila tonnellate di pomodoro fresco lavorato ogni anno, rappresenta la più importante realtà del settore del Paese. Timac Agro Italia è invece una delle aziende della holding Group Roullier Zone Italie, braccio italiano della multinazionale d’oltralpe che opera nel campo dei fertilizzanti, degli integratori alimentari per la zootecnia e del food: un colosso che con oltre 8mila dipendenti e 70 stabilimenti a livello internazionale fattura più di 3,2 miliardi di euro all’anno.
Con l’accordo, Timac Agro Italia, che fornisce assistenza tecnica agli imprenditori agricoli attraverso la consulenza di uno staff di 150 agronomi dislocati sul territorio nazionale, metterà a disposizione dei due consorzi il centro di ricerca francese di Roullier, la più grande struttura privata in Europa per l’innovazione nel campo della nutrizione: occupa 150 ricercatori ed è nata due anni fa concentrando tutte le competenze sviluppate nel corso del tempo dal gigante francese. La partnership, come spiega Paolo Voltini, presidente del Consorzio Casalasco e del Consorzio agrario di Cremona, chiama in causa «l’impegno di tutta la filiera per dare una risposta positiva alla necessità dei soci di disporre di prodotti e linee tecniche all’avanguardia». L’obiettivo è il miglioramento quantitativo e qualitativo delle coltivazioni nel rispetto dell’ambiente e di una produzione sostenibile, primo passo, prosegue Voltini, «di un percorso di collaborazione strategica con partner qualificati per ottenere concrete risposte nei campi».
Qui per leggere l'articolo pubblicato dal Sole 24 Ore il 16 gennaio 2018
Una partnership tecnologica per migliorare la produzione di zucchero e aumentare i margini di redditività dei bieticoltori. Protagonisti dell’accordo due big dell’agroalimentare, Timac Agro Italia, della multinazionale francese Roullier, e Coprob, la cooperativa di Minerbio, nel Bolognese, che con 284mila tonnellate di zucchero all’anno, pari a una quota del 56% della produzione nazionale, rappresenta il maggior produttore in Italia del settore bieticolo-saccarifero.
L’accordo ha una durata di tre anni e sancisce la collaborazione tra la cooperativa e il centro di ricerche del gruppo francese – il più grande centro privato d’Europa dedicato alla nutrizione – per l’incremento delle performance produttive e qualitative della barbabietola da zucchero e della sua trasformazione industriale.
«Il centro, per l’innovazione nel settore della nutrizione vegetale e animale, è stato inaugurato due anni fa e occupa 150 ricercatori», spiega Pierluigi Sassi, amministratore delegato di Group Roullier Zone Italie, la holding che è il braccio italiano del gruppo d’oltralpe e che opera nel campo dei fertilizzanti, degli integratori alimentari per la zootecnia e del food. «Al suo interno – prosegue Sassi – sono state concentrate tutte le competenze sviluppate dal gruppo nell’innovazione e con la partnership puntiamo a sviluppare nuovi prodotti fertilizzanti maggiormente adeguati alle esigenze delle imprese che fanno capo a Coprob».
Esigenze che partono dai campi, con l’assistenza tecnica agli imprenditori agricoli garantita dai 150 agronomi di Timac Agro Italia, una delle aziende della holding, per una produzione di avanguardia capace di aumentare la resa delle coltivazioni. Coprob Italia associa 5.700 aziende agricole tra Emilia Romagna e Marche. Con un bacino bieticolo di 36mila ettari e un fatturato superiore ai 200 milioni, occupa 270 addetti ai quali si aggiungono ogni anno circa 300 lavoratori stagionali. Oltre all’impianto di Minerbio, dove è dislocato il quartiere generale, può contare anche su un secondo stabilimento che a Pontelongo, in provincia di Padova, serve l’area del Veneto.
«I cambiamenti climatici in atto – dice Claudio Gallerani, presidente di Coprob – rendono necessaria e urgente l’accelerazione della ricerca per consentire ai bieticoltori di avere un’alta produttività e di conseguenza una buona redditività. L’accordo con Timac Agro Italia e con il gruppo Roullier è una grande occasione per la bieticoltura italiana per fare un salto di qualità». La multinazionale francese opera nel settore dei concimi, della zootecnia e dell’alimentazione. Fondata alla fine degli anni Cinquanta, oggi (con 8mila dipendenti) dispone di 70 stabilimenti nel mondo e fattura oltre 3,2 miliardi di euro.
Qui per leggere l'articolo pubblicato dal Sole 24 Ore il 2 gennaio 2018
Timac Agro Italia, azienda leader nel settore dei fertilizzanti con sede a Barletta e Ripalta Arpina, ha ottenuto il riconoscimento “Best International Client Award” da parte di Lloyd’s Register Quality Assurance, uno dei più importanti enti di certificazione di qualità a livello mondiale, nei settori “qualità” e “ambiente”.
Il riconoscimento è stato attribuito all’azienda di Groupe Roullier Zone Italie in virtù del “costante impegno nell’integrazione, nella strategia aziendale, dei principi di sostenibilità e nel darne continuo riscontro agli stakeholder in modo trasparente e non autoreferenziale”.
L’attestato riconosce, inoltre, a Timac Agro Italia di aver attuato con successo, all’interno del proprio sistema produttivo, due tra le più significative certificazioni internazionali: la ISO 9001:201, che dimostra che il sistema di gestione della qualità dell’impresa è conforme a uno standard di eccellenza, e la ISO 14001:201, che attesta che l’azienda ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività e ne ricerca sistematicamente il miglioramento in modo coerente, efficace e soprattutto sostenibile.
Il riconoscimento è stato negli anni attribuito ad altre aziende come Astaldi, Bridgestone e General Electric.
“Siamo molto soddisfatti che l’impegno di Timac Agro Italia verso una produzione di qualità e rispettosa dell’ambiente sia riconosciuto a livello internazionale con un’attestazione così prestigiosa – dichiara Pierluigi Sassi, amministratore delegato di Groupe Roullier Zone Italie – Un impegno nel quale sono gli stessi lavoratori a riconoscersi in prima persona, come confermato dall’ultimo Bilancio di Sostenibilità. Il premio è dunque un ulteriore stimolo a proseguire in questa direzione, nel segno dell’innovazione, della qualità e del rispetto per l’ambiente”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 21 dicembre 2012
Patto nel segno dell’innovazione in agricoltura tra due colossi del settore: Bonifiche Ferraresi (BF), la più grande azienda agricola italiana per superficie utilizzata, circa 7.000 ettari interamente in Italia (4.500 ettari in provincia di Ferrara, 1.500 ettari in provincia di Cortona e 1.000 ettari in provincia di Oristano) e Timac Agro Italia, società del Gruppo Roullier, leader mondiale nel campo dei fertilizzanti che si va ad aggiungere ai partner tecnologici di BF tra cui John Deer e ISMEA, per fornire il know-how più avanzato e la massima competenza in ambito nutrizionale.
