Salta al contenuto principale
Da redazione,

“E ancora non si conosce l’identità del vero inquinatore dell’area industriale di Barletta”. Questa la frase posta in bella evidenza sul sito www.leragioniditimac.it dove spicca il contatore innescato per segnare il tempo trascorso dalla pubblicazione di uno studio idrogeologico Cnr-Arpa e da cui emerge la mancata individuazione dei veri responsabili dell’inquinamento nella zona industriale di via Trani, di fatto, scagionando la Timac (azienda che produce concimi e fertilizzanti per l’agricoltura).

Questo il tema dominante della conferenza stampa tenuta venerdì mattina dai vertici locali della Timac Agro Italia e presieduta dal direttore dello stabilimento di Barletta, Cèdric Vienet, dal responsabile ambientale dello stabilimento, Giuseppe Lombardi, dal legale dell’azienda, professor Francesco Bruno (esperto in diritto ambientale), e dal responsabile delle relazioni esterne, Andrea Camaiora.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 22 ottobre 2016.

Da redazione,

Timac Agro Italia convoca una conferenza stampa venerdì 21 ottobre (ore 11) presso il proprio stabilimento di Barletta (Via Trani 21). All’incontro interverranno i legali di Timac – professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno –, il responsabile ambientale dello stabilimento di Barletta, ing. Giuseppe Lombardi, e il responsabile delle relazioni esterne dell’azienda, Andrea Camaiora. Argomenti oggetto della conferenza stampa saranno:

1) concessione della proroga al sequestro dello stabilimento da parte della magistratura;

2) bonifica dell’area industriale di Barletta e ruolo degli enti locali;

3) emissioni di vapore acqueo;

4) novità riguardanti il blog "Le ragioni di Timac".

Al termine della conferenza stampa, i giornalisti invitati avranno la possibilità di effettuare una visita dello stabilimento.

Da redazione,

Sono passati solo alcuni giorni da quando, poco più di una settimana fa, sfatavamo una volta per tutte il mito dei “fumi” provenienti dai camini della nostra azienda, richiamando al medesimo senso di responsabilità e trasparenza i comitati e la stampa, tanto attenti alla situazione del nostro stabilimento quanto distratti sull’identificazione del vero inquinatore dell’area. Lo studio Cnr-Apra, infatti, ha dimostrato mesi orsono che l’inquinamento che caratterizza l’area proviene a monte dello stabilimento Timac. Dunque perché comitati, giornali e istituzioni non determinano di chi si tratta?

Suscita molta perplessità il fatto che, nonostante Timac abbia confermato in quest’ultima occasione di aver accolto la sfida della trasparenza, rendendo l’azienda una vera e propria casa di vetro per tutti i cittadini in cerca di risposte, alcuni comitati continuino a dimostrare di non voler in alcun modo aderire a quel genere di comportamento chiaro, trasparente e responsabile che con tanta veemenza professano per gli altri.

Capita così che uno di questi comitati non si ponga alcun limite nell’alimentare con informazioni spesso frammentate, incomplete e parziali (e di certo in contrasto con tutti gli studi realizzati dagli enti pubblici preposti) l’idea che dal nostro stabilimento provengano forme di inquinamento, ironizzando sulla fuoriuscita di vapore acqueo dai nostri camini (tesi però, dispiace per loro, corroborata da Arpa e magistratura) e pubblicando video di impianti produttivi dai quali vengono emessi vapori nell’aria senza precisare l’identità dell’azienda in questione, facendo alludere che si tratti proprio dello stabilimento di Timac, salvo poi, a domanda diretta posta da un utente su Facebook, dichiarare che si tratta della cementeria. E allora perché non scriverlo nel titolo? Di chi e che cosa hanno paura coloro che hanno realizzato e postato il video? La verità è sempre la migliore arma.

Non è, questo, certamente il tipo di comportamento che i cittadini di Barletta si aspetterebbero da chi ha preteso di elevarsi ad alfiere della trasparenza. Nella vicenda che ci riguarda, c’è chi, come Timac, ha deciso di agire con trasparenza, dialogo e confronto, e c’è chi, invece, preferisce rinchiudersi nei propri pregiudizi, foraggiando disinformazione e confusione. Ma le bugie hanno le gambe corte.