Sulla base dell’accordo di partenariato strategico triennale, Timac Agro Italia si impegna a mettere a disposizione di Bonifiche Ferraresi l’eccellenza di produzione in materia di fertilizzanti, sfruttando le innovazioni derivanti dall’attività del Centro Mondiale dell’Innovazione, il più grande centro di ricerche privato d’Europa dedicato alla nutrizione, inaugurato dal gruppo francese a Saint-Malo nel 2016, e la propria rete di esperti, la più vasta esistente sul territorio nazionale. L’innovazione è la chiave decisiva per comprendere l’accordo tra la società guidata da Federico Vecchioni (ad di Bonifiche Ferraresi) e Pierluigi Sassi (ad di Groupe Roullier Zone Italie).
Il partenariato con Bonifiche Ferraresi è un ulteriore passo avanti nell’intenso processo di sviluppo della multinazionale francese in Italia. Dopo oltre 25 anni di attività e di successi crescenti nel settore dei fertilizzanti, infatti, il 22 settembre scorso il Gruppo Roullier ha deciso di rafforzare la propria presenza investendo anche in altre due aree di lavoro storiche, la zootecnia e l’agroalimentare, con la creazione della nuova holding “Groupe Roullier Zone Italie”, specificatamente dedicata al mercato agroalimentare nazionale.
“L’accordo di partenariato con Bonifiche Ferraresi – dichiara Pierluigi Sassi – è motivo di grande soddisfazione per Timac Agro Italia e per il Gruppo Roullier che riconosce in Bonifiche Ferraresi una delle eccellenze del sistema agroalimentare italiano”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dal Quotidiano Nazionale il 18 dicembre 2017
Timac Agro Italia ha presentato per il secondo anno di seguito il proprio Bilancio di Sostenibilità. Obiettivo dell’iniziativa: «Illustrare i risultati ottenuti dall’azienda nella promozione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un’atti - vità imprenditoriale compatibile con un contesto di lavoro confortevole e positivo, con la salvaguardia dell’ambiente, del territorio e dell’intero ecosistema che ci circonda». Alla conferenza stampa nella fabbrica, in via Trani, hanno partecipato Cédric Vienet (direttore dello stabilimento Timac di Barletta), l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento Timac di Barletta) e Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda).
«Nel corso del 2016 - è stato sottolineato - Timac Agro Italia ha consolidato gli impegni già assunti in passato verso il raggiungimento di una sostenibilità sociale e ambientale. Gli interlocutori sociali e istituzionali di Timac hanno contribuito a definire gli obiettivi da raggiungere. A Barletta, per esempio, il Bilancio di Sostenibilità ha tenuto conto delle indicazioni offerte dall’allora presidente della Commissione Ambiente del Consiglio comunale, Filippo Caracciolo, che è stato il solo rappresentante istituzionale barlettano, tra tutti quelli coinvolti, a indicare le priorità di carattere ambientale e sociale che l’azienda avrebbe dovuto cercare di perseguire nel tempo». E poi: «In un’ottica di consolidamento del principio di sostenibilità ambientale - ha detto Camaiora - l’azienda ha confermato l’impegno a realizzare prodotti che salvaguardino la natura migliorando la nutrizione vegetale e permettendo così di soddisfare le esigenze alimentari della popolazione mondiale. E’ stato colto a pieno, inoltre, l’obiettivo promesso da Timac con il Bilancio di sostenibilità 2015-2016: creare un’organizzazione trasparente capace di interloquire con gli enti locali, le autorità e l’opinione pubblica e sono state confermate le ottime performance delle condizioni di lavoro dei dipendenti dell’azienda, con l’ottenimento per il secondo anno consecutivo del prestigioso premio “Best Workplace”». Inoltre, «per realizzare il Bilancio di Sostenibilità 2017, relativo alle attività del 2016 sono state recepite le indicazioni fornite da 236 interlocutori dell’azienda (191 dipendenti, 34 clienti e 11 autorità, tra cui comuni, Arpa e associazioni locali), con l’obiettivo di un’impresa non chiusa in se stessa ma aperta al dialogo con la società e trasparente di fronte all’opinione pubblica».
Timac Italia, che da giugno 2016 ha lo stabilimento di Barletta sotto sequestro con facoltà d’uso, nell’ambito di una inchiesta condotta dalla magistratura di Trani sulla zona industriale di Barletta, ha eseguito in questi anni vari interventi in Puglia e fuori dalla Puglia. Investimenti così illustrati nel dettaglio: «Ambientalizzazione e miglioramento delle condizioni di lavoro nel sito di Barletta: oltre 1 milione di euro negli ultimi tre anni (188.000 nel 2015, 450.000 nel 2016, 720.000 nel 2017); ammodernamento della sede di Ripalta Arpina, in Lombardia; investimento in comunicazione trasparente 48.000 euro; investimento in formazione 50.000 euro». Al termine dell’incontro, è stato sottolineato: «Timac Agro Italia promuove la diminuzione degli sprechi alimentari grazie a modelli di business e di vendita che favoriscono la corretta nutrizione della pianta con una maggiore produttività agricola e una riduzione degli sprechi alimentari lungo le filiere di produzione (comprese le perdite post-raccolto). La tecnologia insita nei fertilizzanti Timac, inoltre, favorisce la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche riducendo il rilascio in aria, acqua e suolo, minimizzando gli effetti negativi sulla salute umana e sull’am - biente. Un impegno di alto valore etico per tutto il gruppo Roullier».
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 26 ottobre 2017
Timac Agro Italia presenta per il secondo anno consecutivo il proprio Bilancio di Sostenibilità. L’obiettivo è illustrare i risultati ottenuti dall’azienda nella promozione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un’attività imprenditoriale compatibile con un contesto di lavoro confortevole e positivo, con la salvaguardia dell’ambiente, del territorio e dell’intero ecosistema che ci circonda.
Nel corso del 2016, Timac Agro Italia ha consolidato gli impegni già assunti in passato verso il raggiungimento di una sostenibilità sociale e ambientale. Gli interlocutori sociali e istituzionali di Timac hanno contribuito a definire gli obiettivi da raggiungere. A Barletta, per esempio, il Bilancio di Sostenibilità ha tenuto conto delle indicazioni offerte dall’allora presidente della Commissione Ambiente del Consiglio comunale, Filippo Caracciolo, che è stato il solo rappresentante istituzionale barlettano, tra tutti quelli coinvolti, a indicare le priorità di carattere ambientale e sociale che l’azienda avrebbe dovuto cercare di perseguire nel tempo.
In un’ottica di consolidamento del principio di sostenibilità ambientale, l’azienda ha confermato l’impegno a realizzare prodotti che salvaguardino la natura migliorando la nutrizione vegetale e permettendo così di soddisfare le esigenze alimentari della popolazione mondiale.
È stato colto a pieno, inoltre, l’obiettivo promesso da Timac con il Bilancio di sostenibilità 2015-2016: creare un’organizzazione trasparente capace di interloquire con gli enti locali, le autorità e l’opinione pubblica e sono state confermate le ottime performance delle condizioni di lavoro dei dipendenti dell’azienda, con l’ottenimento per il secondo anno consecutivo del prestigioso premio “Best Workplace”, conferito a Timac Agro Italia insieme ad altre aziende come American Express e Jaguar Land Rover.
Per realizzare il Bilancio di Sostenibilità 2017, relativo alle attività del 2016, sono state recepite le indicazioni fornite da 236 interlocutori dell’azienda (191 dipendenti, 34 clienti e 11 autorità, tra cui comuni, Arpa e associazioni locali), con l’obiettivo di un’impresa non chiusa in se stessa ma aperta al dialogo con la società e trasparente di fronte all’opinione pubblica.
Timac Agro Italia, in linea con i principi del Gruppo Roullier e sulla base dei questionari rivolti ai protagonisti delle istituzioni locali, compreso l’assessore Filippo Caracciolo, ha individuato quattro obiettivi fondamentali della propria attività: raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile; garantire condizioni di lavoro dignitose e compatibili con la crescita economica; incentivare l’innovazione e la ricerca scientifica; assicurare la responsabilità nel consumo e nella produzione.
Timac Agro Italia ha contribuito al miglioramento della nutrizione e alla promozione di un’agricoltura sostenibile grazie alla qualità dei propri prodotti, che soddisfano le necessità nutritive delle piante contribuendo al miglioramento progressivo del terreno e della qualità del suolo.
Il raggiungimento del secondo obiettivo – condizioni di lavoro dignitose e compatibili con la crescita economica – è garantito dal modello di business e dal piano industriale di Timac Agro Italia, che ha da sempre posto particolare attenzione al miglioramento della produttività con la diversificazione, l’aggiornamento tecnologico e l’innovazione. Insomma, al centro ci sono i lavoratori.
Per la realizzazione del terzo obiettivo (innovazione e ricerca scientifica), Timac Agro Italia può contare sul costante impegno dei propri team di ricerca, che lavorano in stretta collaborazione con università ed enti di ricerca nei diversi Paesi, e su nuovo centro di ricerca presente a Saint-Malo (Francia), il più grande istituto privato presente in Europa in questo settore. Quindi uno sguardo proteso al futuro.
Timac Agro Italia, infine, promuove la diminuzione degli sprechi alimentari grazie a modelli di business e di vendita che favoriscono la corretta nutrizione della pianta con una maggiore produttività agricola e una riduzione degli sprechi alimentari lungo le filiere di produzione (comprese le perdite post-raccolto). La tecnologia insita nei fertilizzanti Timac, inoltre, favorisce la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche riducendo il rilascio in aria, acqua e suolo, minimizzando gli effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. Un impegno di alto valore etico per tutto il gruppo Roullier.
Investimenti
- Ambientalizzazione e miglioramento delle condizioni di lavoro nel sito di Barletta: oltre 1 milione di euro negli ultimi tre anni (188.000 nel 2015, 450.000 nel 2016, 720.000 nel 2017)
- Ammodernamento della sede di Ripalta Arpina
- Investimento in comunicazione trasparente: 48.000 euro
- Investimento in formazione: 50.000 euro
Clicca qui per scaricare il Bilancio di Sostenibilità di Timac Agro Italia.
«Non siamo noi ad inquinare: i dati parlano chiaro, così come è evidente il nostro impegno nel potenziare la messa in sicurezza del sito. Piuttosto, ad oggi, non si va ancora alla ricerca delle fonti d’inquinamento e i veri responsabili, tenendo conto che la nostra non è l’unica fabbrica nella zona industriale di via Trani». Questo in sintesi il messaggio lanciato nuovamente dai vertici dello stabilimento della Timac Agro Italia di via Trani in una conferenza stampa nel corso del quale l’azienda, non senza soddisfazione, ha annunciato l’ulteriore potenziamento della messa in sicurezza della falda acquifera. Che non è più un punto di pompaggio, ma tre, e un nuovo e più moderno sistema di trattamento delle acque, tutto reso possibile con il via libera concesso dagli enti locali in una recente Conferenza di servizi. Il nuovo meccanismo di pump and treat sarà vigilato da Arpa con periodici campionamenti di verifica.
La conferenza è stata presieduta da: Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi, Cédric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta) e Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento).
Dagli interventi è emerso che Timac va ottemperando completamente a quanto previsto dalla delibera regionale n. 206/2016 per la Miso falda, dopo aver già concluso da mesi quelli relativi alla Miso suolo definiti e approvati dalla Dd 329/2015. «Pertanto - ha ribadito Camaiora - Timac ha adempiuto a tutto quello che gli enti hanno previsto e richiesto all’azienda nell’iter di messa in sicurezza complessivo dello stabilimento di Barletta».
Nel loro intervento i legali di Timac, Benozzo e Salvi, hanno fatto riferimento ai dati pubblicati recentemente sul monitoraggio ambientale di Barletta. E cioè: «L’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel suo ultimo report ribadisce ciò che diciamo da 444 giorni. Poiché non è stato possibile individuare l’identità dell’inquinatore, Irsa-Cnr suggerisce di allargare l’area oggetto del monitoraggio ambientale, perché non si può affermare il principio per il quale non conta chi inquina realmente ma chi, secondo alcuni, può permettersi il costo di risanare l’inquinamento prodotto da altri».
A riguardo dei risultati sugli ultimi accertamenti relativi all’impatto ambientale ha parlato l’ingegnere Cédric Vienet, direttore del locale stabilimento Timac, che ha sottolineato: «I rilievi svolti da Arpa Umbria per Arpa Puglia hanno confermato le nostre certezze sulle emissioni in atmosfera, riscontrando ad esempio per le tanto discusse polveri valori ben 200 volte inferiori ai limiti di legge». Si è parlato anche della problematica sul traffico veicolare da e per la Timac, oggetto di ulteriori accuse quali concausa di inquinamento atmosferico.