Da redazione,

In merito ai chiarimenti richiesti dai comitati sui cosiddetti ‘fumi’ provenienti dalla nostra azienda, vogliamo chiarire una volta per tutte la situazione. Come già spiegato in occasioni precedenti, ciò che fuoriesce dai camini del nostro stabilimento è solo e soltanto vapore acqueo, che normalmente durante le giornate calde e secche non è visibile, ma che incontrando un’atmosfera fredda e umida (caratteristica delle stagioni autunnali e invernali) si raffredda subendo una parziale condensazione facendo diventare visibili questi pennacchi, appunto, di vapore acqueo.

A rassicurare tutti sulla natura innocua del vapore ci sono anche i risultati di ben sei mesi di indagini svolte dalla procura con telecamere a infrarossi puntate sui nostri camini: i dati riportati nella relazione tecnica adottata dai magistrati sgomberano il campo da qualunque collegamento tra l’operato di Timac e l’inquinamento dell’aria. E questo senza contare i periodici rilevamenti di Arpa.

Anziché dunque gridare ‘al lupo al lupo’ all’indirizzo sbagliato, bisognerebbe pretendere di arrivare in fondo alla questione centrale dell’inquinamento a Barletta, proseguendo sulla strada intrapresa con lo studio idrogeologico curato dal Cnr, accertando finalmente, una volta per tutte, chi sia il vero responsabile dell’inquinamento dell’area. E ciò tanto più visto che, come dichiarato anche proprio di recente dalla magistratura, il processo di messa in sicurezza dello stabilimento Timac è ormai solidamente incardinato.

È dunque curioso che ancora oggi all’attenzione di comitati e stampa vi sia la nostra azienda, mentre sull’identità del vero inquinatore dell’area regnano sovrani il mistero, la disinformazione e l’omertà. Per parte nostra, come ci viene sempre più spesso riconosciuto, anche dai comitati, siamo sempre disponibili a fare tutto il necessario per bene operare. Siamo seriamente impegnati, da un lato, per dimostrare alla magistratura che ha ben riposto la sua fiducia nei nostri confronti e, dall’altro, per fugare ogni dubbio e perplessità sul nostro ciclo produttivo e sulle nostre attività, così come abbiamo fatto anche oggi a proposito delle emissioni di vapore. Pensiamo che Timac sia un’azienda che a Barletta si è contraddistinta per capacità di dialogo e volontà di trasparenza.

Da redazione,

Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Trani, Angela Schiralli, dando atto a Timac delle attività in corso di bonifica e messa in sicurezza, ha accolto l’istanza presentata dai legali dell’azienda – i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno (Studio legale Pavia e Ansaldo) – per la proroga del provvedimento di sequestro con obbligo di bonifica emanato dalla procura lo scorso giugno, aggiornando la data in sequestro (20 settembre 2016) al 31 gennaio 2017.

La scadenza del provvedimento avverrà dunque dopo l’udienza fissata dal Tar al prossimo 11 gennaio 2017 sulla illegittimità delle due ordinanze che erano state emesse dalla Provincia sotto la presidenza di Francesco Spina e che sono state mantenute sotto la presidenza di Giuseppe Corrado, provvedimenti per i quali Timac ha chiesto e ottenuto nelle scorse settimane la fissazione immediata della discussione di merito. L’istanza di proroga del sequestro, ora accolta dal gip, è stata presentata da Timac proprio sulla scorta della fissazione dell’udienza al Tar e dei continui ostracismi del settore VIII ambiente e rifiuti della Provincia all'ultimazione delle attività di bonifica che l’azienda ha assunto l'impegno sociale di eseguire pur essendo estranea all'origine dei relativi inquinamenti.

Merita di essere sottolineato come il provvedimento del gip sulla proroga abbia trovato parere favorevole da parte del pubblico ministero, così come appare significativo sottolineare che il provvedimento di proroga dia atto all’azienda di stare operando per il completamento della «bonifica dell’area, già avviata secondo le modalità rappresentate»”. Coniugare ambiente e sviluppo resta la nostra stella polare. Intendiamo operare concretamente nel merito per rispettare la decisione della magistratura, che ringraziamo per la correttezza e la tempestività dei provvedimenti assunti.