«I dati - ha chiarito, fornendo dati precisi, l’ingegnere Giuseppe Lombardi, responsabile ambientale dello stabilimento - dimostrano che anche l’impatto di Timac sul traffico di via Trani è irrilevante. Dal monitoraggio sulla mobilità urbana di Barletta, resi noti alcune settimane fa, emerge che su via Trani si registra, tra entrata e uscita, un totale di 17.625 passaggi giornalieri, di cui 1.447 di mezzi pesanti. A pieno regime produttivo, infatti, tra ingresso e uscita, Timac induce un traffico complessivo di mezzi pesanti pari mediamente a 25 automezzi al giorno». «Pertanto - ha ribadito Lombardi - l’impatto del traffico di mezzi pesanti indotti dalla Timac rispetto al totale riportato nello studio è circa dell’1,83% dei mezzi pesanti complessivi, pari allo 0,15% rispetto al totale dei transiti. Stranamente, però, la presenza di mezzi pesanti è stata associata solo a due aziende, tra cui Timac, mentre non si è parlato affatto delle consistenti movimentazioni logistiche prodotte da centri commerciali o da altre numerose aziende presenti nell’area industriale di via Trani».
Lombardi ha poi concluso con l’illustrare gli ultimi risultati nella riduzione del consumo idrico: «Nell’ormai propria ottica di sostenibilità ambientale, Timac ha operato con particolare impegno per la riduzione dei consumi idrici, investendo ad esempio nella performance degli impianti oltre che nella costruzione di nuove vasche per la raccolta delle acque di pioggia. Il risultato è che il consumo idrico si è ridotto di fatto di oltre il 50%».
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 9 settembre 2017.
“Timac è soddisfatta di poter annunciare l’ulteriore potenziamento della messa in sicurezza della falda acquifera. Non più un punto di pompaggio, ma tre, e un nuovo e più moderno sistema di trattamento delle acque, tutto reso possibile con il via libera concesso dagli enti locali in una recente Conferenza di servizi. Il nuovo meccanismo di pump and treat sarà vigilato da Arpa con periodici campionamenti di verifica”. E’ quanto hanno annunciato in conferenza stampa i legali dell’azienda del gruppo Roullier Francesco Salvi e Matteo Benozzo (studio legale Pavia e Ansaldo). “In questo modo – hanno aggiunto – Timac ottempera completamente a tutti gli interventi imposti dalla delibera regionale n. 206/2016 previsti per la MISO falda, dopo aver, come è noto, già concluso da mesi quelli relativi alla MISO suolo definiti/approvati dalla DD 329/2015. Pertanto Timac ha adempiuto a tutto quello che gli enti hanno previsto e richiesto all’azienda nell’iter di messa in sicurezza complessivo dello stabilimento di Barletta”.
I legali di Timac hanno inoltre fatto riferimento ai dati pubblicati recentemente sul monitoraggio ambientale di Barletta: “L’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel suo ultimo report ribadisce ciò che diciamo da 444 giorni. Poiché non è stato possibile individuare l’identità dell’inquinatore, IRSA-CNR suggerisce di allargare l’area oggetto del monitoraggio ambientale, perché non si può affermare il principio per il quale non conta chi inquina realmente ma chi, secondo alcuni, può permettersi il costo di risanare l’inquinamento prodotto da altri”.
Nel corso della conferenza stampa, l’azienda ha reso noti i risultati degli ultimi accertamenti sull’impatto ambientale dello stabilimento: “I rilievi svolti da Arpa Umbria per Arpa Puglia hanno confermato le nostre certezze sulle emissioni in atmosfera, riscontrando ad esempio per le (tanto discusse) polveri valori ben 200 volte inferiori ai limiti di legge”, ha sottolineato l’ingegnere Cédric Vienet, direttore dello stabilimento Timac di Barletta.
“I dati dimostrano che anche l’impatto di Timac sul traffico di Via Trani è irrilevante”, ha ribadito l’ingegnere Giuseppe Lombardi, responsabile ambientale dello stabilimento. “Dai risultati del monitoraggio sulla mobilità urbana di Barletta, resi noti alcune settimane fa, emerge che nel tratto di via Trani si registra, tra entrata e uscita, un totale di 17.625 passaggi giornalieri, di cui 1.447 di mezzi pesanti. Da questi dati sono state tratte conclusioni totalmente infondate. A pieno regime produttivo, infatti, tra ingresso e uscita, Timacinduce un traffico complessivo di mezzi pesanti pari mediamente a 25 automezzi al giorno. Pertanto, conti alla mano, l’impatto del traffico di mezzi pesanti indotti dalla Timac rispetto al totale riportato nello studio è circa dell’1,83% dei mezzi pesanti complessivi (e pari allo 0,15% rispetto al totale dei transiti). Stranamente, però, la presenza di mezzi pesanti è stata associata solo a due aziende (tra cui Timac), mentre non si è parlato affatto delle consistenti movimentazioni logistiche prodotte da centri commerciali o da altre numerose aziende presenti nell’area industriale di via Trani”.
L’ingegner Lombardi ha infine illustrato gli ultimi risultati raggiunti dall’azienda nella riduzione del consumo idrico: “Nell’ormai propria ottica di sostenibilità ambientale, Timac ha operato con particolare impegno per la riduzione dei consumi idrici, investendo ad esempio nella performance degli impianti oltre che nella costruzione di nuove vasche per la raccolta delle acque di pioggia. Il risultato è che il consumo idrico si è ridotto di fatto di oltre il 50%. Un’ulteriore riduzione è attesa nei prossimi mesi quando sarà operativo l’ormai famoso pump and treat, che prevede il riutilizzo all’interno del processo produttivo delle acque emunte dai 3 piezometri, previo adeguato processo di trattamento”.
Di seguito i servizi video realizzati sulla conferenza stampa dalle principali emittenti televisive:
Teleregione Color:
Amica9Tv:
Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa venerdì 8 settembre (ore 11) presso il proprio stabilimento di Barletta (Via Trani 21).
Durante l’incontro saranno forniti tutti gli ultimi aggiornamenti riguardanti il percorso di messa in sicurezza del sito.
All’incontro interverranno Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), gli avvocati Matteo Benozzo, Francesco Bruno e Francesco Salvi (Studio legale Pavia e Ansaldo), Cédric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta) e l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento).
“Rilievi periodici da parte di Arpa e da parte di Timac, completamento delle opere di messa in sicurezza dello stabilimento, valutazione di ogni possibile impatto dell’attività dell’azienda su via Trani, apertura e dialogo nei confronti delle autorità, rispetto per l’attività responsabile svolta dalla magistratura, investimenti importanti sulla sostenibilità, disponibilità a rispondere a ogni giusta sollecitazione da parte degli amministratori locali”. Timac Agro diffonde un nota per aggiornare tutti sul lavoro svolto dalla società nel rispetto dell’ambiente.
“In questi mesi abbiamo registrato una serie di riscontri positivi del nostro lavoro, soprattutto relativamente all’impatto dell’impianto di Barletta. I rilievi svolti da Arpa Umbria per Arpa Puglia sono molto positivi perché riscontrano emissioni dell’impianto in atmosfera 200 volte sotto il limite di legge. Apprezzamento per l'apertura mostrata dalla magistratura con l'apertura di un tavolo tecnico per approfondire concretamente lo stato delle cose. Tutto ciò è molto incoraggiante. Per parte nostra abbiamo completato definitivamente la messa in sicurezza del suolo attraverso un’opera di microasfaltatura e di estensione della impermeabilizzazione dei terreni dello stabilimento. Un’opera costosa, del valore di circa 300 mila euro, che però rappresenta un risultato importante e che si aggiunge al complesso dei costi sostenuti da Timac per l’ambiente, che superano un milione di euro”.
“Sulla falda – prosegue l’azienda – siamo da tempo operativi con l’azione di pompaggio e stoccaggio delle acque che giungono dall’esterno dello stabilimento con valori critici. Abbiamo da tempo presentato un richiesta per trasformare questa attività in un’opera ancora meno impattante sul piano ambientale, operando con un impianto di pompaggio e trattamento delle acque in loco, all’interno dello stabilimento. Siamo fiduciosi nel dialogo con gli enti e soddisfatti per il lavoro da noi svolto”.
“Ulteriore chiarimento merita di essere offerto in ordine a odori ed emissioni: negli ultimi tre mesi l’impianto è rimasto fermo e quindi nessun valore anomalo e tantomeno odore può essere attribuito a Timac. Interessante è invece il dibattito sul traffico di via Trani e sul relativo inquinamento. Su questo siamo lieti di offrire dati importanti. Dai risultati del monitoraggio sulla mobilità urbana di Barletta, resi noti alcuni giorni fa, emerge che nel tratto di via Trani si registra, tra entrata e uscita, un totale di 17.625 passaggi giornalieri, di cui 1.447 di mezzi pesanti. Da questi dati sono state tratte conclusioni totalmente infondate. A pieno regime produttivo, infatti, tra ingresso e uscita, Timac induce un traffico complessivo di mezzi pesanti pari mediamente a 25 automezzi al giorno. Pertanto, conti alla mano, l’impatto del traffico di mezzi pesanti indotti dalla Timac rispetto al totale riportato nello studio è circa dell’1,83% dei mezzi pesanti complessivi (e pari allo 0,15% rispetto al totale dei transiti). Stranamente, però, la presenza di mezzi pesanti è stata associata solo a due aziende (tra cui Timac), mentre non si è parlato affatto delle consistenti movimentazioni logistiche prodotte da centri commerciali o da altre numerose aziende presenti nell’area industriale di via Trani”.
“Nei limiti della ragionevolezza, Timac è disponibile non soltanto – come sta facendo da quasi tre anni – a tenere informata periodicamente l’opinione pubblica, ma anche a fare quanto è possibile per migliorare sempre sul fronte della sostenibilità ambientale. Il nostro auspicio a questo punto è: confronto con gli enti che porti al più presto, ormai in breve tempo, alla certificazione e approvazione dei lavori svolti dall’azienda sulle opere di messa in sicurezza e cosa non meno importante impegno nella ricerca del reale inquinatore di Barletta. Sono infatti trascorsi 402 giorni dalla presentazione dello studio CNR e ancora non conosciamo la fonte dell’inquinamento dell’area industriale”, conclude la nota di Timac.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 27 luglio 2017
Prendiamo atto con stupore e rammarico del modo con cui il Comitato Operazione aria pulita Bat ha voluto strumentalizzare politicamente un evento religioso, quale la processione liturgica in onore della Madonna dello Sterpeto, che l’intera città di Barletta da sempre vive con profonda devozione e spiritualità.
Ricordiamo al Comitato che è abitudine ormai risalente alla notte dei tempi che, ogni qualvolta la Madonna dello Sterpeto arrivi in città, la processione che la porta passi dallo stabilimento Timac di Via Trani e lì si fermi per una tappa e un momento di incontro con la popolazione, il sindaco e tutte le autorità locali. La tradizione si è ripetuta anche lo scorso primo maggio, con la partecipazione numerosa e sentita da parte dei fedeli e dei rappresentanti delle istituzioni locali.
Così profondo è il legame di Timac con la vita spirituale della città di Barletta che nel 2010 i dipendenti dello stabilimento hanno chiesto e ottenuto il permesso di costruire una piccola edicola all’interno dell’area produttiva, nella quale custodire una riproduzione del prezioso quadro della Madonna dello Sterpeto. Un angolo di sentita devozione che oggi rappresenta un ulteriore orgoglio dei lavoratori di Timac e di tutta la cittadinanza.
Riteniamo che spetti alle istituzioni e alla magistratura stabilire le modalità di svolgimento di processioni liturgiche e definire cosa sia lecito e non, e che questo compito non spetti invece a un comitato che si prefigge di rappresentare le istanze dei cittadini e che oggi dimostra di voler semplicemente sfruttare una circostanza religiosa per fare mera polemica politica. E’ da respingere al mittente, inoltre, qualsiasi allusione circa l’esistenza di “processi penali” nei confronti dell’azienda, dovuta evidentemente a scarsa conoscenza della materia giuridica, se non a vera e propria malafede.
Dispiace che questa volta l’opera di disinformazione messa in piedi da chi ha preteso di elevarsi ad alfiere della trasparenza abbia finito per toccare e strumentalizzare una vicenda religiosa che da sempre tocca le sfere più intime e spirituali dei cittadini di Barletta.
Oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno è stato pubblicato il comunicato Timac sulla vicenda della processione liturgica della Madonna dello Sterpeto.
Il quotidiano ha pubblicato anche una nota di Riccardo Losappio, responsabile dell’Ufficio comunicazioni sociali della Curia arcivescovile di Trani, Barletta, Bisceglie: «Rimane fermo sul piano del magistero e su quello della prassi di tutti i giorni l’impegno della comunità ecclesiale in difesa dell’ambiente. Per non andare lontano, l’insegnamento della “Laudato si’” di Papa Francesco rimane pietra miliare per cui la tutela della “casa comune” è una priorità non rinviabile. A proposito, a livello diocesano, si ricorda il “Parere dell’Arcivescovo sulle trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo” del 24 agosto 2015, in cui Mons. Pichierri esprime il parere negativo nei confronti di esse. In data 29 marzo 2016, la nota “Difendiamo il nostro mare” il Direttore dell’ 'Ufficio diocesano problemi sociali, giustizia e pace, salvaguardia del creato’, invita “tutti ad informarsi sul quesito referendario e di recarsi alle urne il 17 aprile per votare ‘si’ al referendum abrogativo della legge sulle trivellazioni”. E, più recentemente, il 15 marzo scorso, nell’ambito dell’VIII Settimana Sociale, si è tenuto un incontro pubblico di sensibilizzazione alle tematiche ambientali».