Da redazione,

L’azienda ha operato su più fronti, realizzando le “MISO” sul suolo-sottosuolo, impermeabilizzando tutto lo stabilimento e offrendo una messa in sicurezza della falda proposta e accolta in Conferenza di Servizi, che richiederebbe un pump and treat (ovvero un sistema di emungimento delle acque di falda e successivo loro trattamento) che per la sua attivazione la Regione ha deciso di sottoporre al parere di tre enti: Asl, Arpa e Provincia, quest'ultima in qualità di autorità Aia.

Ebbene, Asl ha risposto favorevolmente, lo stesso ha fatto Arpa. La Provincia invece ha mantenuto il proprio solito atteggiamento verso Timac proseguendo nel tergiversare e nel rifiutare di assumersi, come gli altri enti, le proprie responsabilità, sollevando problemi burocratici assurdi e inapplicabili, senza fornire le risposte che sarebbero di sua competenza e mostrando in questo senso una radicale, inspiegabile e irresponsabile linea rispetto a quella tenuta da tutti gli altri enti chiamati ad esprimersi su questa vicenda. Timac sta dunque rivolgendosi alla giustizia amministrativa per ricevere quelle risposte che ha cercato ripetutamente e inutilmente nell’arco di mesi di ottenere dagli enti preposti, con un evidente danno nei confronti dell’azienda e della comunità locale e accumulando un inutile ritardo.

Da redazione,

Prima una “chiamata a raccolta”, con tanto di appello «accorrete numerosi», poi… niente. O meglio, nessuno. Timac aveva organizzato l’incontro di presentazione del Bilancio di Sostenibilità per offrirsi alle domande e al confronto con i cittadini e con la stampa. Sulla pagina Facebook del comitato Operazione Aria Pulita BAT era stato segnalato l'appuntamento di venerdì scorso con l'appello «Presentatevi qui ed esprimete il vostro dissenso».

 

Prendiamo atto che molti – in primis i giornalisti – hanno deciso di intervenire, partecipare, avanzare idee e proposte, fornendo anche spunti critici (come ha fatto il presidente della commissione ambiente della Regione, Filippo Caracciolo) e auspicando un dialogo costante (come ha chiesto la presidente del consiglio comunale, Carmela Peschechera), mentre altri preferiscono sollevare polemiche sterili, polveroni inutili e allarmi infondati. Insomma, comitati non pervenuti!

 

Investimenti, carte, documenti, progetti, sollecitazioni per procedere agli ultimi interventi o per completare le opere di messa in sicurezza sono la miglior prova del nostro impegno per Barletta e per uno sviluppo sostenibile nel nome dell’ambiente.

Da redazione,

Forte l'attenzione dei principali organi di informazione dell'area barlettana all'iniziativa di Timac Agro, che venerdì scorso ha presentato ai cittadini il suo Bilancio di Sostenibilità, alla presenza, fra gli altri, del presidente di Confindustria BAT Sergio Fontana, il presidente della Commissione regionale sull'ambiente Filippo Caracciolo, la presidente del Consiglio comunale di Barletta Carmela Peschechera e il consigliere Giuseppe Dipaola.

 

Questo è il servizio sull'evento andato in onda su Tele Sveva, con intervista all'amministratore delegato di Timac Pierluigi Sassi:

 

 

Questo il servizio televisivo di Teleregione Color dedicato all'iniziativa di Timac, con un intervento dell'ad Sassi:

 

Il racconto dell'iniziativa di Amica9Tv, con intervista ad Andrea Camaiora, responsabile delle relazioni esterne dell'azienda:

 

Infine, il servizio video realizzato dal telegiornale di Telenorba: http://www.norbaonline.it/od.asp?i=8423&puntata=Barletta,-inquinamento:-Falda-gi%E0-contaminata,-via-libera-alla-bonifica