E poi: «Quanto alle soste della processione del 4 luglio recante l’Icona della Madonna dello Sterpeto nei pressi dei Vigili del Fuoco, la Buzzi Unicem e spa e Timac, va detto che esse nel tempo sono state effettuate per l’incrociarsi armonico di tre istanze che da sempre hanno trovato il consenso unanime: 1) l’attenzione al mondo del lavoro, che dà dignità all’uomo, 2) lo spazio ampio di quelle location che ha sempre consentito tali soste, 3) l’incontro tra l’Icona e i rappresentanti della Città che la ricevono per porgerla al culto dei fedeli».
Conclusione: «La comunità ecclesiale barlettana intende rimanere nell’alveo di questa tradizione molto significativa. E che l’Icona, oggi passi, sia pure per alcuni minuti, nuovamente in questi luoghi sta ad attestare la vicinanza della Madonna e della Chiesa con chi lavora, anche in contesti di difficoltà, in attesa che chi ne ha l’autorità si esprima in maniera definitiva».
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 4 luglio 2017
"Timac si rammarica delle alte concentrazioni di H2S rilevate da Arpa Puglia in Via Trani e rese note dalle autorità nei giorni scorsi, e a tal proposito informa che il proprio stabilimento da circa due mesi è fermo in quanto in temporaneo arresto produttivo. Come di consueto, Timac continuerà a fornire sistematici aggiornamenti alle autorità, alle istituzioni e all’opinione pubblica, sul monitoraggio relativo all’impianto di Barletta affinché la popolazione sia costantemente e trasparentemente mantenuta al corrente della situazione”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 29 giugno 2017.
L’azienda prende atto della decisione del Tar, la rispetta ma non la condivide. Comunque, possiamo rivendicare di aver sempre detto la verità.
Nel 2001 fu Timac a informare gli enti in ordine all’inquinamento già presente allora nello stabilimento e di nuovo nel 2009 fu l’azienda a iniziare le attività di caratterizzazione del sito, in vista delle opere di bonifica, pur senza obblighi immediati di legge. È inoltre fatto inoppugnabile che gli enti da 297 giorni (presto sarà un anno!) sanno che l’inquinamento della falda proviene da monte idrogeologico ed esterno all’area dello stabilimento Timac.
Rispetto alla decisione del Tar, Timac ricorrerà al Consiglio di Stato, ma è chiaro che l’azienda continuerà a mantenere la linea del “doppio binario” che fin da principio aveva proposto e da ultimo hanno ribadito, ancora pochi giorni fa i suoi legali e i vertici aziendali in una conferenza stampa: da un lato la non condivisione del contenuto delle ordinanze, dall’altro la loro ottemperanza. In altre parole, la strada dei ricorsi alle ordinanze non è mai stata intrapresa per evitare di adempiere alle richieste degli enti locali, ma per il rispetto di una verità che riteniamo non sia stata sancita nemmeno dalla sentenza del Tar.
La sentenza infatti ha ritenuto legittime le due ordinanze senza considerare i dati disponibili agli enti dal 2001 e senza considerare affatto i dati dello studio Cnr-Arpa di luglio 2016 che mostrano inequivocabilmente come la questione dell’inquinamento ambientale a Barletta, quello della falda in particolare, sia ben più vasta rispetto all’area del nostro stabilimento e decisamente non a noi riconducibile. Il Tar, prescindendo da ogni fondata e pacificamente riconosciuta prassi giuridica, sostiene che nell'agosto 2015 l’ente abbia agito nella giusta direzione e dà anche atto che l’azienda, volontariamente, ha dato inizio alle attività di messa in sicurezza che attendono proprio la certificazione da parte degli enti, ma ci si continua a chiedere: arrivato lo studio Cnr-Arpa come si è posta la provincia e cosa sta facendo?
Non un provvedimento diverso e successivo, non un altro soggetto individuato e coinvolto, e, soprattutto, nessuna vera e primaria fonte dell’inquinamento della falda è stata individuata. Per adesso, infatti, sappiamo soltanto quello che ci viene confermato anche da Arpa: il flusso inquinante proviene da monte idrogeologico, esterno al nostro stabilimento, ma sembra non interessare a nessuno.
Timac proseguirà dunque in modo trasparente e coerente nella linea di condotta: barra dritta sulle opere di messa in sicurezza di suolo e falda ma in ambito giudiziale contestazione dei presupposti sulla base dei quali le ordinanze sono state emesse.
Il Tar ha confermato che la Provincia ha agito a tutela dell’ambiente ma a questo punto è di tutta evidenza che lo ha fatto in base a congetture, ritenendole sufficienti ai fini dell’emissione delle ordinanze, senza accertare mai chi fosse e chi sia il reale inquinatore e senza sapere dove sia l'effettiva origine, neanche dopo le conclusioni dello studio idrogeologico. L'inquinatore è ancora il convitato di pietra di ogni discussione a Barletta, un convitato ancora totalmente ignoto.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 aprile 2017
Giovanni Di Benedetto intervista l'avvocato Matteo Benozzo, legale Timac, dopo la conferenza stampa organizzata il 3 aprile dall'azienda di fertilizzanti del gruppo Roullier: «Nelle ultime due settimane è stato effettuato un primo controllo da parte di Arpa, sui cui esiti siamo fiduciosi, e altri due controlli, uno della Asl e uno della polizia locale, i cui risultati sono già stati comunicati e sono positivi. In particolare, la polizia locale è stata presso lo stabilimento per verificare le emissioni odorigene e non ha riscontrato alcuna anomalia. L’auspicio è che a questo punto gli enti, rispettando la tempistica concessa anche dalla magistratura, provvedano alla certificazione del lavoro svolto da parte di Timac in campo ambientale. Questo è quanto sta realizzando la nostra azienda facendosi parte diligente per la tutela dell’ambiente, ma ricordo a tutti che sono trascorsi 287 giorni da quando lo studio Cnr ha accertato che non è Timac la fonte dell’inquinamento che tocca questa parte di Barletta. Siamo persone di parola e ci auguriamo molto presto di poter informare nuovamente i cittadini sui passi compiuti. Speriamo siano gli ultimi».
Il servizio è stato trasmesso da TeleNorba, in data 3 aprile, nel corso dell'edizione giornaliera del telegiornale Norba24.
Di seguito il link del servizio integrale: http://www.norbaonline.it/od.asp?i=23448&puntata=Barletta,-Timac:-impianto-messo-in-sicurezza&pr=SERVIZI%20TG#sthash.EcMa3xSL.dpuf
Tre controlli nell’arco di quindici giorni e già due esiti positivi. Si apre così il nuovo “bollettino” periodico della Timac, inaugurato ormai da tempo dal responsabile delle relazioni esterne dell’azienda, Andrea Camaiora.
«Nelle ultime due settimane è stato effettuato un primo controllo da parte di Arpa, sui cui esiti siamo fiduciosi, e altri due controlli, uno della Asl e uno della polizia locale, i cui risultati sono già stati comunicati e sono positivi. In particolare, la polizia locale è stata presso lo stabilimento per verificare le emissioni odorigene e non ha riscontrato alcuna anomalia», hanno spiegato in conferenza stampa gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi (legali dell’azienda), Andrea Camaiora e gli ingegneri Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento) e Cédric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta).
L’azienda del gruppo Roullier informa anche che, coerentemente con gli impegni assunti nei confronti degli enti locali, in particolare la Regione, è stato fatto un potenziamento del barrieramento idraulico, il sistema di messa in sicurezza della falda. «L’auspicio – hanno aggiunto gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi – è che a questo punto gli enti, rispettando la tempistica concessa anche dalla magistratura, provvedano alla certificazione del lavoro svolto da parte di Timac in campo ambientale. Questo è quanto sta realizzando la nostra azienda facendosi parte diligente per la tutela dell’ambiente, ma ricordo a tutti che sono trascorsi 287 giorni da quando lo studio Cnr ha accertato che non è Timac la fonte dell’inquinamento che tocca questa parte di Barletta. Siamo persone di parola e ci auguriamo molto presto di poter informare nuovamente i cittadini sui passi compiuti. Speriamo siano gli ultimi».
L’azienda fa sapere di volersi fare parte integrante della comunità barlettana anche attraverso un percorso di collaborazione con gli istituti scolastici locali, costituito da visite guidate allo stabilimento da parte degli studenti e dalla realizzazione di progetti di alternanza scuola-lavoro. «L’azienda apre le porte del proprio stabilimento, con incontri differenziati per studenti di terza media, di istituti superiori agrari e università di indirizzo agronomico – ha spiegato Camaiora –. I numeri registrati dal progetto “Timac nelle scuole” nell’ultimo biennio sono molto positivi, con oltre 200 studenti coinvolti provenienti da quattro istituti scolastici, e ci spingono a proseguire con fiducia in questa direzione. Per il 2017 sono già state stipulate nuove convenzioni con due istituti scolastici di Barletta per lo svolgimento di progetti formativi e tirocini».
Di seguito i servizi video realizzati sulla conferenza stampa dalle principali emittenti televisive e online.
Teleregione Color:
Tele Sveva:
Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa lunedì 3 aprile 2017 (ore 11) presso il proprio stabilimento di Barletta (Via Trani 21).
All’incontro interverranno gli avvocati Matteo Benozzo e Francesco Salvi (legali dell’azienda), Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), l’ingegner Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento) e Cèdric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta).
Argomenti oggetto della conferenza stampa saranno:
1) implementazione dell’attività di bonifica della falda
2) stato del rapporto con gli enti locali e le autorità
3) recenti accertamenti Arpa, Asl e polizia locale
4) bonifica dell’area industriale di Barletta
5) progetto “Timac nelle scuole”
Timac Agro Italia è fra le tre migliori aziende dove lavorare secondo i millennial italiani, cioè i giovani nati dai primi anni Ottanta agli inizi del Duemila. Lo rivela uno studio svolto dall’istituto di ricerca americano Great Place to Work Institute, considerato tra i maggiori esperti mondiali nella valutazione degli ambienti di lavoro, in esclusiva per “L’Economia”, l’inserto economico del Corriere della Sera.
Proprio Great Place to Work Institute, nei giorni scorsi, ha conferito per il secondo anno consecutivo a Timac il riconoscimento “Best Workplace”, cioè “miglior ambiente lavorativo” in Italia.
Scarica l’allegato per leggere l’articolo completo pubblicato dal Corriere della Sera il 20 marzo 2017.
“A distanza di alcune settimane dal nostro ultimo ‘bollettino’, Timac ritiene utile aggiornare la cittadinanza relativamente allo stato delle attività svolte dall’azienda nell’ultimo periodo”. E’ quanto afferma in una nota Andrea Camaiora, responsabile delle relazioni esterne di Timac Agro Italia.
Ancora una volta, di recente lo stabilimento è stato oggetto di un approfondito controllo da parte di Arpa sulle emissioni nell’aria dello stabilimento. Anche in questa occasione l’azienda si è messa a piena disposizione di Arpa per lo svolgimento delle attività di controllo, che sono continue e a beneficio dell’operato della stessa azienda e della comunità. Nella giornata di sabato, inoltre, lo stabilimento è stato oggetto anche di un accertamento da parte della polizia locale in seguito ad alcune segnalazioni su presunte emissioni odorigene. I vigili urbani hanno concluso l’ispezione appurando che nello stabilimento non veniva sentito alcun cattivo odore.
Nelle prossime settimane Timac Agro Italia procederà anche con l'ulteriore implementazione dell’attività di barrieramento idraulico della falda che è in corso da novembre. L’operazione, che come è ormai noto consiste nell’estrazione dalla falda delle acque che registrano valori anomali (non dovute all’attività di Timac, ma provenienti da fuori lo stabilimento, da monte) sarà in questo modo estesa ad altri due piezometri, così da realizzare un ulteriore e sempre più forte barrieramento complessivo della falda.
A maggior ragione con questa nuova implementazione Timac ha ottemperato pienamente alle richieste degli enti locali, in particolare la Provincia, sul percorso di bonifica dell’area, pur non avendo responsabilità sulla situazione di inquinamento complessivo della zona industriale, accertata dal Cnr con il suo studio idrogeologico 274 giorni fa. Attraverso questi importanti passi in avanti, Timac intende rinnovare il proprio spirito di collaborazione con gli enti locali, ora chiamati a certificare il tanto lavoro svolto dall’azienda sul fronte ambientale.
Si avvicina la nuova scadenza relativa alla proroga concessa responsabilmente dalla magistratura per consentire agli enti locali e a Timac di portare a completamento gli aspetti formali e burocratici di una procedura amministrativa in corso da tempo su attività di messa in sicurezza dell’area già realizzate.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 2 febbraio 2017
Per il secondo anno consecutivo, Timac Agro Italia ha ottenuto il riconoscimento “Best Workplace”. Con questo attestato l’azienda, che opera nel settore dei fertilizzanti con uno stabilimento a Barletta e uno a Ripalta Arpina, viene riconosciuta come uno dei migliori ambienti di lavoro in Italia anche nel 2017.