Da redazione,

Timac Agro Italia: ecco l'operazione "trasparenza", ossia la presentazione del Bilancio di Sostenibilità, strumento con il quale l'azienda (che produce concimi e fertilizzanti per l'agricoltura) informa tutti i soggetti con cui interagisce (dipendenti, clienti, fornitori, azionisti, media, amministratori pubblici e soprattutto i cittadini e le comunità in cui l'azienda opera) sugli impatti che l'attività genera sul piano economico, ambientale e sociale. E, soprattutto, evidenzia i risultati finalizzati alla promozione di uno sviluppo sostenibile e compatibile per un contesto di lavoro confortevole e positivo, che salvaguardi l'ambiente, il territorio e l'intero ecosistema.

L'iniziativa è stata presentata ieri pomeriggio in una conferenza stampa, allargata ai dipendenti dell'azienda, ad amministratori pubblici e a cittadini, alla presenza di Pierluigi Sassi (amministratore delegato della Timac Agro Italia), Sergio Fontana (presidente Confindustria Bat), Cèdric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta), Francesco Bruno e Matteo Benozzo (legali esperti in diritto ambientale), Andrea Camaiora (responsabile relazioni esterne dell'azienda). Oltre a rappresentanti sindacali di categoria, sono intervenuti Filippo Caracciolo (consigliere regionale, presidente della Commissione ambiente), il presidente del Consiglio comunale di Barletta Carmela Peschechera e il consigliere Giuseppe Dipaola.

Assenti, benchè invitati, il presidente della provincia Beppe Corrado e il sindaco di Barletta Pasquale Cascella.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 10 settembre 2016.

Da redazione,

E' stato presentato oggi al Brigantino di Barletta il Bilancio di Sostenibilità di Timac Agro. Ma cos’è un Bilancio di Sostenibilità? E’ uno strumento di rendicontazione e quindi di trasparenza, attraverso cui un’organizzazione – nel nostro caso un’impresa – illustra gli aspetti organizzativi e di perfomance relativi alle attività svolte nel corso dell’anno, per rendere consapevoli tutti gli stakeholders degli impatti che l’azienda genera sul piano economico, ambientale e sociale. Gli stakeholders, i “portatori di interesse”, sono tutti coloro con cui l’impresa entra in contatto nella sua attività, e verso i quali, per questa ragione, assume responsabilità. Sono stakeholders, dunque, i dipendenti, i clienti, i fornitori, gli azionisti, i  media, gli amministratori pubblici e soprattutto i cittadini, le comunità in cui l’azienda opera, per le quali una delle principali responsabilità delle imprese è la conservazione dell’ambiente circostante. Su questo fronte tutti danno atto a Timac di aver fatto importanti passi in avanti.

 

Il Bilancio è un documento non previsto obbligatoriamente dal nostro sistema giuridico, è un atto volontario che abbiamo deciso di realizzare per testimoniare il desiderio di trasparenza e chiarezza che contraddistingue il nostro operato ed è uno strumento essenziale per raccontarci. Insomma, il Bilancio di Sostenibilità è una finestra sul passato e una sul futuro, rappresenta tutto quello che abbiamo fatto e tutto quello che faremo ed è la testimonianza dei valori che contraddistinguono Timac Agro Italia.

 

L’obiettivo del Bilancio di Sostenibilità che Timac Agro ha il piacere di presentare oggi è quindi illustrare i risultati ottenuti dall’azienda per la promozione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un’attività imprenditoriale compatibile con un contesto di lavoro confortevole e positivo, con la salvaguardia dell’ambiente, del territorio e dell’intero ecosistema che ci circonda. Dal 1991, anno della sua fondazione, Timac Agro ha infatti sempre seguito una direttrice ben precisa: lavorare per diventare leader nel mondo dell’agrofornitura attuando un modello di impresa ad alta sostenibilità.

 

E' possibile leggere una sintesi delle iniziative, dei progetti e dei risultati ottenuti da Timac nel campo dello sviluppo sostenibile scaricando il file allegato in questo post.

 

Per leggere l'intero Bilancio di Sostenibilità basta invece cliccare qui.