Il titolo di “miglior ambiente lavorativo” viene assegnato ogni anno dall’istituto di ricerca americano Great Place to Work Institute, considerato tra i maggiori esperti mondiali nella valutazione degli ambienti di lavoro. Le liste dei migliori ambienti di lavoro sono elaborate in modo completamente indipendente attraverso un’indagine che coinvolge tutti i dipendenti.
Anche in questa occasione, i lavoratori di Timac Agro Italia sono stati invitati a compilare il questionario anonimo costituito da oltre 70 domande inerenti molti argomenti che caratterizzano l’ambiente di lavoro tra cui il rispetto, l’equità, il senso di appartenenza, la collaborazione e il livello di innovazione dell’azienda. Anche quest’anno l’indagine è stata un successo, sia in termini di partecipazione che di risultati, dai quali emergono sentimenti di grande fiducia verso l’azienda, orgoglio di appartenenza e credibilità del management.
“Ci riempie di soddisfazione – dice Pierluigi Sassi, amministratore delegato di Timac – vedere confermato dai nostri dipendenti che abbiamo tutti insieme saputo costruire un luogo di lavoro stimolante, in cui ci si sente valorizzati e nel quale si opera serenamente e in sicurezza. Il riconoscimento è ancora più significativo se si pensa che Timac è spesso sotto i riflettori. Questo premio è un ulteriore stimolo ad andare avanti nella direzione intrapresa, con tutto il nostro impegno”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 marzo 2017.
Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trani, Angela Schiralli ha accolto l’istanza presentata dai legali di Timac – i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno (studio legale Pavia e Ansaldo) – per la proroga del provvedimento di sequestro con obbligo di bonifica emanato dalla procura lo scorso giugno. Il nuovo termine è fissato al 31 marzo 2017.
Il provvedimento di proroga, che ha trovato il parere favorevole del pubblico ministero Silvia Curione, è stato concesso dal giudice “per dar modo all’impresa di ottenere dagli enti pubblici” il via libera definitivo sulle attività già compiute da Timac relativamente a suolo e falda “in ottemperanza a quanto richiesto dagli stessi enti e dalla procura”.
La nuova proroga, in altre parole, è stata concessa per consentire agli enti locali e a Timac di portare a completamento la procedura amministrativa, in corso da tempo, sulle attività di messa in sicurezza dell’area su cui sorge lo stabilimento.
È necessaria a questo punto una presa di coscienza e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti nel procedimento. Il fatto che, con grande senso di responsabilità e rispetto per la posizione di una realtà produttiva e per centinaia di lavoratori, la magistratura abbia concesso un’ulteriore proroga non significa che ci si debba adagiare per due mesi sugli allori e questa come altre vicende italiane dimostra che di rinvio in rinvio si rischia di perdere anni di tempo.
“Sono trascorsi 205 giorni da quando lo studio CNR ha determinato che Timac non è responsabile dell’inquinamento della falda e che questo inquinamento proviene da monte idrogeologico rispetto al nostro stabilimento, dunque oltre via Trani in direzione approssimativamente di via Andria. Quanti giorni ancora dovranno passare prima di accertare l'identità del vero inquinatore di Barletta?”. E’ quanto dichiara in una nota il portavoce di Timac Agro Italia, Andrea Camaiora, che aggiunge: “Prima delle festività natalizie, abbiamo inviato ai protagonisti delle istituzioni locali – consiglieri regionali, sindaco, presidente della provincia, consiglieri comunali, ecc... – un questionario per chiedere la loro partecipazione nella stesura del prossimo bilancio di sostenibilità della nostra azienda”.
“Attraverso il questionario – prosegue Camaiora – i protagonisti delle istituzioni potranno aiutarci a decidere priorità e interventi che Timac dovrà porre in essere per il prossimo anno. C’è ancora tempo per rispondere ma mancano pochi giorni. Entro il 12 gennaio i questionari dovranno essere compilati e riconsegnati all’azienda (via mail o in forma cartacea presso lo stabilimento di Barletta). Successivamente Timac comunicherà agli organi di informazione il risultato di questa campagna di ascolto e coinvolgimento”.
“Speriamo – conclude Camaiora – che tutti trovino il tempo di aderirvi, prendendo carta e penna e avanzando proposte”.
Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno l'11 gennaio 2016.
Ieri, giovedì 22 dicembre, Timac Agro Italia ha tenuto una conferenza stampa presso la sede della Confindustria BAT a Barletta. Durante l’incontro sono intervenuti Andrea Camaiora (responsabile delle relazioni esterne dell’azienda), Simona Togni (responsabile del settore Operazioni), il direttore dello stabilimento di Barletta, Cèdric Vienet, e l’ing. Giuseppe Lombardi (responsabile ambientale dello stabilimento di Barletta). Erano presenti, inoltre, il direttore di Confindustria Puglia, Vittorio Colangiuli, il presidente della sezione chimica della Confindustria Bari-BAT, Sigfrido Cappa, e il presidente della Confindustria BAT, Sergio Fontana.
Durante la conferenza stampa sono state ulteriormente chiarite le modalità con cui l’azienda sta portando avanti l’operazione di pump and stock per la messa in sicurezza della falda. L'operazione consiste nell’emungimento dell’acqua di falda nei punti in cui si rilevano valori anomali, un successivo deposito temporaneo (stoccaggio) e una fase finale di smaltimento presso impianti di trattamento esterni.
Nell’incontro è stata annunciata anche un’altra importante novità relativa all’elaborazione del Bilancio di Sostenibilità 2016: se, infatti, per l’elaborazione del Bilancio di Sostenibilità dello scorso anno, Timac aveva consultato i dipendenti dell’azienda, quest’anno l’indagine delle istanze degli interlocutori sociali e istituzionali sarà ampliata fino a includere anche i clienti e i rappresentanti degli enti locali, che saranno chiamati nelle prossime settimane a esprimere le proprie opinioni sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’azienda. Si tratta, dunque, di un’ulteriore apertura di Timac ai soggetti protagonisti della vita della comunità barlettana. Un’apertura che verrà consolidata nella redazione del Bilancio di Sostenibilità 2017, in occasione della quale Timac punta a coinvolgere anche gli operatori del mondo dell’informazione.
Il servizio video realizzato sulla conferenza stampa da TeleSveva:
Il servizio video di TeleNorba: http://www.norbaonline.it/od.asp?i=15697&puntata=Barletta:-terminate-operazioni-bonifica-Timac&pr=SERVIZI%20TG